Copy
the moony files #13

Buongiorno, bentornato nella fanzine digitale di Lunetta11.

The moony files è la newsletter dedicata alla nostra arte, ai nostri artisti e al nostro territorio.

 

Buon anno a tutte e tutti! Ancora qualche giorno di festa e di riposo e il mondo ricomincerebbe a girare in senso orario seguendo i tic tac canonici da ufficio e da sveglia per la scuola. Se non fosse che. Se non fosse che... in epoca pandemica qualsiasi equilibro ha perso il suo baricentro. Difficile fare gli equilibristi quando il mare è in tempesta, non è vero?

Il mondo dell'arte italiano ha avuto il suo primo stop dell'anno: Arte Fiera è stata giustamente rinviata. Eravamo pronti ad annunciarvi la nostra partecipazione con un solo show di un giovane artista. Attendiamo le nuove date della fiera bolognese e nel frattempo visto che non ci fermiamo mai, per oggi abbiamo pensato di raggiungere insieme a voi un artista conosciuto durante i giorni passati a Roma per Arte in Nuvola - Daniel Gonz
ález.


 

People from Lunetta - Daniel González


Nato in Argentina nel 1963, Daniel vive e lavora tra New York e Verona (Italia). La sua arte affonda le radici nella cross-medialità e nella ricerca sui riti celebrativi. Si concretizza in progetti pubblici: stendardi con paillettes, pezzi unici indossabili esibiti in performance di grande impatto. La creazione di mondi irrazionali ed energetici, aree di libertà in cui crollano le convenzioni esistenti.
 

Ciao Daniel, intanto se ti va puoi raccontarci un po’ della tua storia personale ed artistica, come sei finito in Italia dall’Argentina e come hai iniziato il tuo percorso

Certo! Nasco come chimico. Ma poi in realtà ho lavorato come stilista durante l’adolescenza, in Italia sono arrivato attraverso questo. Dirigevo una produzione terzista con diversi clienti, tra i quali anche la Benetton. Dopo un anno di questo lavoro ho deciso che la mia volontà era fare l’artista e sono venuto qui per rincorrere questo sogno. Quindi ho iniziato a partecipare alle prime manifestazioni e ormai sono vent’anni che lavoro con diverse gallerie. Per spiegarti subito meglio cosa faccio posso parlarti di questo progetto fatto a Buenos Aires. Tredici di quelle che io chiamo “architetture effimere” situate nelle zone non espositive del Museo de Arte Contemporáneo Buenos Aires (MAR) di Mar del Plata. Ho invitato tutta la popolazione a partecipare, chiedevo quali fossero i loro desideri e li utilizzavo nel mio processo creativo. Tante persone ad esempio mi raccontavano che volevano avere in casa tante piante; così ho creato un hotel per le piante con materiali di recupero; mi venuto in mente che abbiamo sempre questo problema quando partiamo che non si sa chi le deve annaffiare. La gente portava al museo per un periodo limitato di tempo la loro pianta per farla riposare e farla stare in vacanza. L’istallazione era intorno ad una scala meccanica con musica classica ogni ora, addirittura gli leggevano poesie. Era molto bello vedere i bambini venire al museo con la loro piantina, lasciarla lì, scattarsi foto.

Dance monster flower pot, 2012

Com’è stato confrontarsi con il sistema dell’arte contemporanea italiana?

Ho vissuto dodici anni a Berlino oltre che in Italia e sicuramente mi ha fatto realizzare molte cose. Devo dire che il sistema qui è curioso e generoso. Naturalmente ora sono anche cresciuti premi, borse di studio che facilitano soprattutto i giovani nel sostenersi ed inserirsi in un contesto professionale. Penso che generosità sia la parola chiave: mi sembra che ci sia sempre la volontà di aprirsi, osservare una manifestazione, un’espressione diversa, un punto di vista diverso. Venendo poi appunto da Berlino e avendo avuto a che fare con la situazione di lì che è molto diversa. Noi latini siamo molto sedotti dal mondo “anglosassone” in generale, ma ci dimentichiamo le possibilità che ci offre il nostro mondo. Quei mondi sono molto più ermetici, se non provieni dalle loro scuole o da specifici “punti di ingresso” al mondo artistico e lavorativo è quasi impossibile inserirsi.

La tua proposta artistica è molto eterogenea, quali sono le principali fonti di ispirazione dietro ai tuoi lavori?

Io faccio quelle che chiamo le architetture effimere, dal 2006, installazioni pubbliche ma anche dipinti. La mia proposta è eterogenea ma in un certo senso ogni cosa è parte di un tutto. Mi ispiro molto alle macchine da festa barocche, ad esempio quelle del Bernini a Roma e Napoli. Tutto il mondo della celebrazione. Un esempio pratico di quello che ti sto dicendo è quello che succedeva quando nell’antica Roma rientravano gli eserciti in festa e si sospendevano le classi sociali: soldati e generali erano uguali, si potevano prendere in giro fra di loro. Mi piace questo salto degli schemi, il rovesciamento dei poteri, questo livellamento delle possibilità. Questo tipo di momenti erano dedicati al popolo e in quel momento il popolo “mangiava”, anche letteralmente, era un momento speciale. Il fatto che un’opera artistica come una fonte o un ponte venisse costruito per l’evento e convocasse la gente attorno a sé con queste motivazioni di uguaglianza mi affascina.

Riproduzione degli apparati festivi allestiti da Bernini e Giovan Paolo Schor a Trinità dei Monti per la nascita del Delfino di Francia


Cos’è che ti ha attratto del lavorare con un materiale specifico e inusuale come il mylar (polietilene tereftalato)?

Sono stato uno dei primi nel 2005 a produrre grandi opere in paillettes e mylar. Il luccichio esagerato di questi materiali mi fa pensare ad un atto di magia. Con le paillettes nel 2017 ho anche vinto un premio. La scelta di questi materiali mi riporta di nuovo all’idea di festa, mi ricollego a quello che dicevo prima e anche al mio background nella moda visto che poi mi ritrovo spesso a cucire e lavorare su tessuti in questo senso. Anche quando non utilizzo questi materiali comunque ne riprendo lo spirito con colori forti, passaggi tonali intensi. Riassumendo insomma io lavoro sul rito della celebrazione sull’abbandono delle proprie inibizioni, quella sensazione che provi quando sei sulla porta di un club...

E infatti volevo arrivare proprio a questo, al tuo rapporto con la musica. Sembra una costante del tuo lavoro in ogni sua declinazione

Per me la musica, la moda, l’arte visiva - non hanno divisioni. Tutto viene etichettato ma per me non ha senso, è tutto collegato dallo stesso filo. La musica rientra sempre in questo discorso di perdita di controllo. Esempio pratico è quando ho fatto l'istallazione delle personal disco, in cui la gente poteva collegarsi al bluetooth e ballare le proprie playlist all’interno di sculture e architetture effimere. Dava la possibilità allo spettatore di partecipare, mi piace che lo spettatore diventi un performer. Cerco di farti perdere il controllo: quando infatti si radunavano tante persone poi uscivano dicendo che si sentivano un po’ stranite, c’era una grande componente introspettiva in quel che succedeva. Anche perché poi anche lì ti ritrovi con persone di tutti i tipi, proprio come in un club. Puoi parlare con il buttafuori o con il ceo di un’azienda, ma tutti in quel momento vogliamo la stessa cosa: divertirci, perdere il controllo, celebrare.

Local Tips - Simone Aguzzi, sindaco di Mombarcaro 

Mombarcaro

Per la sezione Local Tips di oggi siamo entrati nelle istituzioni dell’Alta Langa. Abbiamo parlato con Simone Aguzzi, il sindaco di Mombarcaro, ovvero il comune che ospita Lunetta11. Nella sua esperienza più che decennale come sindaco Simone ha assistito al cambiamento del territorio in prima persona, svolgendo una parte importante nel plasmarlo in ciò che è oggi. “Sono dodici anni che sono sindaco. A livello demografico la cosa più interessante è stato l’ingresso di diversi cittadini stranieri: tedeschi, svizzeri, olandesi, alcune famiglie anche con bambini. Su loro impulso stanno crescendo attività imprenditoriali nuove e particolari, ad esempio una coppia di turisti olandesi dopo essersi innamorati del territorio hanno comprato terreni e costruito tende su palafitte che oggi affittano per chi voglia un risveglio in natura. Le persone che vengono da fuori hanno anche dato uno stimolo all’edilizia, recuperando borgate con tecniche in pietra e ferro, poco cemento. Hanno portato un loro gusto internazionale riguardo il recupero filologico delle borgate”. 
Ma oltre a questo impulso da fuori il nostro territorio vive anche un momento “di recupero delle tradizioni agricole, soprattutto da parte dei giovani.”

E in questo senso, grande impulso è stato dato anche dalla nascita del Consorzio della Patata dell'Alta Valle Belbo che ha recentemente ottenuto importanti stanziamenti economici. “Storicamente il nostro territorio era prettamente agricolo, tradizione che durante l'industrializzazione per ragioni storiche ha subito una notevole inflessione. Venticinque anni fa invece è nato il consorzio che riportava la patata come prodotto locale. Da allora sono incrementati il numero degli agricoltori, oggi una quindicina, e le richieste del prodotto che quest’anno hanno addirittura superato la produzione. È un prodotto di élite dalle caratteristiche particolari”. L'unicità delle patate di Mombarcaro è data da una parte dal tipo di terreno della Valle Belbo, una terra sabbiosa e soffice con un'altitudine fino a 900 metri. E dall'altra dagli antichi metodi naturali di coltivazione che sono stati recuperati dagli agricoltori della zona. 
"Ora con un bando siamo riusciti a prendere un finanziamento così che tutta la filiera verrà potenziata, ci sono gare di appalto in corso. Poi si spera di riuscire ad attirare anche chi ancora non è nel consorzio perché si possa arrivare a parlare di un marchio di qualità importante”.

Ogni anno a metà luglio viene organizzata dalla Pro Loco e dal consorzio la Sagra della patata dell’Alta Valle Belbo. Durante la manifestazione numerosi stand dei produttori offrono il proprio prodotto diviso nelle varie specie e nella piazzetta di Mombarcaro le signore del paese cucinano le tante ricette tradizionali a base di patate.

Ma non solo agricoltura e demografica. Il sindaco ha speso qualche parola anche per Lunetta11 “è un progetto nato bene e che sta continuando a far bene. L’intelligenza è stata nella modalità di inserimento sul territorio, graduale e senza irruenza, senza rompere gli equilibri. Qui la gente sa essere un po’ chiusa e in passato è successo che progetti arrivati in pompa magna venissero rigettati dopo appena un anno di vita. Questo a Lunetta11 non è successo e non succederà sicuramente, vista anche la capacità di connessone con gli altri comuni vicini e la risposta estremamente positiva del territorio fino qui.”

 
The moony files approderà nella tua casella di posta ogni due settimane, il giovedì.
Se l'hai trovata in Spam o Promozioni, puoi spostarla nella sezione principale della Posta in arrivo - ti basterà trascinare questa mail!

Se ti piace, puoi condividerla sui social o inviarla a chi preferisci, invitando i tuoi amici a iscriversi.
Ci aiuterai così a diffondere un po’ di bellezza e talento, che fa sempre bene al cuore.

Ti abbracciamo e ti aspettiamo nella verde galassia di Lunetta11!



 
Share Share
Share Share
Forward Forward
view this email in your browser
Facebook
Instagram
Website
Copyright © 2021 - Lunetta11 sas, All rights reserved.

Our mailing address is:
lunetta11sas@gmail.com

Want to change how you receive these emails?
You can update your preferences or unsubscribe from this list.

Email Marketing Powered by Mailchimp