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"Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell’estate,
e il sole, il suo volto appassionato.
Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.
Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un’aquila
ma con le ali di un passero.
Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte
sono cose impossibili da aggiustare."
 Anne Sexton

 

"Una storia tutta per sé", Les Flaneurs edizioni, è il risultato del disordine da me riordinato di appunti, di lezioni, di note a margine, di incazzature, di domande, di risposte, di certezze e di incertezze. Insomma di tutta l’esperienza che ha attraversato la mia attività di "levatrice di storie", iniziata oramai più di dieci anni fa. Non ho la pretesa di avere l'ultima parola e tantomeno l'unica parola su un argomento come la scrittura che, a dirla tutta, si impara solo in un modo: scrivendo. Per cui non mi aspetto di essere letta per essere imparata a memoria, come Nietzsche pensava dovesse accadere a chi scrive nel senso più perentorio del termine. Non ci sono approcci perentori, anche quando sembrerà che ci siano. Non ci sono intenti indottrinanti ma dialettici. Non ci sono regole, solo punti di vista.
 
Lo confesso. Non mi aspetto nulla dalla scrittura. Ho smesso di avere aspettative verso le parole. Se c'è solo una cosa che mi aspetto di dare e poi di ricevere  è il rinnovamento dell'amore per le storie, per la scelta di guardare le cose in un modo e non in un altro. Jonathan Franzen dice che "la prima cosa che la lettura insegna è come stare soli".  Molto vero, impossibile dargli torto. Anzi, per rafforzare ulteriormente il pensiero di Franzen, rilancio e dico che la prima cosa che la scrittura insegna è come non stare soli. Scrivere ti fa sentire in compagnia, anche quando nella tua stanza non c'è nessuno, niente. La scrittura ci guarda, più di quanto possiamo immaginare. Dunque anche per questo non potevo permettermi di affrontare "Una storia tutta per sé" da sola. Con me ci saranno le storie delle persone che hanno condiviso con me questo percorso. Le loro storie sono sparse nella narrazione.
Una  volta, terminando una lezione particolarmente appassionante per me, mentre mi scioglievo nei saluti finali, qualcuno osservando la scena ha detto: sembra che tu stia salutando la tua band. In effetti è così, ogni classe è una band, ognuna con una musica e una personalità diverse ma sempre in grado di dare esistenza a me prima che io a loro. Abbiamo suonato cose belle insieme, grazie!
 Nel libro ci sono anche gli scrittori e le scrittrici che mi hanno influenzato e tre masterpiece nella sezione "Verità Eterne". Dai loro libri si può imparare molto, intanto si può imparare a leggerli e poi anche a vedere come si muove dentro la loro testa tutta la musica più intima della scrittura. Infine, nel libro mi fanno compagnia anche l'esperienze di tre scrittrici che con i loro "Rifornimenti" raccontano come e perché cominciano a scrivere una storia.  Non finirò mai di ringraziare Giulia Carcasi, Claudia Durastanti e Elena Varvello per essere scrittrici così generose e quindi sempre libere. 


"Una storia tutta per sé" sarà in libreria dal 15 dicembre, il giorno in cui ci sarà la prima presentazione a Bari alle ore 18.00 al Museo Civico nell'ambito di Libri al Museo, con me dialogherà Anna Puricella, giornalista di Repubblica Bari.
L'ingresso è libero, senza prenotazioni, richiesto green pass.

La seconda presentazione del libro si terrà nella sede della casa editrice, Les Flaneurs, sempre a Bari in via G. Postiglione 6, domenica 19 dicembre alle ore 18.30, con me dialogherà AnnaChiara Biancardino, editor del libro. Ingresso libero, richiesto green pass.


 

A presto, Alessandra

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