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3 dicembre 2021

Sudamericana

La newsletter sull’America Latina a cura di Camilla Desideri

Pessimismo alla vigilia “Il 28 novembre nessuno in Honduras avrebbe scommesso neanche un centesimo sul fatto che le elezioni generali si sarebbero svolte in modo pacifico”, racconta Carlos Martínez, giornalista del sito salvadoregno El Faro. “E i primi eventi sembravano dare ragione ai pessimisti: a metà mattina, mentre lo scrutinio era ancora in corso, sia il partito Libre (della candidata di sinistra Xiomara Castro) sia il Partido nacional (conservatore e al potere) si sono dichiarati in vantaggio sui loro social network. Alla fine della giornata le tensioni non sono diminuite. Anzi: il Partido nacional ha annunciato su Twitter la vittoria del candidato Nasry Asfura, seguito poco dopo da Manuel Zelaya, ex presidente, marito di Castro e leader indiscusso di Libre, che ha festeggiato il successo elettorale e ha convocato una conferenza stampa”. Il pessimismo era dovuto anche al fatto che la campagna elettorale è stata particolarmente violenta, con l’uccisione di almeno trenta persone tra candidati e militanti politici. Invece la giornata si è svolta in modo pacifico e la partecipazione alle urne è stata altissima, più del 68 per cento degli aventi diritto al voto.

Xiomara Castro e le prossime sfide Anche se il conteggio dei voti procede a rilento, soprattutto nelle zone rurali del paese, Xiomara Castro è in vantaggio di venti punti percentuali su Asfura, avviandosi a diventare la prima presidente donna dell’Honduras e riportando la sinistra al potere dopo dodici anni di governo del Partido nacional. È proprio il partito del presidente uscente Juan Orlando Hernández il grande sconfitto delle elezioni: sui suoi componenti pesano accuse di corruzione, di aver smantellato le istituzioni democratiche e di avere legami con il narcotraffico.

Molti cittadini sperano che con la vittoria di Castro il paese potrà risolvere alcuni problemi che vanno avanti da tempo: povertà, corruzione e violenza. Tutti fattori che spingono le persone a emigrare verso nord. La vittoria di Castro non può essere spiegata senza sottolineare il ruolo che nella sua campagna elettorale ha avuto Zelaya, marito ed ex presidente deposto nel giugno del 2009 con un golpe. In ambito sociale, Castro ha messo le donne al centro del suo discorso e si è dichiarata contro le violenze e gli abusi. Sul tema dell’aborto è stata più ambigua, facendo marcia indietro dopo un’apertura iniziale a legalizzare l’interruzione di gravidanza in alcuni casi. Per la sinistra, che torna al potere in uno dei paesi più poveri e disuguali del continente, le sfide sono molte e difficili, prima tra tutte ristabilire lo stato di diritto venuto meno durante il governo di Hernández.

 Sostenitori di Xiomara Castro a Tegucigalpa, 28 novembre 2021. (Tomas Ayuso, Bloomberg/Getty Images)

Attualità

Colombia Il 30 novembre il dipartimento di stato americano ha reso noto che ritirerà ufficialmente le Farc dalla lista delle organizzazioni terroristiche. La decisione tuttavia non elimina le imputazioni negli Stati Uniti per narcotraffico e altri crimini che gli ex guerriglieri abbiano commesso o possano commettere in futuro. Il dipartimento di stato ha sottolineato che nella lista sono stati inseriti due nuovi gruppi: le Forze armate rivoluzionarie della Colombia Esercito del popolo e Segunda Marquetalia.
 

  • Per approfondire: uno speciale del quotidiano El Espectador intitolato Cinco años de una paz fragmentada, cinque anni di una pace frammentata. Con analisi, video, podcast, reportage, il giornale prova a ragionare sui successi e gli insuccessi dell’accordo di pace firmato il 24 novembre 2016 tra il governo di Bogotá e il gruppo guerrigliero delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Gli interventi riguardano i cinque punti fondamentali dell’intesa: riforma agraria, partecipazione politica degli ex guerriglieri, reinserimento dei combattenti nella vita civile, soluzione al problema delle coltivazioni illegali, vittime del conflitto. Anche El Tiempo, l’altro grande quotidiano della Colombia, pubblica uno speciale sull’anniversario degli accordi, sottolineando l’aumento della violenza contro attivisti ed ex guerriglieri. La situazione è preoccupante soprattutto nelle regioni in cui le Farc erano molto forti.

Diritti Dal 15 al 27 novembre una delegazione del Comitato contro le sparizioni forzate delle Nazioni Unite ha visitato il Messico con l’obiettivo di valutare la grave crisi di diritti umani che attraversa il paese, dove ufficialmente risultano 94mila persone scomparse. I funzionari hanno visitato tredici dei 32 stati messicani e hanno avuto riunioni con autorità di vario livello, compresi alcuni incontri con i familiari delle vittime. Anche se il comitato dovrà presentare un rapporto sulla sua visita tra marzo e aprile del 2022, in una conferenza stampa la presidente Carmen Rosa Villa-Quintana ha espresso alcune preoccupazioni. Ha detto che le sparizioni non sono un fenomeno del passato, ma persistono tutt’oggi. Con la pandemia di covid-19, inoltre, sono aumentate le sparizioni di bambini e bambine, donne e ragazze. L’impunità è diffusa e generalizzata in quasi tutto il territorio nazionale e ci sono casi di connivenza tra criminalità organizzata e autorità statali.
 

  • Sulle sparizioni forzate in Messico e sulla responsabilità dello stato il giornalista italiano Federico Mastrogiovanni ha scritto un libro molto interessante che s’intitola Ni vivos ni muertos (Derive Approdi 2015).

Le draghe installate dai cercatori d’oro illegali lungo il fiume Madeira vicino ad Autazes, il 23 novembre 2021. (Bruno Kelly, Reuters/Contrasto)

AmbienteViste dal cielo, sembrano una gigantesca armata. Centinaia di barche di legno risalgono il rio Madeira (uno dei maggiori affluenti del rio delle Amazzoni), allineate in una formazione quasi militare coprendo l’intera larghezza del fiume. Le draghe, sormontate da casette colorate, fiancheggiate da generatori, cavi, carrucole e lunghi tubi, avanzano lentamente sul corso d’acqua color fango. Una flottiglia tipica dei garimpeiros, i cercatori d’oro illegali dell’Amazzonia”. Comincia così un reportage del quotidiano francese Le Monde su un tema che negli ultimi giorni si è imposto sui giornali brasiliani e internazionali. Danicley de Aguiar, un attivista di Greenpeace che è andato sul posto il 23 novembre, ha detto di essere sconvolto dalle dimensioni dell’operazione illegale, che avviene a pochi chilometri da Manaus, la principale città della regione amazzonica. “Guardate la sfrontatezza di questi criminali, la loro impunità senza limiti”, ha scritto in un tweet la giornalista ambientale brasiliana Sônia Bridi. La ricerca del metallo prezioso nei fondali del rio Madeira, lungo più di tremila chilometri, non è una novità, ma risale agli anni ottanta del novecento e, prima di tutto, è una fonte di sussistenza per le popolazioni povere di pescatori che vivono lungo le rive dei fiumi. Secondo l’istituto MapBiomas, il 93 per cento del cosiddetto garimpo è concentrato in Amazzonia.

Venezuela Il Partito socialista unito del presidente venezuelano Nicolás Maduro ha ottenuto una vittoria schiacciante nelle elezioni regionali e amministrative del 21 novembre. Dopo un boicottaggio che durava dal 2017, allo scrutinio ha partecipato anche l’opposizione. La formazione al potere ha conquistato diciannove delle 23 regioni del paese e la capitale Caracas. L’astensione è stata alta, quasi del 60 per cento. Secondo il corrispondente di Bbc mundo Daniel Pardo, “il voto ha mostrato tutti gli errori dell’opposizione: si è presentata divisa e ha annunciato troppo tardi la sua partecipazione”. “Il paese è ancora lontano da una democrazia piena e il chavismo ha dato prova di non voler abbandonare il potere, ma quelle del 21 novembre sono state le elezioni più trasparenti degli ultimi anni”, afferma il quotidiano spagnolo El País nel suo editoriale. Invece il giornale colombiano El Tiempo sottolinea che la poca affluenza alle urne è stata una conseguenza dell’apatia della società venezuelana, provata dalla crisi economica e sociale, e dalla sfiducia verso le istituzioni corrotte. “Al Venezuela serve un cambiamento profondo e questo va ottenuto per via democratica. Per quanto riguarda l’opposizione, bisogna che capisca qual è il suo ruolo in questo momento storico mentre la comunità internazionale deve continuare a fare pressioni sul governo di Caracas, spingendolo a mettere da parte le sue politiche autoritarie”. Il 28 novembre il presidente Maduro ha definito “nemici” e “spie” gli osservatori dell’Unione europea che nei giorni scorsi avevano denunciato una serie di irregolarità nelle elezioni.

Archeologia Il 27 novembre un gruppo di archeologi dellUniversidad nacional mayor de San Marcos, a Lima in Perù, ha rinvenuto una mummia nel complesso archeologico di Cajamarquilla, vicino alla capitale. La caratteristica principale della mummia, che secondo una prima datazione risalirebbe a un periodo tra 800 e 1.200 anni fa, è quella di avere il corpo interamente coperto da alcune stoffe e le mani sul viso. Secondo gli esperti, potrebbe essere una posizione per un rito funerario. Nella tomba c’erano anche oggetti di ceramica con alcuni resti vegetali. Sulla Bbc si può vedere un video del ritrovamento.

Bolivia Dopo sette giorni di cammino e più di 180 chilometri percorsi a piedi, il 29 novembre una carovana guidata dall’ex presidente socialista Evo Morales è entrata a La Paz, capitale amministrativa della Bolivia, in appoggio all’attuale leader di sinistra Luis Arce che da alcune settimane sta affrontando varie proteste contro la gestione del suo governo. “Qui c’è il tuo popolo, non sei solo, non ti abbandoneremo”, ha detto Morales. Oltre a voler mostrare sostegno ad Arce, questa mobilitazione segna il ritorno di Morales alla politica attiva e gli spiana la strada verso le elezioni del 2025, quando l’ex leader indigeno potrà ricandidarsi alla presidenza.

Focus

Come avevano anticipato i sondaggi, il 21 novembre nessuno dei candidati alla presidenza del Cile ha ottenuto più del 50 per cento dei voti. Quindi il prossimo presidente, che prenderà il posto del leader di centrodestra Sebastián Piñera, si deciderà al ballottaggio in programma il 19 dicembre. Ad affrontarsi saranno due candidati che difendono modelli opposti di paese: José Antonio Kast, di estrema destra, sostiene una visione del mondo basata sull’ordine e la sicurezza, e l’ex leader studentesco Gabriel Boric incarna la necessità di cambiamento emersa durante le proteste sociali scoppiate a ottobre 2019 e sfociata nell’elezione di una convenzione costituente. In un ritratto dei due politici pubblicato su Bbc mundo, si legge che Kast, 55 anni, è spesso paragonato a politici come Donald Trump e Jair Bolsonaro, anche se in pubblico è solito usare toni più calmi e pacati. Tuttavia non ha mai nascosto l’ammirazione per il generale e dittatore Augusto Pinochet. Kast fa parte dell’organizzazione internazionale Political network values, che difende la vita umana, il matrimonio, la famiglia e la libertà religiosa. Sull’immigrazione, Kast ha proposto di creare una trincea per bloccare l’arrivo di migranti irregolari alla frontiera settentrionale del paese. Invece Boric, 35 anni, fa parte della coalizione di centrosinistra Apruebo dignidad (insieme al Partido comunista) e ha cominciato la sua carriera politica dopo le proteste studentesche del 2011 per un’educazione libera, gratuita e di qualità. Secondo lui, il 19 novembre si deciderà tra due idee estreme di politica e di paese: “O cominciamo a costruire un Cile più inclusivo e generoso, o continuiamo con la logica dell’esclusione e dei privilegi contro cui una parte di cittadini si è ribellata nel 2019”.

Una buona notizia

Anastasia Mejía. (Xolobaj Tv)

La giornalista nativa guatemalteca Anastasia Mejía, che nel 2013 è stata tra le fondatrici dell’emittente comunitaria Xolabaj Radio, il 18 novembre ha vinto il premio internazionale per la libertà di stampa assegnato ogni anno dal Committee to protect journalists (Cpj). Nell’agosto del 2020 Mejía, 50 anni, aveva raccontato la protesta dei commercianti maya nel suo paese natale Joyabaj, nel dipartimento occidentale di Quiché. I commercianti chiedevano al sindaco di ripristinare i permessi per vendere i loro prodotti, dopo che erano stati revocati a causa della pandemia di covid-19. Mejía aveva ripreso la manifestazione, il saccheggio di alcuni negozi e il caos nelle strade. Il mese successivo la polizia nazionale del Guatemala era entrata a casa sua senza un mandato di arresto e l’aveva portata in carcere con l’accusa di sedizione e oltraggio. È rimasta in prigione per più di un mese, solo per aver fatto il suo mestiere: informare. Mejía ha ammesso di aver paura, “se continuo a parlare temo che mi uccidano o minaccino la mia famiglia”. Ma grazie al premio del Cpj “continuerò ad alzare la voce, a parlare in nome degli oppressi e dei perseguitati”, ha detto esortando tutte le donne maya e in generale tutte le donne del mondo a non perdere la speranza e a vincere la paura.

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Da ascoltare

  • Che relazione ha il sedano con la scienza? Perché l’arrivo nel continente americano dell’olio di oliva ha a che fare con l’oppressione dei colonizzatori spagnoli? E lo sapevate che il platano, la banana, ha una relazione profonda con la resistenza delle comunità afrodiscendenti nella regione? E che i fagioli, los frijoles, pur essendo considerati un alimento identitario della cucina latinoamericana hanno tantissimi nomi diversi? Il podcast Carreta de recetas, condotto dalla filosofa colombiana Vanessa Villegas, parla di gastronomia ma anche di cultura, genere, politica e migrazione, per aiutare a costruire la memoria storica, per capire chi siamo, per incontrarci attraverso le differenze.
     
  • Al ritmo di circa 400mila streaming al giorno su Spotify, da qualche settimana Por supuesto (Certamente) di Marina Sena è la maggiore hit pop brasiliana degli ultimi anni. Venticinquenne, originaria di una piccola città dello stato del Minas Gerais, ha cominciato a imporsi la scorsa estate con l’album De primeira, prodotto da Iuri Rio Branco, che in poche settimane ha avuto milioni di download. Marina non è una debuttante: cresciuta in un ambiente musicalmente vivace come il Minas, è stata vocalist del gruppo A outra banda da lua e poi la fondatrice del trio Rosa Neon. La sua voce aspra e ricca di sfumature aveva già sedotto il pubblico nel celebre Fala lá pra ela (Diglielo a lei). Definita come “musa del pop sensuale” – lei ha dichiarato: “Sono diventata sexy da un giorno all’altro: la bellezza è questione di energia” – Marina Sena si è rivelata come solista con i brani Me toca (Toccami) e Voltei pra mim (Torno da me). Nel clip di Por supuesto (solo il titolo è in spagnolo), la musicista è una promessa sposa abbandonata in un salone delle feste, con qualche citazione dal film American beauty. È il consiglio di ascolto di Alberto Riva, giornalista e scrittore.

Eventi

  • Per chi sarà a Roma il pomeriggio del 5 dicembre, alla fiera Più libri più liberi la scrittrice messicana Guadalupe Nettel presenterà il suo libro La figlia unica. Con lei dialogherà Chiara Valerio. Del libro, secondo me uno dei romanzi più belli degli ultimi anni, avevamo parlato qui. L’incontro sarà curato dalla casa editrice La Nuova frontiera.
     
  • Il 17 dicembre, con replica il 18 dicembre, Internazionale organizza un evento intitolato Il giornale dal vivo all’Auditorium della Nuvola, a Roma. Dal poliamore ai migranti in Bielorussia, all’oroscopo di Brezsny, giornalisti, scrittrici, fotografi e artisti italiani e stranieri portano in scena un numero di Internazionale con parole, foto, video e musica. Tra gli ospiti della serata ci sarà la scrittrice peruviana Gabriela Wiener. Informazioni e biglietti si possono avere su Ticketone.

Su Internazionale

Sul sito

  • Un articolo sulle proposte dei due candidati in corsa per la presidenza in Cile.

Sul settimanale
  • Nel numero 1437 abbiamo pubblicato un articolo del País sulle elezioni presidenziali cilene. I due candidati che andranno al ballottaggio hanno idee politiche diverse e sono il riflesso di un paese spaccato. E un editoriale sul Venezuela all’indomani delle elezioni regionali e amministrative.
  • In questo numero un reportage del País Semanal ci porta a São Paulo, la metropoli più ricca e densamente popolata del Brasile, per parlare degli artisti di strada e dei loro murales, che hanno conquistato lo spazio pubblico della città ma devono fare attenzione a non essere inghiottiti dalla logica di mercato. E poi, nelle pagine di attualità, un articolo racconta la vittoria di Xiomara Castro alle elezioni presidenziali in Honduras. Infine una foto di Rodrigo Abd di un murale realizzato a Buenos Aires per Maradona. Il 25 novembre in tutta l’Argentina ci sono state commemorazioni per ricordare il calciatore a un anno dalla sua morte. E un’altra foto sulle proteste ad Haiti.

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