Copy
Un progetto di Francesco Oggiano | Archivio | Browser

E riciao! Qui Francesco Oggiano, oggi puntata molto nerdosa.

Fatti anche tu il tuo «Digital Gardens»

 
I Digital Gardens sono spazi web individuali in cui una persona racconta in modo creativo un pezzo del proprio mondo

Ok, gli americani sono i migliori a dare i nomi alle cose. Adesso parlano di «Giardini digitali».

Spazi web individuali in cui una persona racconta in modo creativo un pezzo del proprio mondo

Sono spesso siti web, a volte Google Doc, che si pongono a metà tra i blog e i social. A differenza dei primi, non contengono aggiornamenti continui. L’autore scrive quando e quanto vuole, aggiungendo infomazioni più come se fosse una voce di Wikipedia che altro.

A differenza dei secondi, nascono proprio per fuggire dalla gabbia estetica di Facebook o Instagram. Una delle loro caratteristiche è l’estetica ricercata, strana, nostalgica e ambiziosa, ottenuta quasi sempre scrivendo un codice proprio. 

I temi trattati sono infiniti, ma l’obiettivo è sempre quello: condividere le proprie passioni e i propri desideri. Meglio se di nicchia. C’è chi dedica il suo giardino ai suoi musei preferiti e alle emozioni che provocano; chi mette in fila i libri che vuole leggere e perché; chi offre spunti filosofici; chi condivide i suoi libri preferiti.

Come ha spiegato Tom Critchlow: 

Sui blog e sui social cerchi di parlare a quante più persone possibile. Sui Digital gardens cerchi di parlare a te stesso.

I giardini digitali sono spazi personali, che qualcuno apre anzitutto per se stesso, per mettere in ordine pezzi della propria vita e magari condividerli con altre persone. Le connessioni si creano quasi sempre linkandosi a vicenda, o ritrovandosi su gruppi nerd di Reddit.

Nell’anno del doomscrolling, delle call su Zoom e della ricerca dei like, i giardini digitali sono spazi più intimi, calmi, solitari, lenti, in cui coltivare il propio io digitale.

6 BEI DIGITAL GARDENS
  1. Una bellissima collezione di note di Maggie Appleton.
  2. Sara Garner e i suoi musei.
  3. Tom Critchlow e i suoi appunti.
  4. Libri preferiti.
  5. The Index, monumentale raccolta di spunti.
  6. Il Digital garden di Amanda Pinsker.
Gas influencer
 
I colossi del gas stanno iniziando a pagare gli influencer perché cucinino col forno a gas. E noi viviamo in un mondo bellissimo. 
Una pagina che zoomma continuamente
 
Questa è la scusa più intelligente che avrete per non lavorare oggi. 
Spesso il mito della produttività è una minchiata
Non può esistere automiglioramento senza prima autoaccettazione. E lo dice uno dei guru più cool della Silicon Valley. Che ha lasciato la Silicon Valley
Type a tone ti trasforma la tastiera in una tastiera musicale. Così, de' botto, senza senso. 

Let me tell è una cosa comoda comoda che ti racconta casi concreti di marketing di successo. 

Tutti buoni a consigliarci libri in base ai nostri gusti. Questo sito qua vuole farti uscire dalla bolla, e ti suggerisce libri che quasi sicuramente non leggerai mai

La guida definitiva per viversi al top la quarantena

«Qual è il complimento più bello che hai mai ricevuto?». Un po' di bellissime domande per spezzare il ghiaccio al lavoro (o al vostro Tinder date).

Amazon cerca un Podcast manager.

Mustard un Copywriter.

Hello cerca un Writer.

Afrodite anche.

Carrefour vuole un Social content manager.

Treedom è alla ricerca di un Social media manager.
Ottimo e abbondante!
Questo è il link di oggi, da condividere pure con quelli che dicono «Brava/o, ti seguo» ma non è niente vero. 
Copyright ©2019 Digital journalism 
Non vuoi più ricevere questa newsletter? Disiscriviti qui