E la chiamano estate
di Corinna De Cesare
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Andare in vacanza quando hai i figli piccoli è il doppio salto carpiato di Simone Biles; è una staffetta tra padri, madri, nonne, gatti; è il salto in alto di Gianmarco Tamberi. Solo che alla fine della gara anziché vincere l'oro, l'asta cade e ti arriva in testa. Ma anche sulla schiena, le gambe, il collo, perché stai pur certo che al tuo ritorno in città è proprio così che ti sentirai: mentre gli altri saranno rilassati e zen come dopo quindici giorni alle Maldive in cui hanno avuto il tempo di ascoltare dieci podcast e leggere cinque romanzi tra cui "Guerra e Pace", tu ti sentirai con le ossa rotte. Come se l'asta di Tamberi te l'avessero data in testa. Ma anche sulla schiena, le gambe e il collo. Perché andare in vacanza con i figli piccoli questo è: un'Olimpiadi agostana in piena pandemia in cui non si vince niente. Solo altro stress da accumulare a quello dell'imminente autunno quando, dopo l'inizio della scuola, le Regioni torneranno ad essere gialle, rosse, rainbow e noi genitori sprofonderemo tutti sul divano esclamando: che bello, finalmente è tornata la Dad!
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L'autrice
Corinna De Cesare, 38 anni, è giornalista del Corriere della Sera. Founder di thePeriod, il 22 aprile è uscito il suo romanzo d'esordio: "Ciao per sempre", Salani editore
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La lezione di Pippi Calzelunghe
di Ilaria Gaspari
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Non so bene come, sono arrivata a questo giorno di agosto, e ci sono arrivata con una stanchezza infinita addosso. Quest’anno è stato ancora più intenso del normale, penso che sia così un po’ per chiunque: e la pandemia, e l’angoscia, e i dibattiti, e le regioni colorate, e le restrizioni, e tutto quanto. Noterete che parlo di anno come se fossimo a fine dicembre e si stesse chiudendo il ciclo solare. Ma il fatto è che per me, come, credo, quasi per chiunque, tutti gli anni di scuola dell’obbligo hanno avuto, fra gli altri effetti, quello di stabilire come verità indiscutibile che l’anno cominci a settembre, il mese dei buoni propositi e della novità, altro che gennaio; e finisca in un punto imprecisato, un tempo situato a giugno, poi spostato gradualmente più in là, fra fine luglio e agosto avanzato, come in una precessione degli equinozi il cui asse è l’esame di maturità; avanzano scampoli di tempo in cui si è davvero liberi, scampoli di un interregno fra un anno e l’altro, quando ormai è troppo tardi per finire in tempo i progetti arretrati e troppo presto per intraprenderne di nuovi, che in certe annate arrivano a essere davvero esigui, e che chiamiamo, convenzionalmente, con il nome di estate. Eppure quanto è difficile riposarsi?
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L'autrice
Ilaria Gaspari ha studiato filosofia alla Scuola Normale di Pisa, poi si è addottorata a Parigi, all’università della Sorbonne. Nel 2015 è uscito il suo primo romanzo, "Etica dell’acquario" (Voland). Nel 2019 è uscito per Einaudi "Lezioni di felicità". Il suo ultimo libro è "Vita segreta delle emozioni". Ora vive a Roma, continua a scrivere e tiene corsi e laboratori di scrittura alla Scuola Holden e alla Scuola Omero
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Hai fatto il tuo dovere
di Isabella Borrelli
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La famiglia di mio padre ha conosciuto la povertà. Quella della classe operaia, con uno stipendio di riparatore di biciclette e con un cuore troppo buono per farsi pagare dai bambini. Mia nonna era una casalinga e si sobbarcava tutto il lavoro di pulizia, accudimento, gestione delle risorse economiche e questioni amministrative. Poi mio nonno è morto di colpo, giovanissimo, mentre giocava con mio cugino sul letto. Un infarto. In paese qualcuno ci chiama i per sempre giovani perché tendenzialmente nella mia famiglia il tasso di mortalità under 60 è alle stelle. Mia nonna ha continuato a fare la casalinga, sostenendo un peso ancora più grande. Papà ha continuato a lavorare decorando l’albero di Natale con i mandarini dell'albero sotto casa, da mangiare a fine feste per non sprecare niente. Fino a quando è riuscito ad operare il riscatto economico della famiglia diventando imprenditore, anche se imprenditore lo è sempre stato dai tempi in cui guidava di notte il furgoncino della panna fresca. Quando poi sono nata io, quello che sognava papà era il riscatto intellettuale: io avrei studiato, avrei preso una, due lauree, sarei stata una "che sa". Avrei fatto insomma tutto quello che lui non aveva potuto fare, far diventare Borrelli un cognome da ricordare, a cui avrebbero accostato diciture come dottoressa, avvocata, professoressa, esimia. E così, da bambina, sono iniziate le aspettative su di me.
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L'autrice
Isabella Borrelli, [1989, she/they] è (digital) strategist per Latte Creative. Attivista femminista intersezionale e LGBT+, ha co-fondato un think tank femminista Think Period e collabora per diverse realtà. Assistente di cattedra e cultrice della materia in Gender Politics alla LUISS Guido Carli.
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"Ciao per sempre", il romanzo d'esordio di Corinna De Cesare, è disponibile in tutte le librerie oppure puoi comprarlo qui.
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