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  Newsletter n.35 del 26/03/2021

Avere cura della propria terra
 
(di Francesca Capoccia)


Fonte d'acqua restaurata dall'Università agraria di Massa e Pianello - Foto di Francesca Capoccia

Guardando indietro nel tempo la storia ci insegna che le persone, in un modo o nell’altro, si sono sempre organizzate e unite tra loro. I modelli di comunità, insomma, non sono mai mancati, e si è sempre trovata una forma di unione per sostenersi reciprocamente, per aiutarsi a vivere e a sopravvivere, a procurarsi da mangiare, ma anche ad avere cura del proprio territorio.
A tal proposito, nel 1936, a Massa, una piccola frazione alle pendici del monte Nerone, nelle Marche, nasce l’università agraria di Massa e Pianello proprio con l’obiettivo di curare le terre, indispensabili per la sussistenza delle piccole collettività di montagna.  

Le università agrarie, chiamate anche associazioni agrarie, comunanze o ville, sono forme associative tuttora esistenti in varie regioni d'Italia e che rappresentano un’impronta di un'epoca passata, in particolare una delle forme antiche della proprietà collettiva.
La comunanza, infatti, è l’ente che si occupa del dominio collettivo sul quale gli abitanti hanno il diritto di uso ed esercitano collettivamente la facoltà di seminare, pascolare, tagliare legna, raccogliere erba, ecc.
A tal proposito, Antonino Truffelli, Segretario della villa di Massa e Pianello, ci spiega proprio che la comunanza di Massa e Pianello è nata su iniziativa di alcuni “cavallari”, uomini che per svolgere più facilmente il proprio lavoro, come il taglio del bosco, facevano uso di muli per trasportare la legna tagliata. 

Con il passare degli anni, però, la partecipazione alla villa è andata un po’ a scemare, soprattutto perché mancava un direttivo, un’assemblea, fino a quando circa dieci anni fa, proprio Truffelli decide di riorganizzare l’associazione e riprendere con le attività. 
I cittadini di Massa e Pianello, dunque, si sono uniti insieme e da volontari svolgono attività principalmente per sistemare e tenere in ordine tutta l’area verde della zona, ma non solo. Tra le varie iniziative, infatti, possiamo contare: ripristino di sentieri e di vecchie strade che collegano tra loro diversi paesini, pulizia del parco di Pianello e della pista da ballo in disuso, bonifica di una vecchia discarica vicino al fiume diventata ora un’area picnic (“La chiusa”), meta di tanti turisti, e istituzione della giornata ecologica. Molto importante è stato il ripristino di alcune fontanelle e sorgenti d’acqua (in particolare “La fonte del sorbo”): l’acqua infatti è un bene prezioso per l’umanità, ma anche per tutti gli animali, molto presenti nell’area di montagna.
Tutte queste attività sono svolte anche grazie alla partecipazione della Proloco di Pianello, formata principalmente da giovani ragazzi e ragazze che apportano il loro prezioso entusiasmo e le loro idee innovative.


Fonte restaurata dall'Università agraria di Massa e Pianello - Foto di Francesca Capoccia
Per quanto riguarda le fonti di finanziamento, la Villa si basa su: iscrizione annuale dei soci, tassa per il taglio della legna, finanziamenti comunali, provinciali e regionali (su base di progetto).
Infatti, come si può leggere nello statuto, “qualunque ricavo derivante dalle attività pertinenti alla Villa serviranno a far fronte al pagamento degli oneri che gravano la Comunanza e per migliorare i beni  e opere pubbliche a favore della popolazione”. 
Lo statuto, che si basa su legge del 4 agosto del 1894 n.337, prevede che abbiano diritto d’uso soltanto le persone residenti, principalmente gli uomini, e la partecipazione femminile è consentita in pochi casi. Ma, essendo un regolamento datato, ora si sta cercando di cambiarlo per renderlo attuale; la proposta è di eliminare i limiti al diritto d’uso da parte delle donne e di concedere l’uso anche a coloro che hanno un’abitazione nella zona, senza avere la residenza. Molte persone non residenti infatti hanno voluto partecipare attivamente alle varie realizzazioni, tramite contributi finanziari, in quanto amanti del territorio.


                              
                      Bacheca della Comunanza appesa in piazza a Pianello - Foto di Francesca Capoccia
Per la Villa è importante che il territorio resti nelle mani dei cittadini, dei suoi abitanti che hanno a cuore la montagna, mirano alla tutela ambientale, alla salvaguardia dell’habitat naturale e provano un forte sentimento di ritorno alle tradizioni e di attaccamento alla piccola comunità
Il fine, infatti, è quello di promuovere  una visione di sviluppo che consenta agli amanti della montagna di vivere in un territorio dove sia possibile creare una sinergia tra uomo e ambiente e impegnarsi per garantire un equilibrio naturale. 
Negli ultimi anni sembrerebbe ci sia una riscoperta del valore del proprio territorio e una volontà di avere uno stile di vita sostenibile a contatto con la natura. A tal proposito vi segnaliamo due esperienze significative:
Siamo sicuri che esistano tantissime altre attività che mirano alla conservazione delle tradizioni di piccole comunità nonché di tutela del territorio. Noi di Buone Pratiche Sociali siamo interessati a ricevere il vostro prezioso contributo di esperienze, idee e proposte, che potete inviarci attraverso:
Per conoscere le buone pratiche sociali di cittadinanza attiva:

https://buonepratichesociali.cittadinanzattiva-er.it/
Guarda i video dei seminari sulle buone pratiche sociali dei cittadini a Bologna sul nostro canale Youtube:

https://www.youtube.com/channel/UCz18I362U8en5jOjNipI-pg
 
#buonepratichesociali di Cittadinanzattiva Emilia Romagna
un progetto di Walther Orsi

con la collaborazione di
Irene Amendola, Anna Baldini, Francesca Capoccia, Salvatore Condorelli, Paola Cuzzani, Claudia D'Eramo, Corinna Garuffi, Angelica Leoni, Francesco Scotece, Lorenzo Patera, Anastasiia Vitiuk
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