|
Prima di Red, l’unico altro lungometraggio Pixar co-diretto da una regista (allontanatasi, però, durante la lavorazione, per divergenze creative) è stato Ribelle – The Brave di Brenda Chapman, Mark Andrews e Steve Purcell. Un film che, per molti aspetti, dialoga intensamente con Red, costruito com’è su un rapporto conflittuale tra madre e figlia e sul topos della metamorfosi animalesca. Vi riproponiamo la recensione, pubblicata su Film Tv n. 35/2012.
|
|
Ribelle - The Brave
La riccia Merida potrebbe essere la prima eroina Pixar a entrare a far parte del merchandising ufficiale (quasi una massoneria) delle Principesse Disney. Speriamo di cuore che non passi i test d’ammissione, perché la scozzese ribelle è fatta di tutt'altra pasta. Il principe azzurro non le interessa, convolare a nozze è l'ultimo dei suoi obiettivi. Anzi, quando scopre che la regola per i pretendenti al trono recita «chiunque vinca la competizione può chiedere la mano della principessa», Merida ha un'idea rivoluzionaria e scandalosa: parteciperà alla gara di tiro con l’arco, la vincerà e chiederà la sua stessa mano. Come a dire: mi basto da sola, grazie. Una dichiarazione d’indipendenza ed emancipazione che spazza via decenni di svenevoli figlie di re, devote a monocordi eredi al trono e impegnate a diventare perfetti angeli del focolare. Una testa matta, Merida, sia per l'incredibile massa di boccoli fulvi che la ricopre (la cui animazione, stupefacente, ha richiesto alla Pixar buona parte dei sei anni di lavorazione del film), sia per le idee che ci frullano dentro. Non tutte geniali: perché se vincere la propria mano non basta a persuadere la madre cocciutamente tradizionalista, la giovane battagliera decide di chiedere aiuto agli incantesimi di una fattucchiera, ed è lì che cominciano i guai… È paradossale che Ribelle – The Brave, abitato da uno dei personaggi, sulla carta, più anticonvenzionali del cinema d’animazione recente, finisca per essere uno dei più convenzionali Pixar di sempre. Oltre l’eccellenza per quanto riguarda l’aspetto grafico, il tredicesimo lungometraggio dei geni della lampadina manca di quell’inconfondibile Pixar Touch cui siamo abituati da quasi 20 anni: narrativamente solido e ben costruito, intelligente nel delineare il complesso rapporto di aspettative reciproche che lega madre e figlia, l’opera si abbandona presto ai tradizionali binari disneyani fra lacrima e risata (a causa dell’imprevista svolta nella trama, si replica in parte il buddy movie di Le follie dell'imperatore), risolvendosi in un’avventura meno frizzante delle premesse. Complice forse il cambio di timone dell’operazione (la regista Brenda Chapman ha abbandonato la Pixar per divergenze creative ed è stata rimpiazzata da Mark Andrews in corso d'opera), Ribelle – The Brave ha un carattere molto più mite e docile della sua protagonista.
ILARIA FEOLE
|
|
|
- Jessica Bruder, autrice del romanzo non fiction Nomadland (edito in Italia da Clichy) da cui l’omonimo film premio Oscar di Chloé Zhao, ha pubblicato sull’“Atlantic” il reportage The Abortion Underground: con la destra che da anni porta avanti una battaglia serrata contro le interruzioni volontarie di gravidanza e con la storica sentenza Roe v Wade in probabile via di smantellamento da una corte suprema a maggioranza antiabortista, le donne degli Stati Uniti si stanno riorganizzando clandestinamente, a volte anche illegalmente, per portare aiuto a chi desidera abortire. In uno scenario che assume i contorni inquietanti di uno sprofondamento indietro nel tempo e, insieme, di una distopia. [in inglese]
- È stato presentato ieri a Milano l’annuale Diversity Media Report realizzato da Diversity con l’Osservatorio di Pavia, rivelando nel panorama televisivo italiano un soffocante immobilismo, soprattutto nel settore giornalistico, in cui i criteri di notiziabilità e i modi espressivi relativi a donne e persone marginalizzate continuano a perpetuare inaccettabili stereotipi. Un po’ più roseo il panorama dell’intrattenimento, che vede crescere i programmi attenti all’inclusività e l’approccio narrativo intersezionale. Insieme al Report sono state presentate le nomination ai Diversity Media Awards 2022: entrambi si possono consultare qui, dove si può anche votare. La cerimonia quest’anno approda su Rai1 il 28 maggio, condotta da Michela Giraud, M¥SS KETA e Diego Passoni.
- Se approfittando dei ponti primaverili state progettando di visitare qualche città d’arte italiana, segnaliamo che a Torino è in corso, fino al 26 giugno, la mostra Vivian Maier inedita, ai Musei Reali. Restando in città, potete andare al cinema: in sala c’è La figlia oscura di Maggie Gyllenhaal, tratto da Elena Ferrante, e questa settimana arrivano Ali & Ava di Clio Barnard, Storia di mia moglie di Ildikó Enyedi e il doc Bella ciao di Giulia Giapponesi (riguardo a questi ultimi tre titoli, sul numero di Film Tv in edicola trovate interviste alle tre registe). Sul piccolo schermo, invece, venerdì 15 arriva su Apple Tv+ Roar, la nuova serie antologica delle autrici di GLOW, Liz Flahive e Carly Mensch. Riparleremo presto di alcuni tra questi titoli.
|
|
Ci vediamo la prossima settimana con Singolare, femminile! Se ci vuoi segnalare qualcosa oppure semplicemente lasciare un messaggio relativo a questa newsletter, puoi scriverci all'indirizzo info@filmtv.press. Ciao!
Se Singolare, femminile ti è piaciuta, inoltra la mail a qualcuno che possa essere interessato, è facile, ci si iscrive a questo indirizzo. Grazie!
|
|
|
|