6 settembre 2021

Musicale

La newsletter sul mondo della musica a cura di Giovanni Ansaldo.

Low. (Nathan Keay)

Nessuno come i Low Il 10 settembre uscirà uno dei dischi per me più attesi del 2021: il nuovo album dei Low. La band di Duluth è classificata come slowcore, un genere caratterizzato da arrangiamenti minimalisti, ritmi lenti e tematiche tristi. È nata un po’ anche dalle ceneri del grunge, anche se i suoi riferimenti sono altri (i Galaxie 500 o i Codeine, per dire due nomi). Ma negli ultimi anni, in particolare con il disco Double negative, hanno affiancato al rock l’elettronica, spostandosi verso territori più sperimentali. Il nuovo lavoro s’intitola HEY WHAT e, a giudicare da questa intervista appena uscita su Pitchfork, prosegue sulla strada di Double negative, anzi va oltre. A produrre HEY WHAT del resto è stato Bj Burton, lo stesso del lavoro precedente. I due primi brani estratti, More e Days like these, fanno molto ben sperare.

Il viaggio ricomincia Gli Abba hanno annunciato il loro primo album in quarant’anni: il gruppo svedese, che si era sciolto nel 1982 e nella sua carriera ha venduto 400 milioni di copie, pubblicherà Abba voyage il 5 novembre. La band ha diffuso due nuovi brani in anteprima: I still have faith in you e Don’t shut me down. Le nuove canzoni della band verranno suonate a maggio durante una serie di concerti virtuali in un'arena appositamente costruita nella zona est di Londra. Sul palco saliranno gli “Abba-tars”, una versione digitale e ringiovanita dei membri della band creata con l’uso di tute speciali insieme alla Industrial light and magic, la società fondata dal creatore di Star wars George Lucas. Gli  “Abba-tars” eseguiranno i 22 più grandi successi degli Abba (Mamma mia, Dancing queen e altri) insieme a una band di dieci elementi.

Cos'è uscito nel weekend Drake ha pubblicato il suo nuovo disco, Certified lover boy, battendo il record di vendita appena stabilito da Donda di Kanye West. Devo essere sincero, non mi sembra che questo album aggiunga molto alla carriera di Drake, per me è una mezza delusione. Del rap di ottima qualità è arrivato dal Regno Unito, grazie a Sometimes I might be introvert di Little Simz. Space 1.8 invece è il debutto su album della compositrice, produttrice e musicista londinese Nala Sinephro.

Economia e industria musicale

Dati incoraggianti Il mercato discografico italiano nei primi sei mesi del 2021 è cresciuto del 34 per cento, soprattutto grazie allo streaming a pagamento. Lo rivelano dei dati raccolti dall’azienda Deloitte per la Fimi, l’associazione italiana dei discografici. Dopo un 2020 difficile in termini di accesso e distribuzione, è tornato a crescere anche il segmento fisico. Si registra in particolare il successo del vinile, che ha visto un incremento del 189 per cento: è ormai il supporto di punta, dopo aver scavalcato il cd, che ha pur visto una crescita del 52 per cento. Ai primi posti delle classifiche di vendita del primo semestre del 2021 ci sono solo dischi italiani (per quanto mi riguarda non è una buona notizia): al primo posto degli album c’è Sangiovanni, ex concorrente di Amici, seguito dai Måneskin con Teatro d’ira vol.1. Nella classifica dei singoli in testa c’è Musica leggerissima di Colapesce Dimartino, seguita da La canzone nostra di Mace.

Da tenere d’occhio

Piink Sifu. (Dr)

Nome: Pink Siifu
Città: Birmingham, Alabama, e Los Angeles
Genere: rap, sperimentale
Perché ascoltarlo: dopo aver pubblicato il manifesto afrocentrico NEGRO nel 2020, il rapper Pink Siifu è tornato con GUMBO!, il suo nuovo album, che contiene 18 pezzi. Ha uno stile molto vario, e il suo flow imprevedibile. Non è un ascolto facile, non aspettatevi pezzi alla Drake. Ma ne vale la pena.

La canzone

Bawrut. (Dr)

Borut Viola, in arte Bawrut, è attivo sulla scena elettronica italiana e internazionale da diversi anni. È nato in Friuli-Venezia Giulia, ma vive a Madrid. Il 12 novembre pubblicherà un nuovo album intitolato In the middle, che parla del suo rapporto con il Mediterraneo, visto come un luogo in grado di unire le culture e le persone. Il disco ha quattro ospiti – Liberato, Cosmo, Chico Blanco e Glitter – che cantano in quattro delle lingue principali parlate nel Mediterraneo: napoletano, italiano, spagnolo e arabo.

Il primo singolo estratto dal disco è Je ‘o tteng e t’o ddòng, registrato proprio insieme al misterioso producer napoletano. “È stata l’ultima canzone del disco che ho fatto. L’ho scritta all’inizio del 2021. Il testo ovviamente è di Liberato, mentre la parte strumentale è nata da una specie di ping pong tra me e lui”, racconta Bawrut, “Ci siamo concentrati molto sulle percussioni. Quando abbiamo cominciato a lavorare al brano, Liberato mi ha detto: ‘Voglio fare la house music’ e per questo ha uno stile un po’ inglese. Per il cambio ritmico sul finale ci siamo ispirati a Mothra, un pezzo di Leon Vynehall. L’idea di mettere il traffico in sottofondo viene da Burial, del quale siamo entrambi grandi appassionati. Il suono del pad che si sente nelle strofe invece è una specie di omaggio alla colonna sonora del videogioco Cyberpunk 2077, che piace a Liberato. Lo so, sono cose da nerd ma mi piace raccontarle”.

Riguardo a In the middle Bawrut aggiunge: “La musica elettronica è un genere ormai maturo, quasi saturo. A parte SOPHIE e pochi altri, negli ultimi anni ho ascoltato pochi artisti in grado d’innovarla. Io non ho strumenti nuovi per cambiarla radicalmente, ma con questo disco ho provato a guardarmi intorno, a contaminarmi con altri generi. Per esempio il flamenco che respiro ogni giorno qui a Madrid è entrato in molti pezzi. Anche la scelta di cantare in lingue che non siano l’inglese mi è sembrata inevitabile, ormai non c’è più una sola lingua per la musica pop”.

Questa settimana su Internazionale

Sul sito ci sono i dischi da salvare di Daniele Cassandro e la canzone del giorno di Alberto Notarbartolo. Sul settimanale Claudia Durastanti parla della compilation hyperpop italiana (DANZƏ).

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