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Un progetto di Francesco Oggiano | Archivio | Browser

Ecciao!
Il libro non l'ho scritto io, ma Fabio Massa, collega di Milano che ha raccontato in un'inchiesta Milano (e il suo potere) a un anno dal Covid. Perciò, visto che qua scriviamo del mestiere e pubblicare un libro fa sempre figo, gli ho chiesto di condividere con noi le lezioni, i trucchi, i dolori scoperti in questa esperienza. Eccoli qua.

14 cose che ho imparato scrivendo un libro

1) È meglio se hai già una competenza specifica (e la mostri online)
Se ce l'hai e la mostri online perché ti venga riconosciuta, piuttosto che dover piazzare il tuo libro, può capitare che da cosa nasca cosa e che ti chiamino loro - le case editrici - per farti scrivere un libro che non hai nel cassetto. 

2) Le case editrici sono parecchio alla mano
Più dei giornali. La mia è stata Chiarelettere. Pensavo, essendo un esordiente (tradotto: sconosciuto e pure sfigato), che avrei visto l'usciere o poco più. Invece al primo colloquio mi sono trovato davanti con il direttore editoriale e Maurizio, editor e mio angelo custode nei 14 mesi successivi.

3) Le case serie le capisci dall'anticipo.
Se la casa editrice è buona, si fida di te per scrivere qualcosa di buono. Per farlo ti dà un anticipo, una cifra che ti viene data metà alla firma del contratto e metà alla consegna del lavoro, indipendente da quanto il libro venderà. Ed è una cosa buona. Buonissima

4) L'anticipo non è quello che vedi nei film con gli scrittori 
Non aspettarti cifre folli, se calcoli le ore lavoro: non si scrivono libri per evitare di fare il mutuo sulla prima casa.
5) Il metodo è come quello per scrivere un pezzo. Ma molto più pesante
Ti aiuta molto l'editor. Presenti un piano di massima (sì, tipo la tesi, ma meno palloso), ne discuti a lungo, a lunghissimo. E poi cominci. Capitolo di prova, che generalmente non sarà il primo, ma il secondo. Affinamento e riscrittura, poi il secondo capitolo e via.

6) Devi programmare nel tuo Calendar due ore al giorno
Personalmente me le sono ritagliate la sera, dopo il lavoro già faccio. Ogni gioron. Verso la fine ho dovuto concludere un po' a tappe forzate. così mi sono ritagliato qualche mattinata di scrittura intensiva.

7) iA è un programma eccezionale
Ho usato sempre quello (ex iA Writer): una bella pagina bianca, senza correttore e distrazioni.
 
8) La cosa più difficile è la lunghezza
Il problema è quando finisci la tua lunghezza «canonica». Se corri abitualmente 6 km e poi ti cimenti con una maratona, al settimo km finisci il fiato. Il trucco, almeno per me, era attenermi alla scaletta minima che mi ero fatto e procedere oltre. Oppure, in alternativa, chiudere il capitoletto su cui mi ero fermato e aprirne un altro.
9) Per scriverlo ci vogliono almeno 6 mesi
Io ce ne ho messi 14, perché ho dovuto scriverlo due volte. Non è colpa mia se pensavo di scrivere un libro sulla Milano bellissima e fichissima, cercandone le contraddizioni, e mi è capitata una pandemia che ha cambiato tutto. 

10) Non affezionarti alle tue parole. Dovrai tagliarne tante
Dopo la prima stesura, ho tagliato almeno 50 mila battute, per stare nelle 280 pagine. 

11) La comunicazione è uno sbatti che ti devi fare tu
C'è un ufficio stampa, ma devi muovere tu tutto quel che hai. Fare l'elenco dei giornalisti a cui mandare la copia cartacea. Arriva il pacco, tiri fuori le copie, le autografi e ci scrivi una bella dedica. Poi chiami mezzo pianeta per farti organizzare le presentazioni senza dire che vuoi farti organizzare le presentazioni. Insomma, come quello che si ferma a casa tua finché non è ora di cena per farsi invitare a mangiare (metafora Covid-free).

12) Capisci (da una cosa) gli amici cool
Sono quelli che comprano il tuo libro, non ti chiedono una copia gratis.

13) Non lo fai per i soldi (ma per tutto il resto)
Disperato ragazzo mio, perché scrivere se ci guadagni molto meno che ad andare a scrivere marchette da 600 battute? Perché ne vale la pena, e non solo per soddisfazione. Aumenta la tua reputation? Sì. Ti fa conoscere nuova gente? Sì, soprattutto se chiedi interviste da inserire nel libro a persone fighe. Aumenta le collaborazioni? Può essere un inizio. Ti fa fare più ospitate? Probabilmente sì. 
14) Yep, la cosa più bella è annusare la prima copia appena arrivata
La verità è che vuoi che sappia di qualcosa ma non sa di niente. Almeno secondo le mie narici. Poi ci ho messo la data e ho scritto la dedica a mano. A me stesso, dicendomi di ricordarmi che ogni tanto si può essere felici.
- SPOTLIGHT - 
Fabio Massa, giornalista de Il Foglio Affaritaliani, dirige la newsletter True News e ha appena pubblicato Fuga dalla città, una Lonely planet del potere milanese a un anno dal Covid (ed. Chiarelettere). 

Un podcast nato da una room Clubhouse

 
Su Spotify world global mondo due cose sono uscite interessanti la scorsa settimana. No, non il podcast di Barack e Bruce.

1) Una è la nostra playlist «Songs for new ideas», che  continua a macinare nuove canzoni ideali per scrivere grazie ai vostri suggerimenti (scrivetemeli in mail). 

2) La seconda è «I persuasori occulti», di cui mi interessa la genesi più che il contenuto. Credo sia il primo podcast in Europa, sicuramente in Italia, nato da una room su Clubhouse. La room la apre ogni settimana Paolo Iabichino, che dà appuntamento ai creativi (o aspiranti tali) italiani e lancia loro una sfida: trovare slogan per brand diversi in diretta audio, sottoponendosi al pubblico ludibrio. Quindi, passa la registrazione dell'intera diretta ai montatori di 4tracce.fm, che riducono la conversazione di gruppo a una puntata podcast di 10 minuti. 

Toh, Netflix spingerà il verticale

 
L'anno scorso aveva iniziato a sperimentare con «Fast laughs», un feed tipo TikTok con piccoli video divertenti. Adesso ha annunciato che implementerà la nuova funzione nella sua app per iOS, mostrando nel suo catalogo (in maniera molto visibile) show verticali, tra cui standup di comici come Kevin Hart (che per loro natura - figura intera di persona - si prestano parecchio al formato verticale). Insomma, fa sul serio. Mi sembra una buona scusa per rivedere «The Stunt Double», la prima grande produzione di film in verticale, con alla regia Damien Chazelle (quello di La La Land). 
 
Il Mr. Wolf delle star di Hollywood
 
L'uomo che le celeb chiamano in caso di filmini porno, ricatti, foto di coca. The man.
Il movimento #FreeBritney, spiegato bene
E ricordate, se Britney è sopravvissuta al 2008, voi potete farcela questa settimana.
Le memorie sanremesi di Pippo Baudo
 
«Sharon Stone mi accolse in mutande. Ma io mi comportai da gentleman italiano e lei apprezzò». La poesia.
Sfondi. Sfondi supercool per le vostre noiosissime call.

Ehm, secondo questi calcoli, io sarò a novembre. Sicuri di voler scoprire quando sarete chiamati a vaccinarvi

99 scorciatoie da tastiera per Pc e Mac. Così, de' botto senza senso.

Ok, iniziamo a scrivere un diario digitale

Indipentent Ideas cerca un Copywriter.

Mediamonks un Content writer.

Wearesocial pure.

Tinaba anche.

Coca Cola vuole un Communication manager.

Amazon è ancora alla ricerca di un Podcast manager.

Figmenta di un Digital content strategist.
Ok. 
Questo è il link di oggi, da condividere pure con quelli che dicono che non guardano Sanremo ma poi lo guardano. 
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