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Da lunedì bar e ristoranti sono nuovamente aperti al pubblico, a patto che il servizio sia effettuato all’esterno, ed è iniziata una graduale riduzione delle restrizioni applicate negli ultimi mesi per rallentare la diffusione del coronavirus. Il coprifuoco, però, è rimasto com’era e questa scelta del governo continua a suscitare polemiche e un confronto teso nel governo, alimentato soprattutto da Matteo Salvini, che vorrebbe rimuoverlo o almeno farlo iniziare più tardi.

Al netto della politica, che cosa dicono le ricerche pubblicate finora sul coprifuoco? È davvero utile contro la pandemia?

Vorremmo darvi una risposta netta, ma come avete imparato in oltre un anno di newsletter, le risposte chiare e definite intorno alla pandemia sono pochine. Nonostante siano trascorsi molti mesi dall’istituzione del coprifuoco in Italia e in varie altre parti del mondo, non è ancora possibile avere una risposta chiara e definitiva. Ci sono elementi che sembrano indicare l’utilità delle limitazioni serali e notturne, ma le ricerche svolte finora sono state poche e si sono basate su dati non sempre significativi.

La difficoltà più grande deriva dal fatto che un coprifuoco viene istituito insieme ad altri provvedimenti, dall’impiego delle mascherine alla chiusura delle scuole, che variano da paese a paese. Isolare gli effetti di un singolo provvedimento è difficile, se non impossibile. I ricercatori ci hanno provato soprattutto utilizzando modelli al computer, cioè simulazioni che cercano di imitare ciò che accade nel mondo reale, seppure con un certo grado di approssimazione che incide sull’affidabilità dei risultati.

Uno studio preliminare, quindi da prendere con qualche cautela in più, condotto in Lussemburgo ha segnalato che un coprifuoco dalle 23 avrebbe un impatto contenuto nella diffusione del contagio, ma i ricercatori hanno ammesso di non avere potuto prendere in considerazione il comportamento dei singoli, legato per esempio alla scelta di anticipare le loro attività sociali o gli acquisti nei negozi. Altri modelli hanno portato a conclusioni simili, segnalando la difficoltà di isolare gli eventuali effetti del coprifuoco dalle altre limitazioni.

Il confronto tra due situazioni diverse con elementi in comune può essere utile per trarre qualche informazione in più sull’eventuale efficacia del coprifuoco. A inizio gennaio, nel Quebec (Canada) ne è stato indetto uno, che non ha invece interessato la confinante provincia dell’Ontario. I ricercatori hanno messo a confronto i dati sugli spostamenti della popolazione, rilevando una riduzione dei movimenti di circa un terzo nel Quebec dopo l’entrata in vigore del coprifuoco. La riduzione è stata riscontrata soprattutto nelle aree ricche, mentre in quelle con reddito medio più basso e abitate da lavoratori meno qualificati la riduzione della mobilità è stata meno marcata.



Lo studio preliminare sembra indicare che il coprifuoco contribuisca a far ridurre gli spostamenti, e di conseguenza disincentivi gli incontri per svago, ma gli autori del lavoro (ancora preliminare) chiariscono di avere potuto utilizzare dati provenienti da appena l’1 per cento della popolazione. La ricerca spiega che le due province hanno caratteristiche diverse e che non sono quindi facilmente sovrapponibili per farne un confronto diretto. Nel Quebec inoltre le scuole avevano riaperto nella prima metà di gennaio, mentre in Ontario il ritorno in classe è avvenuto circa un mese dopo.

Un’altra ricerca, condotta analizzando le limitazioni imposte in una cinquantina di paesi, ha concluso che il coprifuoco insieme ai lockdown funziona in linea di massima, ma che non è possibile valutare le due misure separatamente visto che sono quasi sempre adottate insieme. Un altro studio preliminare, quindi sempre da prendere con qualche cautela, ha invece concluso che il coprifuoco abbia effetti moderati nel contenimento dei contagi.

Qui trovate diversi altri esempi, che portano alla medesima conclusione: al momento tra gli scienziati non c’è un consenso unanime sull’utilità del coprifuoco nel ridurre la diffusione del coronavirus, soprattutto alla difficoltà di isolare questa misura restrittiva dalle altre. Più in generale, però, gli elementi emersi finora sembrano indicare che il coprifuoco abbia una buona efficacia se adottato in concomitanza con un lockdown, o comunque assieme a regole che limitano le possibilità di incontrarsi soprattutto al chiuso.

Al di là degli effetti diretti, che come abbiamo visto sono molto difficili da valutare, esperti e osservatori ritengono che comunque il coprifuoco contribuisca a ricordare che la pandemia è ancora in corso, e che continua a comportare seri rischi per tutti. Questo effetto è di particolare importanza nel momento in cui si riducono le altre limitazioni, come sta avvenendo in Italia da oggi. 

Privacy
Alla fine della scorsa settimana, il Garante della privacy ha inviato un avvertimento formale al governo per alcuni problemi che comporterebbe l’introduzione dei “certificati verdi”: cioè i documenti che attestano l’avvenuta vaccinazione contro il coronavirus, la guarigione dall’infezione o la negatività al virus tramite tampone molecolare o antigenico che vi avevamo raccontato nella scorsa newsletter.

Secondo il Garante il “decreto riaperture”: «Non garantisce una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale, ed è gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali». Il governo dovrà provvedere a sistemare le cose che non vanno.
 

Colori
Da lunedì, Valle d’Aosta, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia sono area arancione, la Sardegna è area rossa e tutte le altre regioni sono area gialla. In provincia di Cuneo, in Piemonte, restano in vigore le regole dell’area arancione, nonostante il resto della regione sia area gialla. 



Come avrete ormai letto ovunque e constatato osservando i tavolini fuori dai locali, nell’area gialla hanno riaperto bar e ristoranti sia a pranzo sia a cena, ma solo per il servizio all’aperto. Hanno anche riaperto musei, cinema, teatri e sale da concerto, con capienza ridotta e distanziamento. Sono anche riprese alcune attività sportive all’aperto.

Per quanto riguarda gli spostamenti, ci si può spostare liberamente tra regioni in area gialla, mentre tra quelle in area rossa o arancione lo si può fare con l’autodichiarazione oppure utilizzando i pass.

Qui trovate una mini guida, vi fosse sfuggito qualcosa.

Rosso
Abbiamo appena visto che la Sardegna è area rossa: è l’unica regione con le misure restrittive più rigide dopo che all’inizio di marzo era stata l’unica a essere area bianca, con pochissime limitazioni rispetto al resto d’Italia. Nell’ultimo mese la situazione epidemiologica è peggiorata rapidamente, sono emersi molti nuovi focolai e contagi, anche se nell’ultimo monitoraggio si nota un certo miglioramento.

Il presidente Christian Solinas ha spiegato il peggioramento con il calo di attenzione avvenuto durante le prime tre settimane di marzo. All’inizio di aprile Solinas aveva detto che la Sardegna stava scontando le conseguenze della condotta durante la zona bianca: «Paghiamo una diffusione virale che ha camminato sulle gambe delle persone. Non dobbiamo nasconderci dietro un dito, alcuni atteggiamenti non sono stati responsabili». Il caso così particolare della Sardegna ha spinto alcuni osservatori a mettere in guardia le altre regioni dai possibili effetti delle riaperture, seppure stiano avvenendo in condizioni e contesti diversi.

Le foto del primo giorno di riaperture in Italia 📸

PNRR
Negli ultimi due giorni il governo italiano ha presentato in Parlamento il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il documento con cui il governo spiega come intende spendere i finanziamenti che arriveranno dall’Unione Europea tramite il Next Generation EU, chiamato anche Recovery Fund. Il piano prevede in tutto finanziamenti per 221,1 miliardi di euro da impiegare entro il 2026. In termini percentuali, il 27 per cento dei fondi sarà dedicato alla digitalizzazione, il 40 per cento agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico e oltre il 10 per cento alla coesione sociale. 

Nei suoi ultimi mesi di vita il secondo governo Conte fu molto criticato per avere incluso nelle bozze del proprio PNRR soltanto pochi miliardi per la sanità pubblica. Nel PNRR presentato dal governo Draghi il finanziamento è salito a 15,63 miliardi, con alcune voci molto ingenti: ci sono soprattutto circa 4 miliardi per l’assistenza domiciliare e la telemedicina, la cui importanza è diventata evidente con i picchi della pandemia.

Bubbole
Forse sono arrivate anche a voi. Da qualche settima circolano sui social network e su WhatsApp storie che raccontano di medici che avvistano pazienti positivi al coronavirus al supermercato, li segnalano alle casse e scoprono che in realtà i positivi tra le corsie erano diversi, sei o sette a seconda delle versioni. Tutti gli indizi suggeriscono che si tratti di una bufala: la storia, che sembra aver girato inizialmente come messaggio vocale ma che poi è finita anche sui siti di news, è stata ambientata in diverse città italiane, sempre più o meno uguale. In alcuni casi, i direttori dei supermercati coinvolti hanno espressamente smentito. Se volete fare la vostra, girate questo articolo a chi vi ha mandato messaggi su queste storie improbabili.


La Galleria Subalpina a Torino il 26 aprile, nel primo giorno di riapertura al pubblico di bar e ristoranti (ANSA)

Causa
La Commissione Europea ha fatto causa all’azienda farmaceutica britannico-svedese AstraZeneca accusandola di non aver rispettato i contratti sui tempi di consegna dei vaccini contro il coronavirus. L’azione legale è stata presentata venerdì 23 dopo essere stata approvata all’unanimità da tutti i paesi membri dell’Unione Europea.

India
In molte aree dell’India la situazione continua a essere estremamente difficile, con oltre 300mila nuovi casi rilevati quotidianamente da diversi giorni, e che per i motivi che ormai conosciamo non rappresentano l’effettiva estensione del contagio. 
Nel fine settimana Twitter è stato criticato per avere cancellato in India decine di tweet scritti in parte da esponenti dell’opposizione che criticavano il governo indiano per la gestione della crisi sanitaria.
Nel paese si è anche discusso sull’opportunità di proseguire con l’Indian Premier League (IPL), il seguitissimo campionato indiano di cricket.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India. Inoltre, chiunque sia stato nel paese nelle ultime due settimane e sia già in Italia deve sottoporsi a un test, contattando i dipartimenti di prevenzione.

Due cose sui vaccini
1. Gli Stati Uniti invieranno fino a 60 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca ad altri paesi in difficoltà nella gestione della pandemia, ed è probabile che una buona parte finisca all’India. Il governo indiano e altri paesi avevano accusato gli Stati Uniti di aver gestito i vaccini in modo protezionista, imponendo limitazioni ed embarghi sull’esportazione delle materie prime per produrli. La condivisione delle dosi di AstraZeneca è una prima risposta alla richiesta: al momento il vaccino non è nemmeno autorizzato negli Stati Uniti, dove la campagna vaccinale procede bene con quelli già a disposizione.
2. Nel fine settimana le autorità sanitarie statunitensi hanno permesso nuovamente l’impiego del vaccino contro il coronavirus di Johnson & Johnson (J&J), il cui uso era stato sospeso il 13 aprile dopo alcune segnalazioni di rari problemi circolatori (trombosi) in persone a cui era stato somministrato. 

Lockdown
In Turchia inizierà un nuovo lockdown molto rigido a partire da giovedì 29 aprile, che dovrebbe durare fino al 17 maggio. Le scuole funzioneranno solo con la didattica a distanza, serviranno certificazioni con motivi validi per qualsiasi spostamento fuori dalla città e i trasporti cittadini avranno limitazioni molto stringenti. I nuovi casi rilevati in Turchia sono molto superiori a quelli delle altre ondate e il paese è tra i peggiori al mondo per l'incidenza sulla popolazione.

Olimpiadi
Mancano circa tre mesi alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici in Giappone, ma a Tokyo non tutti sono convinti che le Olimpiadi si terranno veramente. Il paese è nel mezzo di una nuova ondata di contagi, che sembra più grave della precedente (la peggiore registrata dall’inizio della pandemia). La campagna di vaccinazione procede a rilento, gli eventi in preparazione dei Giochi previsti in questo periodo vengono cancellati o boicottati dagli atleti e il percorso della torcia olimpica ha avuto qualche intoppo a causa dei contagi. L’impressione è che si arriverà alla conferma o meno dei Giochi in Giappone solo quando la nuova ondata inizierà a sgonfiarsi.

Bolla
In seguito a un aumento dei casi di contagio da coronavirus in Australia, la Nuova Zelanda ha deciso di sospendere la “bolla di viaggio” tra i due paesi che era in vigore solo dal 19 aprile scorso. Era stata creata in conseguenza della bassissima circolazione del coronavirus in entrambi i paesi, per permettere a chi viaggiava tra Australia e Nuova Zelanda di poterlo fare senza doversi sottoporre a un periodo di quarantena.

Aerei
Concludiamo tornando al volo nel nostro emisfero. In un anno in cui le compagnie aeree hanno drasticamente ridotto il loro traffico, Qatar Airways - la compagnia aerea di bandiera del Qatar - è riuscita a diventare la più grande compagnia a lungo raggio del mondo – non un primato in termini di ricavi, ma di chilometri percorsi – e a superare la sua rivale, Emirates. Per farlo, ha usato una strategia in gran parte opposta a quella della concorrenza: ha continuato a far viaggiare molti aerei, anche con voli semivuoti, ha ridotto meno tratte rispetto alle altre compagnie e in alcuni casi ne ha aggiunte di nuove. Questa strategia è stata resa possibile in buona parte grazie alle grandi sovvenzioni statali del governo del Qatar, e ha consentito a Qatar Airways di approfittare della riduzione di rotte e mezzi della concorrenza per aumentare le proprie quote di mercato.

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