Le misure adottate dalla Confederazione per contenere la pandemia di coronavirus hanno avuto delle ripercussioni anche nel settore della formazione: durante il divieto dell'insegnamento in presenza, solo poco meno della metà dell'offerta formativa ha potuto avere luogo. Gli enti di formazione prevedono un calo significativo del fatturato entro la fine dell'anno.
L'indagine condotta quest'anno dalla Federazione svizzera per la formazione continua FSEA si concentra sugli effetti della pandemia di coronavirus sulla formazione continua. I primi risultati del sondaggio mostrano che la situazione economica degli istituti di formazione continua si è notevolmente deteriorata. Da metà marzo a inizio giugno, durante il divieto di erogazione dei corsi in presenza, il 56% dei corsi di formazione continua ha dovuto essere cancellato. Per tutto il 2020 si prevede che un quarto dei corsi offerti non potrà essere svolto. Inoltre, la maggior parte degli enti prevede un calo della domanda e un calo del fatturato in media di quasi il 30%.
Tuttavia, la pandemia ha portato anche a una spinta alla digitalizzazione nella formazione continua: a seguito di questa situazione, l'85% degli istituti di formazione continua ha adattato la propria offerta utilizzando delle tecnologie digitali. Numerosi corsi sono stati parzialmente digitalizzati o completamente convertiti in modalità online. Resta da vedere se questo sviluppo avrà un effetto duraturo sulla formazione continua.
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