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Sei mai statә in un cerchio magico?


Sono Arianna Primavera e per vivere gestisco progetti e persone in Persona. A volte mi ritrovo in mezzo ad iniziative sociali per le quali mi occupo di grafica, comunicazione e progetto, di nuovo. Mi piace riciclare vestiti, mangiare piante e leggere libri di romantici gotici tedeschi che parlano di criptidi e figure nascoste nella penombra.

Essendo cresciuta tra le colline dell’Umbria più umida e ombrosa, tra avvistamenti notturni di fuochi fatui nei boschi e fiabe raccontate al calar del sole, sono piuttosto abituata a diverse tipologie di energie mistiche, rituali e miti fantastici e cose come un cerchio magico mi sono piuttosto familiari.

Per chi non lo sapesse, il cerchio magico è una componente fondamentale per alcuni tipi di rituali: viene tracciato sul suolo o creato con elementi fisici come pietre, sale oppure una corda e rappresenta una forma di protezione, per tenere fuori le entità malvagie che potrebbero disturbare il rituale e il praticante che sono al suo interno. Serve per definire lo spazio sacro e separarlo dal mondano, per non far disperdere le energie magiche che si creano durante il rito: in poche parole, tiene fuori le energie distraenti e negative.

 

Ebbene, di recente mi sono accorta che il suddetto cerchio è in un qualche modo molto più facile da ricreare nella realtà di quanto pensavo, anche se a tracciarlo non è una strega o un druido.


Forse perché sentivo la necessità di uno spazio ascetico dove poter ricongiungermi con il mio spirituale o forse perché sono sempre alla ricerca di un qualche segnale dal mondo dell’occulto. È certamente facile, dicevo, pensare di riprodurlo come artefatto fisico, ma allo stesso tempo è raro e non così semplice da riprodurre ciò che rappresenta: occorre un rituale a “riempire” i suoi materici confini, e, ovviamente, della magia.

Mi è capitato di scivolare con qualcuno in un letto, tirare il lenzuolo fin sopra la testa e iniziare a parlare di parole sussurrate all’orecchio. Mi sono di colpo resa conto di aver inconsapevolmente appena tracciato un preciso confine dal mondo reale al di là delle coperte e quello al loro interno, ritrovandomi in uno spazio senza tempo, isolato dal resto della realtà e dalle sue insite energie malefiche, immersa in una speciale atmosfera aurea: un cerchio magico.

Per quanto il tempo non sembri passare dentro il cerchio – nel quale ovviamente sono inutili, se non vietati, oggetti e strumenti terreni come i cellulari o i vestiti, e per quanto sia difficile decidere quando interrompere il rituale – i pensieri al suo interno rimangono comunque umani e hanno coscienza del fatto che al di fuori le ore stanno scorrendo e prima o poi l’incantesimo andrà infranto per tornare alla regolare vita terrestre, scandita da lancette, impegni, fretta, lavoro…

 

Una volta fuori dal cerchio, anche se circondati dal mondano, ci si ritrova sicuramente più purificati di quando si è entrati.


Voi siete mai statә in un cerchio magico?

Ad altre domande,
e forse pure a questa,
risponderanno
01-ARTICOLO-ENG (Disegno Journal, Johanna Agerman Ross)
02-ARTICOLO-ENG (Fast Company, Aaron Chu)
03-COLLETTIVO-ENG (Reconstrained Design)
04-ARTICOLO-ITA (Il Tascabile, Nicolò Porcelluzzi)
05-ARTICOLO-ENG (Medium, Cory Doctorow)

01-ARTICOLO-ENG
Mobili & NFTs: un’altalena di emozioni

 

A febbraio 2021, il designer Andrés Reisinger ha venduto l’NFT di 10 pezzi di arredamento. La domanda sorge spontanea: a cosa serve una seduta digitale? Un mobile che non si può toccare? Tuttavia, se consideriamo l’evoluzione dell’utilizzo di render nell’industria del design da semplice strumento a primario elemento di presentazione di nuovi concept, questo passaggio non pare più così sorprendente.

02-ARTICOLO-ENG
Disability-led design

 

Inclusione, ahimè, è una di quelle parole di moda che viene ripetuta, sfoggiata e osannata talmente tanto da perdere senso compiuto. Il design inclusivo si propone di progettare per tutti, ma chi sono questi tutti? E soprattutto, il team progettante è a sua volta inclusivo? Il pericolo che incalza è di imporre alle persone disabili il solo compito di “user”, anziché lasciar spazio a vere e proprie contribuzioni al progetto.

03-COLLETTIVO-ENG
Che succederebbe se ci svincolassimo?

 

Il reconstrained design è un nuovo ramo del design che si occupa di immaginare soluzioni su misura per un futuro desiderabile, tangibile e preferibile. Questa nuova disciplina, vicina al design speculativo, è stata sviluppata dal Madeira Interactive Technologies Institute in Portogallo in antitesi con i vincoli imposti al processo creativo e all’innovazione tecnologica da parte di contesti sistemici e intangibili come le norme che regolano le infrastrutture o le legislazioni che governano un paese.

04-ARTICOLO-ITA
Bling-Bling

 

Oggi con il totale avvento di internet e un sempre più imminente metaverso la funzione dello spazio rafforza la sua natura discriminatoria e inneggia all’ingiustizia. Quella che Debra Kamin definisce “la corsa alla terra virtuale” è un po’ la stessa sensazione che ci trasmetteva quella serie su MTV che raccontava adolescenti pieni zeppi di soldi nelle loro case spaziali. Oppure la casa dei Kardashian o ancora prima quella di Paris Hilton.

05-ARTICOLO-ENG
Ruota panoramica

 

Un’analisi divisa in sei parti del re di tutti i parchi a tema: Disneyland. Facilissimo passare dall’idea di divertimento sfrenato a quella di incubo senza fine. Sembra che di trappole ce ne siano dietro ogni angolo. Arrivando al sesto capitolo si svela completamente la logica di controllo che calcola al millimetro ogni nostro stato d’animo. Esperienza garantita!



Edizione #181
del 03/12/21

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A venerdì prossimo,
la squad di DOW.


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