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16 agosto 2021

Musicale

La newsletter sul mondo della musica a cura di Giovanni Ansaldo.

R. Kelly in concerto nel dicembre 2016 a New York. (Noam Galai, Getty Images)

R. Kelly in tribunale Il 9 agosto a New York è ricominciato uno dei due processi per reati sessuali a R. Kelly. Il cantante rnb statunitense, che ha 54 anni e da due anni si trova in carcere, è accusato di aver abusato di undici donne, tra cui alcune minorenni, per più di vent’anni; di aver girato materiale pedopornografico; di aver minacciato le vittime e di averle pagate per ottenere il loro silenzio; di aver messo in piedi quella che l’accusa definisce “un’organizzazione criminale” finalizzata alle violenze sessuali. L’altro processo che lo vede imputato si svolge a Chicago. Lui si dichiara innocente. Il procedimento, rinviato più volte nei mesi scorsi per la pandemia, andrà avanti ancora per diverso tempo. Il 18 agosto, come riporta l’agenzia Reuters, ci saranno le prime deposizioni a New York. Negli anni novanta R. Kelly era uno dei cantanti più famosi degli Stati Uniti, e scrisse canzoni molto note come I believe I can fly e You are not alone per Michael Jackson. Le accuse sulle presunte violenze sessuali circolano da anni. Sono cominciate nel 1994 in seguito al suo matrimonio illegale con la cantante Aaliyah, che al tempo aveva solo 15 anni. Per anni però R. Kelly non ha perso popolarità, duettando con artiste come Lady Gaga, anche grazie al sostegno di gran parte dell’industria discografica statunitense e al fatto che tutte le ragazze vittime degli abusi erano nere, come ha ricordato Anastasia Tsioulcas su Npr. Negli ultimi anni, grazie al #Metoo, al documentario Surviving R. Kelly (uscito nel 2019 in Italia con il titolo R. Kelly, vittime di una popstar) e alla campagna #MuteRKelly diverse donne si sono fatte avanti per testimoniare le violenze subite. Nel 2019 avevo ricostruito la storia su Internazionale, ma se volete leggere gli ultimi aggiornamenti andate qui.

Senza regole Il concerto tenuto il 13 agosto da Salmo a Olbia ha scatenato parecchie polemiche in Italia. Lo show, organizzato dal rapper sardo attraverso il passaparola e all’insaputa dell'amministrazione comunale, aveva l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni sulla crisi dei lavoratori dello spettacolo, ma si è svolto senza distanziamento e senza obbligo di mascherina, al punto che la procura di Tempio Pausania ha aperto un’inchiesta contro ignoti. Secondo Salmo all'evento erano presenti circa quattromila persone. Diversi artisti, in particolare Fedez, hanno criticato il comportamento del rapper e sostengono che abbia messo a rischio senza motivo la salute del pubblico. Perfino Assomusica, l’associazione che rappresenta gli organizzatori di concerti in Italia, si è schierata contro di lui. Altri musicisti invece, come Francesco De Gregori, hanno invitato a “riflettere” su quello è successo: “Io gli sono comunque grato per aver richiamato l’attenzione sul fatto che per una partita di calcio si possa stare in 15mila in uno stadio mentre per  i concerti all’aperto c’è un limite  di 1000 persone sedute e distanziate”, ha scritto De Gregori. Per quel che mi riguarda, penso che far ammassare migliaia di persone senza mascherina a un concerto gratuito non aiuti in nessun modo i lavoratori dello spettacolo. E se Salmo vuol fare uno show senza distanziamento può seguire l’esempio di Cosmo, che ci sta provando, ma rispettando la legge. 

Che dischi sono usciti nel weekend Sono tornati i Jungle, duo britannico di musica elettronica, che omaggiano la disco music nel terzo album Loving in stereo, anche con l’aiuto del produttore inglese Inflo; i Killers hanno pubblicato Pressure machine, un album che si ispira sfacciatamente a Bruce Springsteen e a John Mellencamp e racconta l’infanzia del cantante Brandon Flowers nella piccola città di Nephi, nello Utah; dopo vari singoli ed ep, il musicista elettronico Joy Orbison ha pubblicato il suo primo album, Still slipping vol. 1. E poi, mentre questa newsletter era in vacanza, è uscito Spiral, il nuovo lavoro dei Darkside. Recuperatelo, quando c’è di mezzo Nicolas Jaar non si resta mai delusi. Se volete tenere il passo delle uscite discografiche, qui c’è il link alla mia playlist Canzoni del weekend.

Economia e industria musicale

Un passo indietro? Il padre di Britney Spears, James Spears, ha dichiarato di essere disposto a rinunciare alla conservatorship, una tutela legale prevista dal sistema statunitense che si applica a persone anziane o con disabilità mentale e che permette al tutore di controllare il patrimonio e la vita personale della persona assistita. Secondo Britney Spears il padre avrebbe abusato della conservatorship, prendendo di fatto il controllo della vita e delle finanze della cantante dopo che nel nel 2008 la donna ha avuto un esaurimento nervoso. Il caso però non è chiuso. Ora James Spears dovrà collaborare con la figlia, con gli avvocati e il tribunale per disimpegnarsi dal suo ruolo di tutore. Potrebbe cominciare un'altra battaglia legale che durerà anni, secondo alcuni mezzi d’informazione statunitensi.

Da tenere d’occhio

Indigo De Souza. (Charlie Boss)

Nome: Indigo De Souza
Città: Asheville, North Carolina
Genere: indie, pop
Perché ascoltarla: il 27 agosto Indigo De Souza pubblicherà il suo secondo album, Any shape you take, che è stato anticipato da tre singoli niente male. Le sue canzoni, dove si alternano chitarre dolci a suoni distorti, sono ironiche ma anche sottilmente inquietanti, come Real pain.

Da vedere

Summer of soul. (Dr)

Altro che Woodstock Ho visto da poco il film Summer of soul, che è disponibile su Disney+ dal 30 luglio: è uno dei migliori documentari musicali che abbia mai guardato. Parla dell’Harlem cultural festival, un evento che si svolse al Marcus Garvey Park di Harlem proprio nel 1969, in un periodo in cui non troppo lontano da lì si tenne Woodstock. Oltre trecentomila persone parteciparono all’Harlem Cultural Festival, celebrando la musica e la cultura nera in un contesto di fortissime tensioni razziali a un anno dall’omicidio di Martin Luther King. Sul palco salirono artisti come Nina Simone, Stevie Wonder e Mavis Staples. Al Marcus Garvey Park vennero fatte anche delle riprese televisive, ma fino a oggi le immagini erano rimaste in uno scantinato e non erano mai state mostrate al pubblico. Poi Questlove, il batterista dei Roots qui all’esordio come regista, li ha riscoperti e li ha trasformati in uno splendido documentario.
 

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