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  Newsletter n.46 del 03/12/2021

Nuove generazioni:
dall’astensionismo politico all’attivismo sociale

 (di Francesca Capoccia)


Foto di Fridays For Future

Lo scorso 3 e 4 ottobre, in più di 1000 comuni italiani si sono svolte le elezioni amministrative, con particolare attenzione a città come Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna.
A parte i risultati politici, ciò che conta è focalizzarsi sull’affluenza di voto, in particolare quella giovanile, sulla partecipazione e sull’interesse delle cittadine e dei cittadini.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, il risultato generale definitivo registra una partecipazione pari al 54,69% in tutta Italia: un record storico negativo di partecipazione al voto, con un elettore su due che ha deciso di astenersi. Guardando i numeri delle singole città, l’affluenza alle urne è la seguente: 
•    Roma: 48,83% (40,68% al ballottaggio)
•    Milano: 47,72%
•    Napoli: 47,17%
•    Torino: 48.08% (42,14% al ballottaggio)
•    Bologna: 51,18%

Le cause sono sicuramente molteplici. Secondo uno studio di SWG, società che analizza dinamiche del mercato, della politica e della società, le sei motivazioni principali di astensione sono:
•    impegni personali: 27%
•    inutilità del voto: 22%
•    disinteresse verso la politica: 19%
•    candidati non adatti: 15%
•    non c’erano proposte politiche su temi di interesse: 11%
•    protesta: 9%

A mio parere, è fondamentale riflettere e porsi domande sui vari motivi che hanno spinto le persone a non andare a votare, a non interessarsi di chi amministrerà la propria città per i prossimi cinque anni, a non interessarsi dunque del proprio futuro. La causa, come possiamo vedere, non è univoca, ma ciò che resta è una politica distante dalla vita quotidiana, una politica che non riesce a raggiungere, coinvolgere e rappresentare i propri cittadini, una politica che lascia un vuoto di rappresentanza.

Molto preoccupante è l’astensionismo nei giovani. Secondi la ricerche di SWG, infatti, nella maggior parte dei casi, l’astensionismo riguarda soprattutto la fascia di età tra i 18-34 anni:
•    Roma 66%
•    Trieste 66%
•    Torino 62%

Milano e Bologna si discostano leggermente da questo andamento. 
Matteo Lepore, infatti, nuovo sindaco della città, si afferma sia tra anziani sia tra giovani (67% in entrambi). Nonostante questo, l’astensionismo generale tra i giovani rimane comunque elevato, pari al 57%. 
A Milano, invece, Beppe Sala, riesce sempre più a coinvolgere e convincere i giovani, ottenendo il  71% di voti tra gli under 35. Un ottimo risultato, soprattutto se confrontato con i risultati degli altri comuni e con il risultato del 2016, dove ottenne circa il 35% dei voti giovanili. 



Per quanto riguarda l’elettorato passivo, ovvero la possibilità di ricoprire cariche elettive, i dati del Viminale rivelano che la percentuale di candidati sindaco giovani non è così elevata. Il ministero, infatti, ha elaborato una stima calcolando che su 145 candidati nei 17 comuni capoluogo delle Regioni a statuto ordinario, solo 9 hanno meno di 35 anni e sono 26 quelli di età compresa tra i 36 e i 45 anni.

C’è però un punto interessante, un elemento in controtendenza rispetto ai dati sopra riportati: in diverse liste si sono candidati in quasi tutta Italia molte ragazze e ragazzi, anche giovani che provengono da esperienze della società civile e  non solo dalle file giovanili dei partiti. 
Anche in questo caso, sia Milano che Bologna guidano il trend. 

Nel capoluogo Lombardo la generazione under35 conquista numerosi posti in consiglio comunale e con cariche importanti. Tra questi troviamo:
•    Gaia Romani, 25anni, assessora ai Servizi civici, Partecipazione e Trasparenza, Politiche del decentramento
•    Marta Riva, 28 anni, assessora allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili
•    Federico Bottelli, 26 anni 
•    Alessandro Verri, 26 anni
•    Samuele Piscina, 31 anni  

La scena politica bolognese risulta abbastanza giovanile, partendo proprie dalle due cariche più alte: il sindaco Matteo Lepore, 41enne e la vice sindaca Emily Clancy, 30enne, che è stata la più votata in consiglio comunale con 3.541 preferenze, e nel suo primo mandato, 5 anni fa, è stata la più giovane consigliera eletta a Bologna di quella tornata elettorale. 
Inoltre, su 36 persone elette in consiglio, 24 hanno meno di 50 anni, di cui 4 ventenni e 6 trentenni. Tra i più giovani ricordiamo:
•    Giacomo Tarsitano, 21 anni
•    Giorgia De Giacomi, 22 anni
•    Matteo Di Benedetto, 29 anni
•    Detjon Begaj, 30 anni
•    Stefano Cavedagna, 31 anni

Anche a Roma, in realtà, non sono mancati giovani candidati nelle varie liste, sia civiche che di partito. Ragazze e ragazzi si sono messi in gioco focalizzandosi su istanze ben precise e che vengono scarsamente valorizzate da altri candidati: disuguaglianze nelle periferie della città, ambiente e sostenibilità, piste ciclabili, servizi socioculturali, scuola, sport e centri di aggregazione giovanili. L’obiettivo, quindi, è stato di dare voce e rilevanza a chi non ne ha. 
Nonostante il forte impegno, quasi nessuno di quelli presentati come il ricambio generazionale è stato eletto. Uniche eccezioni: 
•    Lorenzo Marinone, 28 anni, delega alle Politiche Giovanili
•    Nella Converti, 31 anni
•    Claudia Pappatà, 31 anni
•    Flavia De Gregorio, 33 anni

Osservando il trend generale dell’elettorato attivo e passivo, si potrebbe concludere che in Italia i giovani sono spesso esclusi dalla politica, essendo un peso elettorale ridotto e ritenuti non in grado di svolgere funzione di rappresentanza e amministrazione. 

Ma bisogna ricordare che politica non significa solamente ricoprire una carica istituzionale, ma riguarda anche e soprattutto partecipazione civica, collettiva, associazionismo, attivismo e interesse verso cause e diritti civili e sociali
Cala forse l’interesse verso le cariche istituzionali, ma non manca certamente la volontà e la forza di cambiare e migliorare la società e l’ambiente in cui viviamo. 
Parità di genere, ridistribuzione della ricchezza, salario minimo, salute mentale e tutela ambientale sono solo alcune delle tematiche che più interessano e stanno a cuore alle nuove generazioni, a chi questo mondo non solo lo sta vivendo ora ma lo dovrà vivere in futuro. Insomma, tutti temi di cui la classe politica dirigente dovrebbe occuparsi e che, invece, sta fortemente trascurando.

A Milano, lo scorso 1 ottobre, il movimento Fridays for future è riuscito a portare in piazza circa 50mile persone per protestare contro la Pre-Cop, riunione per preparare la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26). “Siamo la generazione senza futuro. Viviamo e vivremo sulla propria pelle gli effetti sempre più intensi della crisi climatica” è stato lo slogan di apertura della manifestazione. I giovani, infatti, sono ormai sempre più consapevoli del proprio ruolo nel mondo e dell’urgenza di agire per poterlo conservare.

Officine Italia e Visionary Days sono due piattaforme di aggregazione giovanile dove è possibile discutere e attivarsi per costruire un futuro insieme. Nel 2020, infatti, hanno lanciato la petizione “Uno Non Basta” per protestare contro il progetto dello stato italiano che ha destinato ai giovani solo l’1% dei quasi 200 miliardi del Recovery Fund post Covid-19. 

Per quanto riguarda Bologna, vale menzionare due iniziative studentesche quali:
•    La Mala educacion, collettivo autogestito che all’interno dell’Università di Bologna garantisce uno spazio di produzione di saperi femministi e transfemministi, uno spazio di cura, d’ascolto e riconoscimento
•    Festival dell'antropologia, un evento a partecipazione totalmente libera e gratuita realizzato a Bologna da studenti volontari provenienti da tutta Italia, uno spazio di incontro dove accademici, professionisti, studenti e partecipanti possano dialogare, confrontandosi sui grandi temi della contemporaneità.

Cittadinanzattiva Emilia Romagna lo scorso 12 novembre ha inaugurato il suo spazio giovani con lo scopo di occuparsi e preoccuparsi delle esigenze giovanili della Regione.
L’obbiettivo è di fornire assistenza sanitaria e consumertistica a tutti i giovani, di coordinare, in un'unica rete, alcuni tra i tanti servizi già presenti sul territorio, per facilitare i contatti e gli accessi agli stessi. Non solo assistenza, dunque, ma anche socialità rientra tra le priorità, e proprio per questo è stato creato uno spazio in cui ognuno si possa sentire accolto, all'interno del quale possa condividere la propria esperienza con altri. 
Sicuramente sia a Bologna che nel resto d’Italia sono presenti persone, associazioni, organizzazioni e gruppi giovanili formatosi dall’esigenza di agire in prima persona per cambiare e migliorare la nostra società.
Cittadinanzattiva è molto interessata a ricevere i vostri esempi, ma anche commenti ed osservazioni critiche che potete inviarci attraverso: 

•   il gruppo facebook Buone pratiche sociali
•   il profilo Instagram buonepratichesociali_er
•   mail al seguente indirizzo: buonepratichesociali@cittadinanzattiva-er.it 

 
Per conoscere le buone pratiche sociali di cittadinanza attiva:

https://buonepratichesociali.cittadinanzattiva-er.it/
Guarda i video dei seminari sulle buone pratiche sociali dei cittadini a Bologna sul nostro canale Youtube:

https://www.youtube.com/channel/UCz18I362U8en5jOjNipI-pg
 
#buonepratichesociali di Cittadinanzattiva Emilia Romagna
un progetto di Walther Orsi

con la collaborazione di
Irene Amendola, Anna Baldini, Francesca Capoccia, Salvatore Condorelli, Paola Cuzzani, Claudia D'Eramo, Corinna Garuffi, Angelica Leoni, Francesco Scotece, Lorenzo Patera, Anastasiia Vitiuk
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