Basilico | Scatole di storie

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«Il giudizio è il veleno che uccide la creatività. È un diserbante, un acido, una tossina. Avere una parola cattiva per tutti (gli altri) e tutto è il malcostume contemporaneo che, in cambio di una risata facile e di un senso di superiorità volatile, ci sottrae idee, soluzioni e un futuro migliore».

Libera il futuro. Quindici lezioni sul digitale per migliorare il nostro mondo, Mafe de Baggis

Una cosa che ho scoperto

Mi piacciono le persone e i progetti che mi accendono una luce nella testa, che mi fanno venire voglia di scoprire cose nuove.

Marianna Bruschi cura Unicorni in redazione, il podcast in cui racconta il giornalismo italiano e internazionale. È iniziata da poco la seconda stagione: le puntate escono il venerdì e io le ascolto su Spotify.

Il giornalismo digitale si evolve in modo velocissimo, cercando di immaginare nuovi modi per portare le persone dentro le storie: Marianna Bruschi ci parla del suo lavoro e di tutto quello che colpisce la sua curiosità, apre per noi la sua cartella piena di appunti, screenshot e ispirazioni e intervista ospiti che ci portano dietro le quinte dei progetti di informazione.

Dati, immagini, video, newsletter, comunità sono solo alcuni dei temi affrontati fino a qui: settimana dopo settimana trovo spunti e interventi interessanti, con consigli e suggerimenti pratici per sperimentare e approfondire.

Ci sono tanti, tantissimi contenuti extra da scoprire: su Medium c'è una mappa di ogni puntata, così da non farci perdere nemmeno un link.

Una cosa che ho imparato

Questa pandemia mi sta insegnando sfumature sempre diverse del concetto di mancanza.

Dicembre è stato un mese fatto di senza: famiglie e amicizie lontane, tradizioni saltate, giornate in cui tutto sembrava più vuoto. Ci sono stati momenti in cui ho addirittura avuto nostalgia dell'ora di punta sulla metro A.

So che lamentarsi non serve, che devo essere lucida, paziente e razionale, ma non posso fare a meno di notare quello che non c'è e che manca il doppio proprio perché fatto della socialità che non vivo da tanto.

Stringo i denti e mi dico che sto imparando a non dare più niente per scontato, poi però mi viene un sorriso amaro.

Una cosa che mi ha fatto cambiare idea

Quando avevo vent'anni frequentavo un corso di recitazione in cui erano previste delle ore di lavoro davanti alla telecamera. Erano lezioni che vivevo come quelle di educazione fisica ai tempi della scuola: cercavo di evitarle il più possibile.

Non ho mai avuto un buon rapporto con la macchina fotografica, figuriamoci con la videocamera: per me è sempre stato impossibile sentirmi naturale e non pensare tutto il tempo a quanto sarei sembrata sgraziata rivedendomi.

Poi è successo che sono arrivata a trentotto anni e mi sono accorta di voler bene alla mia faccia perché è quella che ho: anche se a volte la vorrei ancora diversa, ho smesso di farle la guerra. Non è stato un cambiamento consapevole, me ne sono accorta quando ho iniziato a dire sì a inviti che in passato trattavo come l'educazione fisica.

Quindi succede che ho partecipato a una diretta su Instagram, che tra due settimane farò da moderatrice per una rassegna sul Premio Strega e a fine gennaio racconterò Strategie Prenestine ospite di un ciclo di incontri sui gruppi di lettura.

Quando ho ancora paura di espormi mi dico che è un po' come fare teatro: prima di salire sul palco vuoi morire, poi per fortuna sopravvivi e nel frattempo magari scopri che ti diverti pure.

E tu, come stai?

Mi racconti le cose che hai imparato, scoperto o che ti hanno fatto cambiare idea? Se ti va, puoi scrivermi rispondendo a questa mail.

Ti riscrivo a febbraio.

Abbracci stretti,
Valentina

Ancora un po' di cose

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Sono Valentina Aversano, lavoro con i libri e mi piace scoprire tesori.

Questa mail arriva a te e ad altre 1313 persone: mi racconti come ci conosciamo?

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L'immagine di Basilico è di Ottavia Baldi

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