Novembre, nuovi percorsi

Ciao <<Nome>>
scriviamo questa newsletter in mezzo a due date che richiamano due occasioni molto diverse ma, secondo noi, profondamente connesse tra loro. La prima è stata venerdì scorso, 13 novembre: era la giornata mondiale della gentilezza.

È sempre un appuntamento che sentiamo molto vicino, ne abbiamo anche parlato più volte. Ritrovarci ancora una volta in questa occasione, proprio mentre preparavamo Pausa. ci ha fatto riflettere e ci siamo rese conto che questa newsletter è proprio questo: una spinta gentile. Un momento in cui raccogliamo - tra quello che abbiamo visto, letto, scritto, incontrato-  spunti e suggerimenti per te che ci leggi, per dedicarti del tempo prendendoti cura di te, e, mentre operiamo questa raccolta, lo facciamo anche noi, come risultato non programmato.

Dalla dispensa

Il suggerimento questa volta è cominciare cercando, tra quello che abbiamo raccolto durante l'anno e in particolare nella bella stagione, risorse e modi per rendere più agevole, anche più sopportabile, l'inizio dell'inverno e delle sue chiusure - in senso metaforico per tutti e letterale per alcuni.

Accettando che non tutto può essere sotto il nostro controllo, non può mai esserlo. In questo periodo, forse, è solo più evidente. E se guardiamo lucidamente ai mesi prima di questo grande sconquasso che ci ha investito senza troppo preavviso, possiamo anche dirci apertamente che non lo era(no) affatto nemmeno prima.

Filosofia, innovazione

La seconda occasione sarà giovedì prossimo, 19 novembre, è la Giornata mondiale della filosofia. Come puoi immaginare, tocca nostre corde profonde e (da) da molto vicino.

Qui ci è venuto da osservare come, particolarmente in questo periodo, viviamo la passione filosofica come passione per l'innovazione. D'altra parte, cos'è la filosofia se non una costante rimessa in discussione dell'ovvio?

La filosofia è una lente attraverso cui guardiamo le cose. Anche l'innovazione è guardare attraverso alcune lenti particolari. Può essere interessante riflettere su cosa fa di noi delle persone capaci di innovare. Questo perché immaginiamo che ciascun* possa portarne la mentalità in tutti i contesti pubblici e privati in cui opera a livello personale o professionale.

Come nel modello immaginato da Rowan Gibson, che identifica la mente dell'innovatore come quella capace di osservare il mondo indossando 4 lenti di colore diverso che gli permettono di sfidare le ortodossie, cavalcare le tendenze, sfruttare nuove competenze o usare risorse esistenti in maniera nuova e rispondere a bisogni fino a quel momento non soddisfatti. (Se vuoi, puoi approfondire qui )

È come se chi è capace di innovare avesse un particolare DNA. Il DNA degli innovatori radicali, nel quale sono sempre presenti 5 specifiche capacità. Sono quelle individuate da un gruppo di docenti dell’INSEAD e della Harvard Business School, risultanti dalla ricerca svolta su un database di ca. 5.000 profili di innovatori (ce ne parla Myriam nella rubrica #sdgspertutti dedicata all'obiettivo 9).

Queste capacità sono quelle che ci servono per immaginare il futuro e cominciare a costruirlo. Le capacità identificate come 'DNA' delle persone capaci di fare innovazione, sono quelle che hanno consentito al genere umano di sopravvivere e di arrivare sin qui.

Sia che si tratti di un nostro percorso individuale sia che si estenda, attraversando sistemi sempre più grandi e complessi fino all’intero Pianeta, si tratta sempre di capacità che vanno coltivate, allenate, da tutt* noi, singole persone, in maniera diffusa a tutte le latitudini e in tutte le età. E si possono imparare.

e pratica

La filosofia per noi è pratica (filosofica), è azione conseguente al pensiero, é trasformazione. Se non mettiamo in atto il nostro pensare, questo resterà sempre solo potenzialità. Interessante forse, ma poco fruttuoso.

Ma come si traforma il pensiero in azione? Come si fa innovazione in pratica? A questa domanda, come puoi immaginare, non si può dare una risposta univoca, ma forse raccontare un esempio può chiarire cosa intendiamo e chissà anche essere d'ispirazione. Si tratta comunque, sempre, di non dare nulla per scontato, di continuare a farsi buone domande, di sottoporre costantemente a riflessione critica ciò che si sta facendo, di porsi dempre in dialogo con ciò che accade.

Ci siamo imbattute in una situazione del genere proprio da poco, mentre concludevamo la progettazione dei percorsi di Blossom Academy, che nei nostri piani, forse ricorderai, prevedevamo di lanciare questo scorso settembre. Al momento di dare l'ok, però, sentivamo che qualcosa non ci convinceva completamente, per vari motivi. Prima di tutto la riflessione sull'esperienza e i feedback che avevamo avuto con i Sei Passi per Sbocciare di questa estate e poi il contesto fuori, che appariva ancora quieto ma nel quale si indovinava un ribollire che poi, da ottobre a oggi, è diventato esplosione (nuovamente).

Blossom Academy è nata come un'esperienza online, in tempi in cui ci si poteva ancora incontrare di persona, con un'impostazione, comunque, quale percorso individuale. I feedback e l'incontro online di agosto, insieme al contesto e altri fattori, spingevano invece per un rinnovamento.

A guardare il modello delle 4 lenti dell'innovazione, lo abbiamo proprio seguito alla lettera!

Fidandoci anche di alcune nostre esperienze 'divergenti' - abbiamo messo in discussione alcune convinzioni, da noi stesse create ma anche abbastanza diffusa nel contesto, quelle che le persone preferiscano un lavoro individuale e amino condurre il lavoro su di sé organizzandosi i tempi a loro piacere.

Ci siamo agganciate a una tendenza nuova, il bisogno di stare insieme 'in qualche modo profondo' in un momento di separazione fisica e geografica.

Abbiamo potuto usufruire di nuove risorse, in termini anche di nuove collaborazioni, iniziate prima dell'estate, prima di tutti proprio quella con Benedetta Magarini Montenero, che ha portato la sua lunga esperienza nella cura delle persone che vogliono stare meglio e che di Blossom oggi è anche project manager. Nel frattempo, abbiamo attinto alle risorse di cui disponevamo già, in termini sia di professionalità presenti nel team o a noi vicine e sia di 'libreria' di contenuti, strumenti e contatti maturati finora, per farne un uso diverso da prima.

Questo per poter rispondere a un bisogno ancora non soddisfatto, offrire uno spazio sicuro per poter operare la propria trasformazione a chi preferisce comunque instaurare una relazione, stare in contatto, riflettere insieme, in qualche modo.