UNA PULITURA COI FIOCCHI (E BISTURI) DI CUI CESARE BRANDI ANDREBBE FIERO
IL SANSONE E DALILA DI RUBENS ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA E' UN FALSO?
ITALIA - INGHILTERRA 3-4
QUANTO VALE UN'OPERA D'ARTE?
SIAMO TUTTI VAN EYC
SERVIZI:QUANDO SERVE UNA RIFLETTOGRAFIA?
SANDRA PUCCI
interviste al mondo del restauro
I restauratori fanno un lavoro bellissimo. Un po’ come il nostro, difficile ma bello. Condividono con noi la passione per la materia che si traduce in arte. E la conoscono la materia, in modi che a volte si sovrappongono, a volte sono complementari a quelli dei diagnosti.
Il loro punto di vista aggiunge sempre qualcosa di nuovo e importante.
Con Sandra Pucci, restauratrice, abbiamo lavorato ad un’opera che veniva considerata “minore”, ma che ha riservato molte sorprese, anche un sospetto di Caravaggio
Il 25 Ottobre scorso Pablo Picasso avrebbe compiuto ben 140 anni, eppure la sua pittura è ancora attualissima. Un artista estremamente importante per la storia dell’arte e l’icona del genio. Ma forse non sapete di Picasso falsario.
Scelse il cognome genovese, Picasso, della madre, perché più raro e intrigante di Ruiz, cognome del padre, anche se doveva a lui, che era insegnante d’arte, l’avvio della sua carriera di artista.
Una pulitura coi fiocchi (e bisturi) di cui Cesare Brandi andrebbe fiero
“Comunemente s’intende per restauro qualsiasi intervento volto a rimettere in efficienza un prodotto dell’attività umana” così scriveva Cesare Brandi nel saggio in cui descriveva l’importante missione del restauratore, spiegando come tutto il lavoro dovesse essere fatto nel più totale rispetto dell’opera e del tempo trascorso che ha aggiunto a sua volta valore alla composizione iniziale.
Una visione innovativa che lo portò ad approcciarsi in modo molto critico alla pulitura. Nel caso in cui però ci si appoggia alla diagnostica e si procede con puliture meticolose e attente, si ottengono risultati che lo stesso Brandi avrebbe apprezzato; sono numerosi ormai gli interventi importanti di pulitura che hanno permesso di riportare l’opera ad un aspetto molto più vicino a quello originale: il dipinto di Vermeer “Ragazza che legge una lettera davanti alla finestra” è uno di questi casi.
Il Sansone e Dalila della National Gallery di Londra e' un falso?
“Il mio talento è tale che nessuna impresa, per quanto vasta di dimensioni, mai supererà il mio coraggio”. Così scriveva di sé il grande Pieter Paul Rubens, conosciuto anche come “Pietro Paolo” visto che in Italia aveva vissuto ben 8 anni e che proprio in Italia riuscì a mettere a fuoco il suo stile e il suo “marchio di fabbrica”.
Nel 2018 è stata introdotta la 5a direttiva europea antriciclaggio. L’intento, dei paesi dell’Unione Europea è sempre quello di combattere il riciclaggio di denaro in tutti gli ambiti, anche in quello del mercato dell’arte.
Nell’ultimo anno e mezzo è come se il mondo fosse stato messo in pausa a causa dalla pandemia. Ma, nonostante questo, il mercato dell’arte non ha subito alcuna battuta d’arresto, anzi ha registrato vendite inaspettatamente straordinarie.
Quante volte abbiamo parlato di come la diagnostica faccia comprendere il processo di esecuzione di un’opera d’arte? Di come sia fondamentale a discriminare un’opera autentica da un falso. Di come sia necessaria per comprendere l’autografia di un manufatto traverso gli strati non visibili al nostro occhio
Il patrimonio artistico e culturale non può essere valutato un tanto al kilo, come qualsiasi altro prodotto. Necessariamente entrano in gioco parametri diversi nella stima del valore di un’opera d’arte. E’ la sua esistenza, ancor più la sua possibile mancanza, che ne aumenta il valore. La sua esistenza è fonte, documento, legame con il passato. Lo illustra, lo tramanda. Se il manufatto non esistesse più, se non fosse stato protetto adeguatamente, avremmo uno iato incolmabile in quello che è il discorso storico, prima che un danno economico. La domanda: “quanto vale un’opera d’arte?” è di difficile risposta.
L’emozione che si prova quando si analizza un dipinto con la riflettografia infrarossa e si scopre il disegno preparatorio, è ineguagliabile. Ogni volta è un inedito, un segreto custodito al di sotto degli strati di pittura, una fase che l’artista non avrebbe mai pensato che sarebbe stata rivelata.
Questo non succede quando il quadro… non è finito! Solo in questo caso si vede perfettamente ad occhio nudo quali strumenti sono stati utilizzati, come è costruito il dipinto, se è stato usato un mezzo di riporto da una composizione realizzata precedentemente altrove o meno.