Quali benefici per il mercato?
Il governo sostiene che tali misure possono avere impatti sulle scelte industriali e mutare le preferenze dei consumatori. Ma la produzione e la vendita di autovetture elettriche è già spinta da tempo dai regolamenti europei. Sulla base delle emissioni CO₂ delle auto vendute nel 2020 le case automobilistiche rischiano di pagare sanzioni milionarie; emissioni molto basse sono ottenibili solo da auto che utilizzano energia elettrica, convenzionalmente considerata a emissioni zero. Circa la domanda, poi, le vetture con la spina beneficiano di ulteriori aiuti ed esenzioni in diverse regioni e città e hanno il vantaggio di poter ricaricare da casa, ma tantissimi sono gli italiani che non hanno un box o che hanno bisogno di unica auto polifunzionale che possa alla bisogna fare lunghi viaggi in autostrada: uso decisamente sfavorevole alle auto con batterie.
Basteranno tutti questi milioni a raddrizzare le sorti di un mercato che da gennaio a luglio ha segnato una flessione del 41,5 per cento rispetto al 2019?
Le autovetture più incentivate, quelle con la spina, non arrivano al 2,7 per cento delle vendite totali; per le altre gli incentivi difficilmente basteranno e gli importi unitari di 750 o 1.000 euro (più lo sconto che ci sarebbe stato comunque) non possono essere considerati sufficienti a convincere chi non avesse avuto già intenzione di sostituire l’auto.
Equità e ambiente
La sostituzione che ci porta ad alcune brevi considerazioni in materia di equità, questa sconosciuta verrebbe da dire in tempi di bonus. È vero che è stato previsto almeno un prezzo massimo, ciò però non esclude l’acquisto di seconde o terze auto, cosa ben probabile per le elettriche. A tal proposito va detto che dei bonus erogati fino al 10 giugno 2020 (come da legge di Bilancio 2019) solo il 22 per cento sono stati accompagnati da contestuale (e sempre sbandierata) rottamazione. Un risultato scontato visto che è raro che chi possa “permettersi” un’auto elettrica possegga una carretta da rottamare e che del bonus possono beneficiare anche le società (peraltro i maggior acquirenti di auto elettriche). Senza contare che il divario di prezzo tra vetture elettriche e non resta decisamente elevato. Se si confrontano, per esempio, alcune delle auto più vendute a luglio come: Renault Zoe e Clio o Peugeot e-2008 e 2008, le elettriche costano 16mila euro in più. Cifra più che sufficiente ad acquistare, anche in versione ibrida, una Panda o una Ypsilon; non a caso le auto più vendute in Italia.
Infine, il tema dei cambiamenti climatici: il ricorso ai grammi di CO₂ dà un utile contributo? Dipende, consumi ed emissioni dipendono anche dallo stile di guida, ma se un’autovettura da 111 g/km, che per un sol grammo non merita il bonus, per esempio una Ford EcoSport (prezzo 23mila euro, potenza 99 cavalli), percorresse meno di 14mila chilometri l’anno emetterebbe meno CO₂ di una BMW X3 ibrida plug-in da 49 grammi per chilometro (59mila euro e 292 cavalli) che di km all’anno ne percorresse intorno ai 31.800. Insomma, più che al principio chi inquina paga, ci si avvicina al chi può meno spende.
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