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Tranquille domeniche in famiglia, tranquille domeniche di una volta*

Ciao <<Come ti chiami?>>, 
buona domenica!

Oggi uscita speciale di Mnemosine, per ricordarti l’appuntamento con l’open weekend del mio studio, da venerdì 23 a domenica 25 settembre.  

Questi gli orari:
  • Venerdì 23 settembre, 16-18.30
  • Sabato 24 settembre, 10-12, 16-18.30
  • Domenica 25 settembre, 16-18.30.
A quasi tre anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati qui da me (era il dicembre 2019, ricordi?), un’occasione per ritrovarci, come al solito tra abiti, accessori e curiosità d’antan – ho anche qualche novità da mostrarti – e davanti a una tazza di tè accompagnata dal ciambellone della Dirce.

Come in ogni open weekend che si rispetti potrai curiosare nel backstage del mio lavoro e scoprire anche tutti i dettagli dei corsi di Mnemosine.

Non occorre prenotazione, ma se pensi di partecipare e sai già in che giorno e ora ti sarò grata di un cenno di riscontro, per organizzare tutto al meglio. Basta una mail, o anche un messaggio su WhatsApp. Ti aspetto!

Se abiti lontano da Pesaro o non riesci passare nei giorni dell'open weekend tieni d'occhio la mia pagina Facebook, pubblicherò qualche foto e, spero, anche un video; dopo il 25 troverai una photogallery anche sul mio sito.
In ogni caso l’invito a venirmi a trovare è sempre valido, scrivimi e ci organizziamo.

(Qui il mio studio su Google Maps).

Grazie per l’attenzione e di nuovo buona domenica!
Cristina
Le paste della domenica
p.s. Visto che mi presento a casa tua in un giorno di festa ho pensato di portarti un vassoio di paste 😋
Paste assortite, certo. Un grosso bignè al caffè, due cartellette alla fragola, un millefoglie. A parte una o due, sappiamo già a chi ciascuna è destinata, ma quale sarà quella in più per i ghiottoni? Snoccioliamo i nomi con calma. Dall’altra parte del bancone, la commessa, la pinza in mano, si orienta con sottomissione verso i tuoi desideri; non tradisce impazienza neppure quando deve cambiare vassoietto, il millefoglie non ci sta. È importante il vassoietto, con gli angoli smussati, i bordi rialzati. Rappresenta la base solida di un edificio fragile, dall’incerta sorte…
Allora la commessa immerge il vassoietto in una piramide di carta rosa, presto circondata da un nastro scuro. Mentre paghiamo, reggiamo il pacchetto da sotto, ma appena varcata la porta del negozio, lo afferriamo per il nastro tenendolo un po’ scostato. È la regola. Le paste della domenica devono essere portate come si tiene un pendolo. Rabdomanti di riti minuscoli, camminiamo senza arroganza, e senza finta modestia. Non è ridicola questa compunzione, questa serietà da re magi? Ma no. Se i marciapiedi domenicali hanno un sapore di passeggiata lenta, è merito del pacchetto sospeso – come dei porri che spuntano qua e là dalle borse della spesa.
Con il pacchetto in mano, hai l’aspetto del professor Tornasole, proprio quello che ci vuole per salutare l’effervescenza del dopo messa e gli effluvi di scommesse sui cavalli, di caffè, di tabacco. Tranquille domeniche in famiglia, tranquille domeniche di una volta, il tempo oscilla come un ostensorio all’estremità di un nastrino scuro. Un po’ di crema pasticciera ha fatto appena una macchia in cima al bignè al caffè.

* Da Philippe Delerme, La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita, Frassinelli, 1998
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