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ASA Project ha il piacere di presentare la prima mostra personale di Fiorella Baldisserri “A-Round stage - Circo Paniko” che inaugura il 21 marzo presso il Teatro Furio Camillo di Roma.

INTERVISTA CON L'AUTORE  

In conversazione con Fiorella Baldisserri

Fiorella Baldisserri, fotografa bolognese, che approccia la fotografia professionale nel 2016 e in pochi anni consegue numerosi riconoscimenti. Tra gli ultimi e più prestigiosi la pubblicazione del suo reportage “Coi loro occhi” sul lavoro del 118 di Bologna durante la Pandemia selezionato a Cortona on the move Covid 19, “Morris il cinemaio” vincitore di numerosi premi nel 2021 e il progetto “Cracking the Monolith” con Isabella Franceschini, che documenta le comunità ebraiche progressive, menzione d’onore al 17° Julia Margaret Cameron Award 2021, in mostra a Fotonostrum Gallery a Barcellona.
In attesa dell'apertura della mostra A-Round Stage - Circo Paniko le abbiamo fatto qualche domanda.

Puoi raccontarci del tuo percorso professionale e come ti sei avvicinata al genere del reportage? Hai sentito subito che era la tua strada o hai tentato diversi generi? 
Il mio percorso inizia in modo più professionale 6 anni fa grazie a corsi di approfondimento tecnico e allo studio dei diversi generi fotografici. In questi anni ho conosciuto vari fotografi sia di persona che tramite i loro lavori. Particolarmente significativa l’esperienza ottenuta tramite una masterclass a Roma della durata di un anno; questa mi ha permesso di avvicinarmi al racconto fotografico di storie e di persone nelle quali il filo conduttore è la conoscenza di se stessi. E’ qui che è nata la mia passione per il racconto documentario.
E chi sono i maestri a cui ti ispiri se ne hai?
Inizialmente sono stata attratta da Harry Gruayert e da Saul Leiter per il colore, ma oggi sono le atmosfere di Eugenia Arburgaeva che mi catturano. Apprezzo anche il bianco e nero quando il dettaglio scompare nell’insieme dello scatto. A volte le idee nascono dall’osservazione di un libro fotografico e talvolta mi si ripropongono durante un sogno e al mattino diventano materia di un progetto in evoluzione che vado definendo seguendo una visione che cerco nel susseguirsi degli scatti.



Sfogliando il tuo portfolio si vedono diversi reportage che hanno una relazione molto stretta con il tuo territorio. Puoi parlarci di questo approccio locale e di come trovi le tue storie.
Mi identifico in storie e situazioni che conosco vivendo in questa regione da sempre. Mi rivedo in volti o ambienti che diventano come un sentiero tracciato. Le storie arrivano da un articolo, da una chiacchierata, da una visita ad un museo, da un film, dalla musica, da tutto, dal mio quotidiano che è sogno. Un avanti e indietro nella durezza della vita bilanciata dalle passioni che restano per me l’unico motore di energia profonda che infonde vita all’essere umano.
Puoi raccontarci il tuo progetto A-Round Stage, che presenti per la prima volta in una mostra personale a cura di ASA Project?
Ero alla ricerca di un circo contemporaneo e per caso mi sono imbattuta in Circo Paniko che stava montando il tendone in un campo da calcio di una parrocchia nelle colline fra Bologna e Pistoia. L'ambiente fantastico mi ha incuriosito e riportato ai film felliniani. Dopo una prima serata sotto il tendone avevo voglia di fotografare tutto per impossessarmi degli ambienti, delle situazioni, dell'atmosfera del gioco. Per circa un anno ho cercato di capire se mi affascinasse di più, essere un circense o vedere le reazioni degli spettatori di fronte a scene che mettono in risalto debolezze e forze. Questi sono scatti che conservo, ma che non hanno trovato una strada convincente per quello che desideravo esprimere. In sere d'estate o in pomeriggi d'autunno li ho seguiti nel loro peregrinare in diverse regioni del nostro paese. Per mesi ho cercato qualcosa, un'ispirazione, una strada. Improvvisamente tutto è diventato chiaro. Volevo mostrare cosa avviene prima che lo spettacolo cominci. Come la macchina del circo si muove assieme ai suoi circensi dietro le quinte, come si preparano per lo spettacolo, come si incitano a vicenda, come attendono i tempi d'ingresso sul palco, cosa succede nel back stage mentre lo spettacolo procede. Essere con loro in uno spazio angusto dove freddo, silenzio, luci soffuse sono indispensabili. Ho osservato con attenzione ogni momento dello spettacolo in mezzo al pubblico, memorizzando scene, battute e musica per poi trovare gli spazi necessari per muovermi in ogni direzione all'interno del cerchio del tendone e seguire gli spostamenti circolari degli attori. Ho trascorso ore dietro le quinte. Una pedana di legno rumoroso con spazi angusti dove si deve correre da una parte all'altra senza quasi respirare per essere pronti ad entrare ed uscire in sincronia. Le immagini sfocate da dietro le tende pesanti o piccole fessure nella stoffa o una mano che scosta una tenda, si entra, si esce e avanti così per due ore in una frenesia di risate, di ottima musica suonata dal vivo. Qui non occorrono animali o abiti di scena di alta sartoria. L'abito indossato al volo, il trucco da sistemare, l'attimo di sosta prima dell'ingresso, prima che tutto scorra. Nessun è figlio d'arte ma tutti amano quest'arte. Il Circo Paniko da più di 20 anni in Italia è fra i primi circhi contemporanei, un collettivo, come si definiscono, dove tutto è deciso in modo orizzontale. Un mondo che non avrei mai pensato potesse coesistere con tanto equilibrio nel disegno mobile di un circense dove la vita va creata ogni giorno. Seguono la loro passione che si dipana da quel groviglio magico di danza, recitazione, musica, illusionismo.



Pensi che dedicarti alla fotografia abbia cambiato il tuo sguardo sul mondo, o ti abbia portato a considerazioni nuove che si riflettono anche sulla tua vita.
La fotografia è così parte di me che diventa vita a contatto con gli altri ed occasione per conoscere me stessa. Mi ha fatto superare alcune paure, mi spinge ad indagarne altre e soprattutto mi consente di continuare la mia ricerca onirica, lontana da ogni giudizio, nella storia così magica e diversa di ogni persona o vicenda.

fiorellabaldisserri.com
Orari di apertura della mostra: 
dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 16
venerdì dalle 10 alle 19
sabato e domenica dalle 15 alle 18
Orari aggiuntivi potranno essere concordati su appuntamento telefonando al teatro
Tel: 06 9761 6026

 SPAZIO ESPOSITIVO TEATRO FURIO CAMILLO 

"Fare teatro può essere un atto rivoluzionario. Sul palco siamo in una terra libera e lì possiamo praticare la nostra rivoluzione che è prima di tutto umana. Il linguaggio del circo ci da un super potere, è leggibile, sanguigno, reale, adrenalinico e segue un'urgenza, quella del nostro corpo di superare i limiti, ci sostiene e ci nutre."
Roberta Castelluzzo - Alessandra Lanciotti direttrici del Teatro Furio Camillo


Il Teatro Furio Camillo di Roma è uno spazio indipendente aperto dagli anni '80 e attivo nel teatro di ricerca e contaminazione ed in particolare, negli ultimo dieci anni, riferimento per il circo contemporaneo in Italia. Ospita ogni anno compagnie ed artisti provenienti da ogni parte del mondo, in particolare con la Rassegna Internazionale di Circo Teatro BATTITI e grazie alla collaborazione con l'Accademia Materiaviva che ha sede nel teatro stesso e forma artisti nelle discipline del circo teatro sia con percorsi amatoriali che professionali.
Siti dove è possibile visionare l'attività del teatro:
www.teatrofuriocamillo.com - www.materiaviva.itwww.accademiamateriaviva.itwww.rassegnabattiti.it
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