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Dettaglio della copertina dell'edizione francese di Vorrh. (FLEUVE EDITIONS) 

Biblioteca minima
Nell'oscura foresta

 

Simbolismo, folklore, paure: questa volta parliamo di un titolo appena tradotto e pubblicato nel nostro paese, a quasi dieci anni dalla sua prima apparizione. Già un classico per molta critica, arriva finalmente in Italia Vorrh. La foresta senza fine, primo titolo della trilogia di libri (seguono The Erstwhile del 2017 e The Cloven del 2018) con cui Brian Catling, già scultore, poeta e performer, ha fatto irruzione nel mondo del fantasy esordendo come romanziere da ultrasessantenne.

Forse per colmare il ritardo, abbiamo la fortuna di vedere l'opera pubblicata per Safarà editore con le meravigliose illustrazioni di Gianluigi Toccafondo e la prefazione di Alan Moore che, senza alcun timore, già lo definisce «la prima pietra miliare del fantasy di questo nuovo millennio»

Ai personaggi principali - un soldato inglese rinnegato con una missione da compiere; Ghertrude Eloise Tulp, donna curiosa e figlia del suo tempo; Ishmael, ciclope cresciuto da automi di bachelite dal volto umano - si unisce un turbinio di personaggi secondari in grado di espandere gli orizzonti geografici e temporali delle vicende. Scrittori surrealisti, medici della Corte inglese sospetti squartatori, pionieri della tecnica fotografica: non sarà difficile cogliere personaggi realmente vissuti e catapultati dall’autore in questa versione alternativa degli anni ‘20 del ‘900 che ospita le vicende narrate.

Il risultato è un amalgama di epica fantasy, visionaria e selvaggia, in cui l’elemento protagonista resta sullo sfondo per gran parte dell'azione, teatro oscuro del racconto. Stiamo parlando di Vorrh, foresta immaginaria che dall’Africa si estende forse all’infinito, un luogo sterminato che pensa, palpita, distorce il tempo e forse nasconde nel suo cuore impenetrabile il biblico giardino dell'Eden. Un labirinto verde, in grado di generare un intricato gioco di specchi in cui realtà, finzione letteraria e critica al colonialismo si intrecciano.

Il lavoro di Catling va oltre le pagine stampate, trasformando la sua opera in una sorta di performance letteraria dentro cui esplorare gli anfratti più oscuri del post-colonialismo e dei rapporti duali tra Europa e Africa, tra cristianesimo e culti tradizionali. Non certo un libro militante, ma che attraverso le lenti del fantasy e del new-weird riesce ad essere politico, seppur in modo alquanto lisergico.

Bundle Starcrash
 

Lo scrittore rivoluzionario di inizio novecento pioniere della fantascienza distopica, la maestra della letteratura fantastica e fantascientifica che scardina gli stereotipi di genere, il filosofo post-punk che ha scosso l’underground politico degli ultimi vent’anni: tutti loro partecipano al racconto di una stessa storia, una storia nascosta tra le pieghe dell’attività di Starcrash, fatta di decostruzioni delle ideologie dominanti e centralità della dimensione dell'immaginario nel discorso scientifico e socio-politico.

Corrono esattamente cinquant’anni tra la prima edizione di Noi di Evgenij Zamjatin e quella de I reietti dell’altro pianeta di Ursula Le Guin, dalla distopia di un sistema retto dalla trasparenza all’ambigua utopia di un pianeta senza ingiustizie. Tra il 1924 ed il 1974 il mondo è cambiato tra guerre, utopie politiche, rivoluzioni culturali, decolonizzazioni; un climax accelerato fino allo schianto contro il muro dell’ideologia finale thatcheriana/reaganiana degli anni 80: la storia è finita, il futuro è già scritto e si chiama capitalismo, non ci sono alternative. Nel 2009 con Realismo capitalista Mark Fisher cerca di rimettere in movimento le cose, disincagliare il discorso politico dalle secche; un libro per riprendere in mano il nostro tempo e cercare di reinventare il futuro.

Tre piccoli grandi libri per continuare a respirare l’atmosfera di Starcrash e sostenere i progetti del Gagarin. È possibile acquistare il bundle qui.

Le segnalazioni della settimana

1 – I rifiuti accumulati in orbita rappresentano un grosso problema che dovremo al più presto affrontare se davvero vogliamo spingerci oltre nell'esplorazione spaziale. È un tema che ci sta a cuore fin dagli esordi di Starcrash e che a quanto pare negli ultimi giorni ha iniziato a preoccupare anche Elon Musk. Ma ha già trovato una soluzione, possiamo rilassarci.

2 – La neuropsicologia classica nacque, a metà Ottocento, studiando le alterazioni comportamentali causate da danni localizzati in specifiche zone cerebrali per poter desumere a quali aree dell’encefalo corrispondessero determinate funzioni e, viceversa, cercare di capire il funzionamento di un cervello sano. Allo stesso modo, per decenni, la percezione umana (soprattutto vista e udito) è stata indagata dalle neuroscienze utilizzando situazioni limite come le illusioni percettive, dove il nostro cervello è spinto a confrontarsi con input sensoriali ingannevoli. Oggi, basandosi sempre su questa metodologia, alcuni gruppi di ricerca hanno deciso di fare un passo ulteriore sfruttando gli effetti delle droghe psichedeliche per comprendere più a fondo i meccanismi cerebrali attraverso cui siamo in grado di percepire la realtà; questi studi hanno rafforzato l'idea che il nostro cervello sia una "macchina predittiva" che produce "ipotesi" su ciò che è all'origine degli stimoli sensoriali.

3 – Il broccolo romanesco, o cavolo romano, è una meraviglia matematica della natura con la sua struttura frattale: le infiorescenze hanno una forma piramidale su cui spuntano altre infiorescenze più piccole con la stessa forma e così via per un certo numero di livelli. La struttura frattale del broccolo romanesco è stata un rompicapo per decenni ma, finalmente, sembra che si stia iniziando a capire come si è sviluppata questa forma incredibile.

4 – Il nostro pianeta, insieme ad altri del sistema solare, è protetto dalle radiazioni cosmiche più dannose dall'eliosfera, una sorta di bolla prodotta dal vento solare che è invisibile agli occhi e ai telescopi tradizionali. Adesso ne abbiamo una sorta di mappa tridimensionale.

5 – Alte ed impervie montagne rocciose, coperte parzialmente o in toto da neve, con profonde gole e pareti a strapiombo, erano uno tra i tanti habitat occupati dai dinosauri piumati durante il mesozoico. Eppure facciamo fatica a immaginarceli perché le rappresentazioni paleoartistiche ci hanno abituato ad altri ambienti e ad altri paesaggi. Questo articolo ci racconta come la rappresentazione classica dei dinosauri sia fortemente stereotipata e come le recenti scoperte dimostrano che gli ambienti montani erano popolati dai dinosauri esattamente come quelli di pianura.

6 – Due settimane fa, il 25 di giugno, è uscito il tanto atteso rapporto del Pentagono sugli UFO (che d'ora in poi verranno chiamati UAP - unidentified aerial phenomena) che ha lasciato molti scontenti e/o perplessi. Infatti, esso, da una parte, non fa nessuna clamorosa rivelazione, anzi sembra ribadire delle banalità, e dall'altra parte mostra come tutta la faccenda degli UFO/UAP, portata avanti da fanatici ed esaltati, sia diventata un modo per dirottare risorse finanziarie dal governo statunitense.

X-Files (Fox). Se volete scoprire la storia dell'iconico poster potete leggerla qui.

Sounds from future

ON AIR NOW   🔊 Marea (We've Lost Dancing) di Fred Again e The Blessed Madonna
Ascolta la playlist di Starcrash con tutte le segnalazioni musicali
Redazione: Guglielmo Albanese, Emanuele J. Fontana, Simone Grillo, Andrea Lazzaro, Marco Lazzati, Maya Sebastiani. 
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