Leggere con le figure
Cosa si può dire di un'amica che ti regala un libro sapendo che ne hai già traslocato con fatica una ventina di scatoloni? Dipende dall'amica e dipende dal libro.
Il libro delle case straordinarie di Yoshida Seiji è uno di quegli albi fortunati che può essere un libro diverso a seconda di chi legge e di cosa ha bisogno in quel momento. Ogni pagina è un'immersione in una vita che non è la tua, raccontata con vaghi quanto irresistibili accenni nel testo, controbilanciati da una totale, meticolosa, certosina minuzia dei dettagli nelle illustrazioni e nella logica delle costruzioni degli edifici. Ogni casa porta i segni di una personalità e di un modo di abitare il mondo. È un universo fantastico assolutamente pragmatico, in cui se vuoi costruirti la villettina in stile campagna del comasco in cui tenere il tuo drago da compagnia lo puoi fare senza problemi, però dovrai tenere conto di tutte le esigenze di spazio e movimento che questo comporta (tipo i pavimenti in sughero, eccellenti anche per i proprietari di gatti).
Sono case che sono una vacanza mentale, come la libreria su più piani, un'incarnazione vividissima del mio sogno di vita futura in riva al mare, che ho guardato con occhi particolarmente bramosi nei 34 gradi di Milano arroventata.
In alcuni momenti fanno venire in mente Miyazaki, non solo per l'ispirazione comune di alcuni paesaggi (come ad esempio la Cornovaglia in Laputa, ma più in generale quei cieli giganteschi e smaglianti battuti dal vento che per me sono l'anima dello Studio Ghibli) ma soprattutto per l'attenzione per la luce e per come cambia la qualità delle cose. Oltre a soddisfare - più prosaicamente - il piccolo geometra interiore che alberga in noi, che prova una soddisfazione profonda e un senso di pace universale nell'osservare le illustrazioni a sezione trasversale di castelli, mulini, fari sull'oceano. Ahh.
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