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Un altro anno è passato
Alla fine di ogni anno siamo solit* guardarci indietro per vedere quanta strada abbiamo fatto. Facciamo i conti e prendiamo in esame i risultati delle nostre scelte nella nostra vita privata.
Siamo però sempre più abituati e abituate a vedere anche le varie Istituzioni fare i conti. Sentiamo numeri, percentuali, dati che ci aiutano a comprendere meglio l'entità di un fenomeno e il suo andamento.

Solo che a volte i numeri rimangono numeri.


E a volte il susseguirsi di numeri non ci lascia il tempo per comprenderne il peso. I "numeri della violenza" parlano chiaro: il fenomeno della violenza maschile contro le donne è quanto mai pervasivo.
Ma abbiamo bisogno di lasciare che questi numeri raccontino le storie.
Perché non sempre permettono di sentire che dietro ogni numero c'è una donna che ha subito violenze, spesso sottili e invisibili, spesso che fanno rumore e lasciano segni sul corpo.
Perché non sempre permettono di vedere che dietro ogni unità c'è un volto di una donna che ha vinto la paura e ha chiesto aiuto.
C'è una donna che non si è lasciata intimidire dai continui soprusi e che sta lottando per la propria libertà e autodeterminazione.

E noi vorremmo che i nostri dati potessero trasmettere la tenacia delle donne che incontriamo quotidianamente. 

 
Nel 2021 le operatrici dei centri antiviolenza Iside hanno accolto, ascoltato, sostenuto 367 donne; più della metà delle donne ha figli, per la maggior parte minorenni. 168 di loro hanno chiesto aiuto per la prima volta:
 
  • Le donne sostenute dal Centro antiviolenza Sonia sono 81, di cui 50 si sono rivolte per la prima volta nel 2021. Le donne che il centro ha accolto in emergenza, perché scappate da situazioni di grave pericolo, sono state 4; 
  • Le donne accolte dal Centro antiviolenza Estia sono 201, di cui 67 nuove. 4 donne sono state accolte in strutture di emergenza;
  • Le donne ascoltate dal Centro antiviolenza Nilde sono state 85, di cui 61 nuove. In emergenza sono state accolte 3 donne.
Un numero drammatico è invece quello dei femminicidi, che sembra rimanere una costante nel nostro Paese. 
Nel 2021 sono state 114 le donne uccise (una donna ogni 72 ore).
114 sono state le donne uccise per mano di un uomo violento che nella stragrande maggioranza dei casi era il partner o l'ex partner.
Le mura domestiche continuano ad essere il luogo più pericoloso per le donne, ma anche per i loro figli e figlie. 
Il femminicidio è l'atto più atroce, ma non arriva all'improvviso.
Numerose sono le violenze e le privazioni che lo precedono. Violenze subite dalle donne, ma osservate, vissute anche dai loro bambini e bambine, vittime a loro volta. 
Bambini e bambine che si ritrovano a vivere una tragedia troppo grande: diventare orfani per mano di quel papà violento, che o viene incarcerato o sceglie di suicidarsi. 

Ed è pensando a loro, al loro dolore, alle loro difficoltà, ma anche al loro futuro, che abbiamo voluto dedicare il lavoro dei prossimi anni con un progetto molto speciale.

Con l’inizio del mese di gennaio 2022 ha preso, infatti, avvio il progetto
Orphan of feminicide invisible victim
(Orfani di femminicidio Vittime Invisibili)
selezionato da "Con i Bambini" nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, attraverso il bando “A braccia aperte”.

 

Il progetto intende portare nel territorio del Nord-Est un nuovo approccio al fenomeno degli orfani di femminicidio affinché bambini e bambine, ragazzi e ragazze non vengano più lasciati/e soli/e dopo la morte violenta della madre, causata nella maggioranza dei casi, dal loro stesso padre. Centinaia di minori invisibilizzati e non considerati dal nostro sistema di welfare: una conseguenza della scarsa rilevanza politica che nel nostro paese ricopre il tema della violenza maschile sulle donne.

Il progetto opererà in 5 regioni: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Trentino-Alto Adige, e Veneto coinvolgendo, oltre alla cooperativa Iside come soggetto responsabile, altri 17 partner appartenenti alla rete dei centri antiviolenza D.i.Re, del privato sociale ed enti pubblici.

Obiettivo principale del progetto è quello di rispondere ai bisogni psico-sociali degli/lle orfani/e di femminicidio e delle loro famiglie costruendo attorno a loro una comunità più accogliente e responsabilizzata.

Progetto IRIS - Istituire Reti, Integrare Saperi


È da poco partito il progetto IRIS - Istituire Reti, Integrare Saperi, nato all’interno del Coordinamento IRIS, coordinamento regionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle donne vittime di violenza, che riunisce organizzazioni di donne che, partendo da una comune prospettiva femminista, sono impegnate nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere. 
Scopo principale del progetto è quello di incrementare e arricchire le conoscenze e le competenze delle operatrici delle reti antiviolenza, promuovendo le buone prassi e permettendo scambi di informazioni al fine di rendere più omogeneo il sistema antiviolenza all'interno del territorio regionale. 
Il progetto, finanziato dalla Regione del Veneto, permetterà non solo di valorizzare e diffondere i saperi dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ma anche di migliorare la conoscenza dei servizi della rete antiviolenza per tutta la cittadinanza! 

Un grande grazie a chi ha avuto il tempo, il cuore e la possibilità, di sostenere le donne e l’azione dei centri antiviolenza di Iside!

Grazie ai Runnher che hanno corso con noi e che hanno contribuito alla nostra raccolta fondi per implementare il fondo per le spese legali a favore delle donne accolte dai nostri centri antiviolenza:
Annamaria T, Sporting club Noale, Max, Nicola T., Superunknwn, Sara M., Stefano A., Ornella, Gianfranco M., Pamela B., Giovanni M., Misha, Valeria G., Giuseppe C., Liuk, Riccardo P., Annalisa R., Christian W., Francesca R., Simo F., Pepe, Annamaria F., Carlotta R., Matteo P., Chiara F., Anna P., Loredana B., Franca S., e in particolare alla nostra fundraiser Alessia P e ai suoi sostenitori.
 
Grazie alle pasticcerie, ai panifici, alle associazioni che hanno fatto crescere la campagna “Vinciamo la violenza con la Dolcezza”. 

Grazie a chi ci sostiene da tempo e chi lo ha fatto per la prima volta:
Gardin Piante, Associazione gruppo sportivo di Camponogara, Associazione Nordic Project, Diadora, Società Sportiva FC Calvi, Associazione La forza delle Tose, Fioreria Popi, Associazione Arcam- Gruppo Ricamo, ANPI di Spinea, Auser di Spinea, CRAAV,  Associazione Amici dell’Acqua di Noale, Associazione Camminando di Mirano, Istituto Luzzati di Mestre, Farmacia Bertoncello, Farmacia Bottacin , Fondazione Rava.
 
Grazie ancora a Barbara T , Giulia M, Katia M, Giuseppe D., Monica V. ( e nel suo ricordo Mirella T., Famiglia Fornelli, Martina D., Michela V.), Robert G., Fabio P., Mariano Z., Stefano C., Mariagrazia  e Arcangela, Ileana e Claudio., Roberto Z. e Paola A., Luisa G.,
e a tutte le donne e a tutti gli uomini che stanno, insieme a noi, costruendo reti e relazioni di riconoscimento, di reciprocità e di libertà.

Grazie a tutte e tutti Voi
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