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  Newsletter n.44 del 08/10/2021

Le Buone pratiche sociali per rispondere all’emergenza educativa
 (di Walther Orsi)

Come ho esplicitato nella precedente newsletter (“Giovani, lavoro ed emergenza educativa”) questa società sta vivendo una vera e propria emergenza educativa, ma sembra ignorare, o sottovalutare la sua gravità. Di fronte ai segnali preoccupanti comunicati dai mass media, le persone tendono a rimuoverli, essendo sempre più sommersi da tanti altri problemi ed eventi che generano  ansia ed aumentano ulteriormente il senso di impotenza dei cittadini.

Questi segnali preoccupanti non vengono messi in collegamento fra loro e non riescono a produrre un quadro interpretativo più ampio. Molto spesso i singoli problemi ed eventi tendono a stimolare meccanismi  di comprensione che semplificano, o addirittura stravolgono una realtà molto più complessa.

Ecco allora che il fenomeno dell’aumento dei giovani che non studiano e non lavorano può diventare l’occasione per  attribuire le cause alla scarsa disponibilità dei giovani a rimboccarsi le maniche, ad accettare le offerte di lavoro che esistono.

L’aumento della violenza e dell’aggressività e della diffusione della droga fra i giovani, può originare interpretazioni che attribuiscono la causa alla presenza degli immigrati.

La crescente riduzione della natalità  viene attribuita quasi esclusivamente alla preoccupazione di non avere la disponibilità economica per mantenere un figlio.

Quando questi segnali preoccupanti riescono a stimolare l’individuazione di possibili soluzioni, ancora una volta le proposte sono settoriali e fortemente ancorate a meccanismi di delega. Le risposte ai problemi dei giovani vengono demandate a volte alla politica e alle istituzioni,  altre volte alla scuola e ai servizi socio-sanitari.

Quasi mai emerge l’idea che, per affrontare l’emergenza educativa, sia necessario una forte alleanza intergenerazionale, un’ampia collaborazione fra tutte le agenzie educative, ma soprattutto che occorra una diffusa responsabilizzazione di tutti i cittadini interessati al benessere delle nuove generazioni e al futuro del pianeta.

In questa situazione tende ad impoverirsi il senso di una comunità educante che dovrebbe mettere al primo posto l’impegno comune ad affrontare l’attuale emergenza educativa. 

Occorre però sottolineare che l’impoverimento del senso di una comunità educante è anche legato alla progressiva e diffusa riduzione delle competenze di azione sociale dei cittadini. In una società dominata dalla cultura economica e consumistica, le persone vengono incentivate a dare risposte individuali ai bisogni sociali, attraverso l’acquisto di beni e servizi, in una logica prestazionale. In tale prospettiva anche l’emergenza educativa rischia di attivare prevalentemente risposte individuali, sottovalutando invece la necessità di azioni sociali dei cittadini.

Ma in che modo si possono incentivare, progettare, sviluppare azioni sociali per ricostruire il senso di una comunità educante? 

Penso che sia necessario riscoprire la funzione educativa delle buone pratiche sociali.

A questo proposito elenco qui di seguito, per parole chiave, alcune ragioni che tendono ad evidenziare il valore civico ed educativo di determinate buone pratiche sociali (citate nella newsletter n. 43: “Giovani, lavoro ed emergenza educativa”). Esse rappresentano:
  • metodologie operative per trasformare le persone da utenti, pazienti, consumatori in cittadini attivi;
  • modalità per mettere in pratica determinati valori civici;
  • opportunità per sviluppare nella comunità una cultura non solo critica, ma anche costruttiva;
  • modi concreti per dare risposta ad alcuni problemi sociali ed ambientali che stiamo vivendo;
  • strumenti per mettere in evidenza il capitale di invenzione ed innovazione sociale dei cittadini;
  • opportunità per i giovani di essere protagonisti nel sociale e non solo spettatori;
  • occasioni per mettere in comunicazione i giovani con il mondo degli adulti;
  • esperienze tese a mettere in relazione i giovani con le organizzazioni e le istituzioni del territorio;
  • strumenti per sviluppare relazioni, legami, sinergie fra le agenzie educative, formative ed il mondo del lavoro;
  • progetti ed esperienze per orientare i giovani nel percorso scuola-lavoro;
  • opportunità per sviluppare, valorizzare la creatività e la capacità imprenditoriale dei giovani.
In questi anni Cittadinanzattiva Emilia Romagna ha cercato di far emergere queste grandi potenzialità delle  buone pratiche sociali attraverso il sito, le newsletter, i seminari, i social, Lepida TV, la collaborazione con la scuola, l’università, i quartieri, gli enti locali e la Regione Emilia Romagna.

Attualmente Cittadinanzattiva sta verificando, a livello regionale e nazionale, la possibilità di promuovere una serie di collaborazioni, al fine di consolidare il progetto “Buone pratiche sociali”, ed eventualmente aprire nuovi scenari finora inesplorati. A questo proposito mi riferisco ad esempio: alla creazione di una rete di testimoni significativi in grado di fornire consulenza ai giovani interessati a promuovere buone pratiche sociali con finalità educative, alla valorizzazione del ruolo delle comunità educanti, al riconoscimento di crediti educativo-formativi  ai giovani inventori e conduttori di buone pratiche sociali, alla socializzazione di esperienze di cittadinanza attiva gestite da ragazzi e giovani, alla promozione di rubriche e trasmissioni, attraverso i social ed i mass media, condotte dai giovani, per una comunicazione mirata a pubblicizzare le buone pratiche sociali con finalità educative.

Sono sicuro che molti lettori di questa newsletter avranno tante altre interessanti idee e proposte, ma anche osservazioni critiche orientate a dare risposta all’emergenza educativa.  
Proprio per questo Cittadinanzattiva Emilia Romagna è molto interessata a ricevere, ma anche a pubblicizzare il Vostro prezioso contributo di esperienze, progetti e proposte, che potete inviarci attraverso:
•     il gruppo facebook Buone pratiche sociali
•    il profilo Instagram buonepratichesociali_er
•    mail al seguente indirizzo: buonepratichesociali@cittadinanzattiva-er.it 

 
Per conoscere le buone pratiche sociali di cittadinanza attiva:

https://buonepratichesociali.cittadinanzattiva-er.it/
Guarda i video dei seminari sulle buone pratiche sociali dei cittadini a Bologna sul nostro canale Youtube:

https://www.youtube.com/channel/UCz18I362U8en5jOjNipI-pg
 
#buonepratichesociali di Cittadinanzattiva Emilia Romagna
un progetto di Walther Orsi

con la collaborazione di
Irene Amendola, Anna Baldini, Francesca Capoccia, Salvatore Condorelli, Paola Cuzzani, Claudia D'Eramo, Corinna Garuffi, Angelica Leoni, Francesco Scotece, Lorenzo Patera, Anastasiia Vitiuk
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