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La profezia del popolo dell'Amazzonia

Il popolo Achuar della foresta amazzonica vive in intima connessione con la Natura e custodisce una profezia che viene tramandata di padre in figlio.
L’umanità ha due ali, quella dell’aquila e quella del condor. 
L’ala dell’aquila è quella maschile, quella della mente, della forza, dell’insensibilità e del dominio su Uomo e Natura. L’ala dell’aquila ha sempre volato aperta fin dalle origini. 
L’ala del condor è quella femminile, quella del cuore, della pace, dell’intuizione, dell’empatia e dell’armonia tra Uomo e Natura. L’ala del condor non si è ancora aperta.
In questa disarmonia, l’umanità sta precipitando sempre più verso il basso con solo l’ala dell’aquila distesa, e con l’ala del condor che disperatamente cerca di aprirsi per tenerla a galla.
La profezia afferma che in questa decade anche l’ala del condor inizierà ad aprirsi e per la prima volta l’umanità potrà rialzarsi e volare nel cielo, in equilibrio e in unione con la Natura.
Secondo la profezia, la forza trainante sarà munay, una parola d'azione che significa amore
Nulla a che vedere con nuvolette rosa e cuoricini, bensì una spinta proattiva fortemente concreta, allineata e alleata con la Natura e con la sua intelligenza.
Un amore intrecciato con forza di volontà, che attinge all'energia vitale stessa che anima l'universo e rispecchia il perfetto equilibrio che regna nel mondo naturale.
Una forza che nasce da dentro, laddove abita la sacralità della propria coscienza. Una forza che protegge la dignità della natura umana.
Durante l’ultimo mio viaggio sulle Ande nel 2017 – quindi quasi 5 (mila) anni fa – per una serie di coincidenze ho conosciuto il significato della parola munay, che poi proprio per questo ha dato il nome alla casa editrice. I libri che sono seguiti sono stati concepiti attingendo a questa fonte.
Il momento più potente di quel viaggio l’ho vissuto nel luogo dell’immagine qui sopra  – tra l’altro recentemente premiata al World Nature Photography Awards – scattata in Argentina tra monoliti di pietra pomice che sono il risultato di eruzioni vulcaniche di circa 15 milioni di anni fa.
Così scrivo nel libro Tu sei Natura: “Nei due giorni trascorsi in questo paesaggio surreale, passando la notte sotto le stelle e camminando scalzo sulla scura sabbia vulcanica, mi sono sentito parte integrante del luogo come se io stesso fossi la roccia, la sabbia, la montagna, il cielo".
Il momento più freddo è di solito quello prima dell’alba. In questo momento critico per l’umanità, perché l’aurora di questa nuova era diventi primo raggio di luce, ognuno di noi credo debba sentirsi un indispensabile “pezzo di puzzle”, unito agli altri per il benessere dell’intero organismo di cui facciamo parte.
E allora aquila e condor avranno imparato a volare insieme nello stesso cielo creando un nuovo livello di coscienza per l’umanità.
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