Tutti noi purtroppo ci ritroviamo a dover/voler ricordare una persona cara scomparsa: amico, collega, mentore, parente. Se prima lo facevamo in forma breve e davanti a pochissime persone, adesso ci può capitare di farlo davanti a un pubblico più numeroso e indistinto: quello dei nostri social. E vogliamo farlo al meglio. Ora, premesso che tutti i modi sono giusti e ognuno deve scrivere quel cavolo che gli pare, può essere interessante sapere come lo fanno i migliori.
Come Victoria Chang, poetessa di Los Angeles che ha scritto circa 70 poesie per ricordare la madre scomparsa nel 2015. E che ha passato i 6 anni successivi a studiare i necrologi sui giornali (sì, gli americani ne hanno fatto un genere a sé). Qualche consiglio suo:
1) Scrivi di come ha vissuto, piuttosto che di come è morto
Parla della sua vita, delle sue azioni. Metti la morte in un inciso.
2) Adotta uno stile piatto, ma ricco di aneddoti
Fatti, non opinioni o espressioni che, per quanto sincere e genuine, rischiano di risultare ridondanti.
3) Struttura il ricordo in tre parti
Attacco (in cui inserisci il nome della persona, l’età, il lavoro, la data e la causa della morte).
Cuore del pezzo (da riempire con gli aneddoti che celebrano la vita della persone).
Conclusione (dedicata alle persone che sopravvivono alla persona scomparsa).
4) Parti dalla fine
Scrivi prima l’attacco e la conclusione, che sono abbastanza semplici. Quindi dedicati agli aneddoti.
5) Non.Parlare.Di.Te
Parla del morto, della sua vita, non del tuo dispiacere o di quella volta che ti ha fatto i complimenti (NO!).
6) Raccogli i dettagli da altri
La migliore forma di necrologio consiste nel ricordare le piccole cose che rendono ognuno di noi speciale:
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