Siamo arrivat* al quinto appuntamento e se ci penso quasi non ci credo. Se facessi graffiti sui muri probabilmente scriverei "5 mesi di noi" con una bomboletta di quelle che fanno un odore strano, boh non so, mai usate a dire il vero. Comunque sono molto felice di questa nostra piccola conquista: è un appuntamento che mi piace scrivere e che spero, spero, vi faccia piacere leggere.
Non ci perdiamo in chiacchiere però, perché gli argomenti sono tanti. Appunto iniziale: il Pride Month è finito, ma non per noi. Per noi il Pride Month è tutto l'anno. La lotta per il riconoscimento dei diritti non è una cosa che dura solo un mese e poi "chi si è visto si è visto". In questa newsletter sono felicissimo di farvi leggere il mio articolo per il mese di giugno su Niente da Dire, che parla proprio del primo videogioco queer.
Rimanendo sugli argomenti sociali, l'articolo dei "Colleghi fanno cose" questo mese vi lascerà senza fiato, un pezzo di grande valore che tutt* dovrebbero leggere! Questo mese sono successe tante cose e chissà cosa ha in serbo per noi il mese di luglio. La cover della newsletter, come sempre, è dell'irreprensibile Camilla Fasola.
Benvenut* su Still Alive, non sporcate che poi per pulire devo sguinzagliare il robot roomba e lui, a differenza dei suoi simili, non rispetta le tre leggi della robotica. Grazie!
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Qual è stato il primo videogioco con personagg* appartenenti alla comunità LGBTQ+? Qualcuno penserebbe al famoso Gayblade, ma in realtà il primo è Caper in the Castro e la sua storia è dannatamente affascinante.
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Ho recensito per MMO.it, Dungeons & Dragons: Dark Alliance. Potete leggere qui le mie opinioni sul gioco, ma sappiate che ho pianto, e non perché ero felice.
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E' successo che ci siamo trovati con i miei colleghi e amici Sonja e Daniel e abbiamo fatto un podcast. In questa seconda puntata analizziamo e parliamo di Abzu, avventura grafica prodotta di Giant Squid.
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Argomenti caldi e a pochi chilometri da te
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Nella settimana appena passata si è parlato tanto del nuovo progetto legato al franchise di Assassin’s Creed, pubblicato in anteprima su Bloomberg dal buon vecchio Jason Schreier e successivamente confermato sia da una portavoce di Ubisoft sia da un lungo post sul profilo dell’azienda.
Di questo progetto non si sa ancora nulla di certo e secondo le indiscrezioni sarebbe un "servizio live”, che molti potrebbero fraintendere per un videogioco tipicamente multigiocatore: spesso la dicitura più utilizzata per un MMO è proprio quella “live service”. In realtà è troppo presto per dirlo e potrebbe anche trattarsi semplicemente di un servizio che, come riportato su Bloomberg, conterebbe diverse ambientazioni di Assassin’s Creed. Sembrerebbe un progetto gigantesco solo a sentirlo, per cui per adesso manteniamo la calma e aspettiamo.
A lavorarci sopra ci sono Ubisoft Montreal e Ubisoft Quebec, due studi molto famosi legati all’azienda. Ci saranno quindi due Direttori Creativi e, a quanto si legge, sembra che i due studi abbiano un po’ di astio l’uno contro l’altro, per cui vediamo come si evolve questa collaborazione o se finisce a pizze in faccia. Nelle stories inoltre vi parlavo delle accuse di molestie ad alcuni dirigenti dell’azienda e di come, a conti fatti, poco sia cambiato. Ne parla molto bene la mia collega Sonja su MMO.it, per cui date una lettura a questo articolo.
Assassin’s Creed Infinity, questo il nome in codice del progetto, è ancora in fase embrionale, per cui passerà ancora molto tempo prima di sapere qualcosa di certo.
Fonte: Bloomberg, Ubisoft.
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Ogni volta è curioso guardare serie e film tratti dai videogiochi, perché si tratta sempre di un passo indietro. Passare da un medium che richiede uno spettatore attivo e partecipe alla narrazione tramite l'interattività, ad uno che osserva le immagini imposte dai registi. Risulta un passo straniante, almeno per me.
Moltissimi franchise stanno ampliando il proprio universo narrativo grazie a prodotti seriali e film: Resident Evil non è da meno. Ogni volta spero in un risultato buono, ma già vedendo i terribili film di Anderson non nutrivo forti speranze anche per questa produzione Netflix. La serie di videogiochi stessa ha virato, con i capitoli 4, 5 e 6, verso una formula action esasperata e per nulla in linea con le atmosfere che hanno reso celebre Resident Evil.
Prima di spendere due parole sulla serie, visto che è uscita da pochissimo non voglio rischiare di spoilerare nulla, partiamo dal presupposto che le trame di Resident Evil avevano tutto eccetto che una grande inventiva. Prendevano spunto da film di serie B: Infinite Darkness ha una trama molto più banale. Una storia di cospirazione non esattamente originale e, a tratti, di cattivo gusto. E inoltre, commette un errore che tutte le serie tratte da videogiochi (o in generale altre opere) dovrebbero evitare: dare per scontato che il pubblico abbia giocato al materiale originale.
Non attiri nuovo pubblico, perché questo non comprende chi sono i personaggi e perché sono lì, e non serve utilizzare una grafica computerizzata pazzesca o flashback nei flashback per farmi apprezzare una serie e per farmela capire: al contrario confondi il pubblico. Perciò, a mio avviso, si tratta di un ennesimo buco nell'acqua, vedremo le prossime uscite legate al famoso franchise nipponico cosa ci regaleranno.
Resident Evil Infinite Dakness è disponibile dal 8 luglio e potete guardare la miniserie, composta da quattro episodi, su Netflix. Se avete già visto questo "capolavoro" fatemi sapere, sono curioso di conoscere la vostra opinione.
P.S. Se vi piace, mentitemi!
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Non sono veri amici se non ti consigliano Indie
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L’indie che vi consiglio questo mese è Bury me, My Love, un videogioco prodotto da The Pixel Hunt che parla della storia di Nour, una migrante siriana alla ricerca della propria casa in Europa. Una storia struggente di un viaggio di speranza, ispirato ad una storia giornalistica pubblicata sul quotidiano francese Le Monde. Si tratta di un’avventura grafica con un’interfaccia simile ad una chat Whatsapp con la quale noi interagiremo con Nour, le consiglieremo le tappe del viaggio e sentiremo il suo stato d’animo, rimanendo con il fiato sospeso per ciò che si ritroverà ad affrontare.
Una storia realistica, che rappresenta in modo veritiero il viaggio di un migrante, la brutalità della polizia di frontiera e dei trafficanti. Un gioco che, si spera, possa accendere una luce nella ragione di alcune persone, cercando di smontare la retorica razzista che da anni imperversa nel discorso politico di questo paese.
"Bury Me, My Love" è un modo di dire arabo per augurare buona fortuna ad una persona amata. Si può tradurre in "Non pensare di morire prima di me", in italiano il gioco è stato tradotto come "Se mi ami, non morire".
Potete acquistare Bury me, My Love al prezzo di €4,99 su PC tramite Steam, Android, iOS e Nintendo Switch. Avendo come peculiarità un'interfaccia costruita come una normale chat sul telefono, il coinvolgimento aumenterà se giocato su dispositivo mobile.
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La lettura di questo mese non è un libro, bensì un fumetto. Siamo in estate e ci sta il volersi prendere momenti di relax anche da letture troppo impegnate, per quelle torniamo poi a settembre. Questo mese vi consiglio la lettura di The Last of Us: il sogno americano, un fumetto tratto dalla famosa serie di videogiochi di Naughty Dog.
Un’opera prequel che approfondisce il personaggio di Ellie, scritta da Neil Druckmann, illustrata da Faith Erin Hicks e la colorazione di Rachelle Rosenberg. Il fumetto è stato pubblicato originariamente negli Stati Uniti da Dark Horse Comics in quattro spillati, in Italia è edito da Editoriale Cosmo. Viene narrata una storia che, nel progetto originale, sarebbe dovuta rientrare come sequenza di gameplay nel primo The Last of Us, ma che è stata scartata per essere poi trasformata in fumetto.
Ne ho parlato qualche tempo fa in un lungo articolo pubblicato su Fumo di China n.300 e potete acquistarlo su Amazon al prezzo di €13,20.
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L’articolo che vi consiglio questo mese ha del magnifico: un pezzo corale scritto da 7 giornaliste, 7 donne che sono cresciute e che lavorano in una società e in un medium che negli anni ha saputo dare il peggio di sé quando si tratta di inclusione. I videogiochi sono un medium ancora giovane, che pian piano sta maturando e sta prendendo consapevolezza delle importanti tematiche sociali, migliorando la rappresentazione dei personaggi femminili e appartenenti alla comunità LGBTQ+.
In questo articolo ci sono quindi le opinioni di 7 giornaliste affermate nella stampa di settore italiana, che parlano dell’importanza di un’ottima comunicazione, di una migliore rappresentazione, dei pregiudizi di una società patriarcale e delle polemiche sul corpo della donna.
Il ruolo che abbiamo noi blogger, giornalisti e divulgatori su queste tematiche è un ruolo di responsabilità enorme: siamo gli intermediari con l’utenza e siamo quindi noi che dobbiamo fornire a chi ci legge il necessario perché analizzi la realtà con spirito critico, senza aizzare polemiche o inseguendo i click.
Le autrici di questo splendido pezzo pubblicato sulle pagine di Tom’s Hardware sono: Martina Fargnoli (Tom’s Hardware), Giulia Martino (Everyeye), Erica Mura (The Games Machine), Federica Pantaleo (Tom’s Hardware), Lorena Rao (StayNerd), Francesca Sirtori (Tom’s Hardware), Stefania Sperandio (Spaziogames).
Leggete questo articolo e condividetelo, poiché il contributo da loro fornito è prezioso, grazie di cuore!
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Addio, addio, amici addio. Noi ci dobbiamo lasciare
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Beh che dire, grazie a tutt* per aver letto questa quinta newsletter. Prima di lasciarci, però, è tempo di fare un po' di annunci. In primo luogo aspetto i vostri feedback che per me sono preziosissimi e ho recentemente scoperto che la mia dieta si basa su quello. Alterno le proteine di origine animale con feedback e, solo a volte, un tocco di maionese che non fa mai male. Dalla regia mi intimano di mettere anche un tocco di senape, che anche lei vale la pena. Fidatevi di un'attivista della senape come me. Quindi ogni vostra opinione vale, per cui non esistate a contattarmi su Instagram.
In seconda battuta, vi ricordate che ho un profilo Ko-Fi, solitamente non mi sento a mio agio nel chiedere soldi, amo questo lavoro e lo svolgo con passione. Alcun* di voi, però, insistono, avendo anche ragione. Per cui se volete sostenere e supportare il mio lavoro potete pigiare fortissimo sul bottone in basso e offrirmi un caffé o un cappucino, oppure un Camogli come nei migliori Autogrill sull'A4. Insomma fate vobis!
Se volete inoltre supportare ancora di più il mio lavoro e quello dei miei colleghi a Niente da Dire, potete acquistare il nostro Annuario 2020: la rivista con tutti i migliori articoli dello scorso anno. Lo trovate in preordine sul sito di Dice Lair.
E' quando smettiamo di giocare che cessiamo di essere umani.
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Arrivederci e grazie per tutti i pixel!
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