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Roger, stavolta c'hai fatto piangere


È finalmente finita la settimana dell’addio, quella dell’ultima partita di Federer, stavolta l’ultima per davvero, un dolore infinito per tutti ma soprattutto per noi che abbiamo iniziato la settimana con tanti abbandoni, non del livello di Federer, almeno questo. Parliamo di quella quindicina abbondante di persone che hanno cliccato su unsubscribe dopo aver letto qualche banale verità su Roger, tutto come da previsione peraltro. D’altronde, questo è il prezzo per aver citato Thomas Mann vicino a Federer.

Un po’ come le esequie della regina, i funerali sportivi di Federer si sono protratti per diversi giorni dopo la notizia del ritiro. Il percorso è sostanzialmente lo stesso: notizia, shock (!), dichiarazioni dei capi di stato del tennis, omaggi del popolo, le lacrime dei fan, i più arditi hanno addirittura risposto alla lettera-testamento di Roger.

Abbiamo passato tutta la settimana a leggere articoli su Federer, distrattamente a dire il vero, niente ci ha particolarmente impressionato. Abbiamo rivisto con piacere invece le compilation di punti spettacolari fatti durante questi 20 e passa anni di tennis stellare, non scherziamo quando diciamo che cose così non si vedranno più. Ad ogni modo, leggendo questi articoli finché si è rimasti al tennis eravamo sostanzialmente d’accordo, quando poi si virava verso l’autentica agiografia del personaggio, parole scritte peraltro da chi lo aveva visto al massimo qualche volta dagli spalti o seguito nelle fantastiche conferenza stampa con le solite verità incredibili, be’ lì ci siamo annoiati parecchio.

Articoli che raccontavano di quanto Federer è stato gentile, sorridente, incapace di parlare “male” (critiche sportive) di altri colleghi, per qualcuno era “la classe impersonificata”, altri giurano di averlo visto aprire le porte da solo, con la stessa mano con la quale usava la racchetta addirittura. Robe così, francamente un po’ piene di melassa, ma forse siamo solo noi che ci commuoviamo raramente.

Siamo arrivati poi ai giorni della Laver Cup, che quest’anno ha avuto un successo ancora più grande. D’altronde quando metti quei quattro insieme è difficile snobbarli. I fan hanno raggiunto Londra da tutto il mondo, così come le star, i parenti dei giocatori. Un evento che già di per sé sarebbe mondano, a Londra poi, ma data la circostanza è diventato il posto dove bisognava stare venerdì 23 settembre se si era qualcuno di importante.
Poi, finalmente, è arrivato il campo.  

Ruud abbisogna del super tiebreak e dei consigli di Rafa Nadal, che quando si avvicina alla panchina è come se dicesse a Borg “nonno scusa, fatti un giretto al parco qui ci penso io”, per battere Sock. Lo Schwartzman versione 2022 dovrebbe ritirarsi prima di Roger per quanto ci riguarda, infatti vince solo tre game contro Tsitsipas, un altro che non ha brillato quest’anno. Europa avanti due a zero come da copione. Tocca a Murray e de Minaur, una roba che la proiezione di Novecento di Bertolucci avrebbe generato più entusiasmo in sala e a casa.  

Scambiano a velocità basse, il campo sembra lentissimo. I vincenti non ci sono, c’è qualche bel punto di Andy ovviamente. Dopo un’ora e venti ancora non hanno finito il primo set. Nadal e Federer sono già andati via dal campo, Roger consuma l’ultima cena da atleta con la bandana in testa già bella tirata, Rafa gli fa compagnia, chissà quanto a suo agio nel ruolo di spalla; sa bene lo spagnolo che ha il compito più grande di questa giornata: far fare bella figura all’amico, sostenerlo emotivamente in questa serata, e ovviamente cercare di farlo vincere, così da rendere meno amaro l’addio al tennis del suo rivale più grande.

Ovviamente de Minaur e Murray vanno al terzo set, questo sì un buon motivo per darsi fuoco in campo. Fortunatamente, invece del terzo set, de Minaur e Murray giocano un tiebreak a dieci, la formula più odiata nei tornei amatoriali e veterani, specie da chi non li vince mai. Vince l’australiano, e il Team World festeggia con slang e movenze molto ammerigane, d’altronde sono pure giovani. Non c’è paragone fra i due box, il rigore e la serietà del Team Europe, dove ci sono le leggende del tennis, e la spensieratezza che regna nella zona del Team World, dove ci sono i giovani super rilassati come Tiafoe, Fritz ma soprattutto Jack Sock, l’hillbilly del tennis. Che spettacolo.

Poi, il delirio.
Roger sembra teso, ma quando Tiafoe gli indirizza una pallata addosso lui chiude la volè centrandola perfettamente. Ci si può rilassare un po’.
Mentre il doppio prosegue in un’atmosfera molto cozy da ambo i lati,
le telecamere indugiano su Novak Djokovic, sorridente, azzarderemmo quasi felice. Qualche istante dopo la tv lo inquadra con il capo chino e le mani fra i capelli, forse stava pensando al suo addio al tennis.
 
Qui è quando Djokovic pensa al suo addio, un bel quadrangolare con Djere, Krajinovic e Lajovic, in diretta su TeleCapodistria

Federer e Nadal vincono il primo set 6-4, ma a chi interessa del punteggio? Vincere o perdere non conta niente. Noi ci soffermiamo a guardare Matteo Berrettini, che veglia su Federer e Nadal quando siedono ai cambi campo con la concentrazione del buttafuori. Guarda i due fenomeni con gli occhi del cuore di Boris, è totalmente in modalità fan, come l’ospite imbucato che siede in prima fila alla Scala, Berrettini è felice di esserci, è lì con pieno merito e quindi trova spazio nelle foto con le leggende, e poi tifa in maniera rispettosa, con devozione e garbo. Non si permette mai di dare un consiglio a quei due tranne che nel finale, quando i due sembrano un po’ scarichi. Fantastico Matteo.

Man mano che la partita va avanti Djokovic si defila sempre di più dal conciliabolo che c’è ad ogni pausa. Sembra un po’ a disagio, nel finale del match si riprenderà. Tiafoe e Sock vincono il secondo set, si gioca il match tiebreak, che è di grandissimo livello. Gli americani vanno sopra, Fedal accorcia e arriva quasi fortunatamente a match point. Una volée di Federer è fondamentale per arrivare alla palla match, una roba che vista di lato, al ralenti, fa capire quanto è bravo questo ragazzo di 41 anni. La narrazione però, vuole che Federer perda un’altra partita con matchpoint a favore, Roger è stato anche questo. Anche perché Sock e Tiafoe non fanno sconti, mirano alla sagoma appena possono. Ma tanto è inutile prolungare l’agonia, sappiamo che adesso è arrivato il momento delle lacrime.

Il tutto inizia in sordina, Roger sembra tenere, abbraccia tutti, lo vediamo sorridere ma è palesemente nervoso. Arrivano le prime lacrime, ma sembrano contenibili, di gioia. D’altronde l’abbiamo visto piangere tante di quelle volte, vuoi che non lo faccia stasera?

Si siede sulla panchina Roger, tutti guardano un video a lui dedicato, piange anche Rafa, che gli tiene la mano.

Courier lo chiama al centro del palco, arriva la parte più difficile del rito. Si parte con qualche domanda semplice, niente di trascendentale, non può essere altrimenti. Roger tiene. Inizia i ringraziamenti, non ha niente di speciale da dire oltre che ringraziare tutti quelli che hanno condiviso con lui queste decadi di tennis. Poi cede, inizia a singhiozzare, diventa contagioso, le sue lacrime sono in mondovisione, non riesce più a parlare specie quando nomina Mirka, la moglie che attende di entrare in campo e già piange, è più forte di lui, proprio per questo Roger non manca mai di sottolineare la sua importanza in tutto quello che ha fatto: Mirka è molto più importante di quanto possa essere sembrato in questi anni, e non è retorica.

Tra un singhiozzo e l’altro riesce a rabberciare qualche altra parola, il thank you finale, Courier lo lascia andare non prima di abbracciarlo raccomandandogli di “stay in touch”, tenersi in contatto. Arrivano altri abbracci, arriva finalmente Mirka, il loro abbraccio è tanto bello quanto commovente. Arriva una cantante, forse pure famosa, dovrebbe rialletare un po’ l’atmosfera ma forse nessuno ne ha voglia. È una serata in cui si deve piangere, e non c’è da vergognarsene affatto.

Così, in una specie di venerdì santo, Federer muore sportivamente. Ora si chiude il sepolcro, ma magari domenica risorge, non ci stupirebbe questa volta.

 

 TENNIS MINORE


Tutto è passato ovviamente in secondo piano questa settimana, quindi anche l’onesto torneo ATP 250 che si sta giocando a Metz, dove in campo c’era addirittura Daniil Medvedev, che non sarà più il leader ATP ma insomma. Come avrete saputo, Stan Wawrinka è fin qui il protagonista del torneo, avendo superato dapprima le qualificazioni, e poi battuto Djere, Piros, Sousa e Ymer. Cinque vittorie di fila che evidentemente gli hanno dato morale, tanto che è riuscito a vincere proprio contro Medvedev, battuto per 6-4 al terzo set. Alcuni colpi, erano à la Stan. Quei rovesci lungolinea chiusi che ti fanno sentire vivo quando li fai, nessun altro colpo dà la stessa sensazione di liberazione nel tennis, nessuno.

E a Metz c’era anche Lorenzo Sonego, che si è destato dal torpore che l’aveva avvolto in questi mesi per tornare in semifinale di un torneo. Al primo turno ha battuto Karatsev, oramai potremmo dire ampiamente ridimensionatosi, poi è riuscito a battere Simon, che è sempre una rogna anche nel tour d’addio al tennis (ha battuto Goffin nel torneo). Sonego ha affrontato poi Korda, che ha giocato contro Musetti e l’ha superato in due set, niente di cui preoccuparsi: l’americano è forte, e indoor ancora di più. E insomma il torinese ha vinto in due set contro l’americano, ritornando in semifinale in un torneo dopo ben sette mesi, da Buenos Aires per la precisione. Così tornerà vicino alla top 50, ora c’è l’ostacolo Hubert Hurkacz.

In America si gioca a San Diego, Evans e Brooksby sono le prime due teste di serie, ci sono anche Nakashima, Giron, O’Connell, Galan, Lestienne e Duckworth. Questi i magnifici otto della California, almeno là c’è il sole invece della pioggia di Londra.
Le donne stanno giocando a Tokyo, dove la notizia più grande è che Osaka ha giocato qualche minuto: Gavrilova si è ritirata sull’1-0 per Naomi nel primo set, Naomi ha fatto ancora meglio al turno dopo non presentandosi alla partita con questa dichiarazione: “Il mio corpo non mi consente di scendere in campo”. Essendo un WTA 500, ci sono anche Muguruza, Haddad Maia, Kudermetova. Non c’è più Badosa, la numero 1, battuta da Zheng. E non c’è più neanche Kvitova, superata da Martic.

Si sta giocando anche a Seoul, torneo che ha in Ostapenko la testa di serie numero uno del seeding, la due è Alexandrova. Torneo che visto i nomi ha faticato a trovare collocazione anche in questa sezione, tennis minore va bene ma questo è quasi un affronto.

CITAZIONE DELLA SETTIMANA

«Il fatto che Roger lasci il tour significa che una parte di me se ne va con lui, per tutte le volte che è stato dall’altra parte della rete nei momenti più importanti della mia vita»

RAFAEL NADAL

L’amico che tutti avremmo voluto avere vicino nella serata più difficile che ha vissuto Federer sul campo da tennis, ad un certo punto gli ha anche stretto la mano, piangevano insieme. Sono cose che non si dimenticheranno mai. 

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Siamo usciti di sabato, il perché lo sapete, no? Ieri giornata impegnativa, a parte Federer, e poi abbiamo preferito seguirlo per poi raccontarvi qualcosa che abbiamo notato, niente di speciale, lo sappiamo. Noi in contesti del genere al massimo battiamo le mani.
A venerdì!
Warning è a cura di Claudio Giuliani
Persona non grata. Romanista, l'heavy metal mi ha salvato la vita. Diplomato con fatica all'ITIS, ho studiato aggiustaggio e fatto il militare. Tennista di periferia dal rovescio rigorosamente a una mano, campione in carica 2022 della Coppa Gabbiani a squadre limitata 3.3 (grazie alla panchina fatta in finale), "uno degli Over 40 più belli di Roma", persona modesta.
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