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Notizie da Fondazione Homo Viator - San Teobaldo
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Cari Amici e Amiche pellegrini,

prosegue la collaborazione con il Centro Presenza Donna in occasione del loro 25° con le "Donne nelle Terre Bibliche":
Dopo Sant'Elena ed Egeria, oggi vi presentiamo UNA MARTIRE DELL’INTOLLERANZA   
IPAZIA, MATEMATICA E FILOSOFA
(Alessandria d’Egitto  350/370?– 415 d.C.)
 
Di lei non esistono né immagini né scritti, anche se a lei si attribuiscono straordinarie intuizioni scientifiche. Di  sicuro si sa che in vita fu una donna stimata e rispettata, e che la sua morte brutale costituisce ancora oggi un monito contro ogni forma di intolleranza e di fanatismo. Per questo la memoria di Ipazia, matematica e filosofa vissuta fra il IV e il V secolo ad Alessandria d’Egitto, ha continuato ad essere viva in saggi, studi, romanzi e perfino film. In nome della libertà di pensiero, è divenuta nei secoli l’icona di molte battaglie: quella dei pagani contro i cristiani, degli eretici contro gli ortodossi, dei protestanti contro i cattolici, della scienza contro l’oscurantismo, del femminismo contro ogni misogenia. Chi la conobbe e scambiò con lei alcune lettere, il vescovo Sinesio di Cirene, diceva di lei: “𝗣𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮 𝘀𝗮𝗴𝗴𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗹𝗲 𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶”. Chi invece scrisse dopo la sua morte, riferì solo storie sentite dire. Una sosteneva che l’eliminazione di Ipazia fosse legata all’invidia del potere religioso locale per il successo dei suoi insegnamenti scientifici. L’altra lasciava intendere che Ipazia fosse alla guida di un pericoloso movimento intellettuale eversivo. In una sola cosa gli storici si trovarono d’accordo: era stata trucidata senza pietà, dilaniata con cocci affilati, accecata, fatta a pezzi e i suoi resti bruciati. Ma per mano di chi? Un gruppo di facinorosi, si disse, nell’indagine chiusa in fretta. Il “cold case” resta ancora irrisolto. Non ci sono prove che nell’omicidio fosse coinvolto Cirillo, patriarca di Alessandria e dottore della chiesa. Ma certo che nulla aveva fatto per contenere le violenze delle milizie fondamentaliste cristiane che imperversavano sul territorio. Un indizio però può aiutarci: la data della morte di Ipazia. Nel 415 il cristianesimo era religione di stato già da 25 anni; da vent’anni l’impero si era diviso fra oriente e occidente e nel 410 Roma era stata umiliata dal “sacco” di Alarico. Infine, appena un anno prima dell’assassinio di Ipazia, la comunità ebraica di Alessandria era stata decimata, deportati i superstiti e confiscati i loro beni. Vendette, rappresaglie e tumulti agitano quegli anni e in un clima così tutto è possibile. Compresa l’uccisione di una donna libera e colta, che chiude simbolicamente l’età tardo-antica e apre quell’età di mezzo verso la modernità, che sarà il Medioevo. (A.L.)  
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Lasciamoci ispirare... Dall'Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco
 
"La fraternità non è solo il risultato di condizioni di rispetto per le libertà individuali, e nemmeno di una certa regolata equità. Benché queste siano condizioni di possibilità, non bastano perché essa ne derivi come risultato necessario. La fraternità ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza. Che cosa accade senza la fraternità consapevolmente coltivata, senza una volontà politica di fraternità, tradotta in un’educazione alla fraternità, al dialogo, alla scoperta della reciprocità e del mutuo arricchimento come valori? Succede che la libertà si restringe, risultando così piuttosto una condizione di solitudine, di pura autonomia per appartenere a qualcuno o a qualcosa, o solo per possedere e godere. Questo non esaurisce affatto la ricchezza della libertà, che è orientata soprattutto all’amore". Dal capitolo: Pensare e generare un mondo aperto 
 
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9 - 11 luglio 2021  URBINO E DINTORNI

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