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10 maggio 2021

Musicale

La newsletter sul mondo della musica a cura di Giovanni Ansaldo.

St. Vincent. (Alan Del Rio Ortiz)

Una data da segnarsi In questi mesi la pandemia ha rallentato le pubblicazioni degli album. Molti musicisti hanno rivisto i loro piani e diversi dischi sono stati posticipati in attesa di tempi migliori. Prima del covid, di solito il venerdì era una giornata all’insegna dell’abbondanza, mentre negli ultimi mesi non è stato sempre così. Il 14 maggio però sarà una data molto ricca: uscirà Daddy’s home, il nuovo disco di St. Vincent, ma anche molta altra musica interessante. Per chi ama il rap, il nome da tenere d’occhio è quello di J. Cole, che pubblicherà il suo nuovo album The off-season. Chi ama rock e folk invece può concentrarsi su Delta kream, una raccolta di cover blues firmata dai Black Keys; su The monster who hated Pennsylvania di Damien Jurado; o su Fat pop (volume 1), sedicesimo lavoro solista di Paul Weller. E non finisce qui: se seguite il jazz non fatevi scappare il ritorno dei Sons Of Kemet, progetto del sassofonista britannico Shabaka Hutchings, in arrivo con Black to the future. In Italia invece sarà il turno di Ira, l'atteso album di Iosonouncane.

Inedito Miles Il 1 luglio 1991 Miles Davis tenne uno degli ultimi concerti della sua carriera, a pochi mesi dalla morte. Ora per la prima volta l’etichetta Rhino pubblicherà una registrazione di quello show. Merci Miles! Live at Vienne uscirà il 25 giugno, durante il mese della musica afroamericana che si festeggia negli Stati Uniti, e conterrà una selezione delle canzoni eseguite quella sera, comprese le interpretazioni di Davis e del suo gruppo di Penetration e Jailbait di Prince.

L’altra faccia del successo One more time è uno dei pezzi più famosi dei Daft Punk, il duo di musica dance francese che si è sciolto a febbraio. È stata una hit in tutto il mondo. Ma la persona senza la quale questo brano non sarebbe mai nato non ci ha guadagnato un soldo. Un articolo uscito il 6 maggio sul Los Angeles Times ha raccontato la storia di Eddie Johns, un senza dimora di settant’anni che un tempo faceva il cantante e che nel 1979 pubblicò un singolo intitolato More spell on you. Il pezzo non ebbe successo successo, ma fu scoperto dai Daft Punk molti anni dopo, che ne campionarono i fiati per creare la base di One more time. Il duo francese fino a oggi ha sempre pagato i diritti per la canzone, che è di proprietà dell’etichetta francese GM Musipro, ma il problema è che a Johns non è arrivato un dollaro.

Economia e industria musicale

L’Italia riparte In questi giorni sono arrivate delle belle notizie per la musica dal vivo. Alcuni festival, come Ferrara sotto le stelle, acieloaperto (che si svolge nella Rocca Malatestiana di Cesena e nella vicina Villa Torlonia a San Mauro Pascoli), Cinzella (in provincia di Taranto), il Mi Manchi (costola della manifestazione milanese Miami) e altri hanno annunciato i loro programmi per l’estate. Per ovvi motivi logistici i cartelloni dei festival sono fatti quasi solo da artisti italiani (a partire da Iosonouncane, Venerus e Niccolò Fabi). 

Corsa al biglietto Secondo Michael Rapino, amministratore delegato della multinazionale Live nation, le persone stanno comprando biglietti per i concerti “più velocemente che mai”. La Live nation, il cui titolo in borsa se la passa piuttosto bene, ha in programma di far ripartire i concerti all’aperto negli Stati Uniti già da questa estate. Nel frattempo oltreoceano le sale da concerto più piccole se la passano sempre peggio (non che in Europa stiano meglio), e sono ancora in attesa dei soldi promessi dal congresso.

Anche questa è cultura Il parlamento tedesco ha stabilito che i club dovranno essere riconosciuti come siti culturali e ha presentato una proposta di legge che dovrà essere adottata dal governo federale nei prossimi mesi. Questo significa che le discoteche saranno equiparate a musei, teatri e sale da concerti, che avranno vantaggi fiscali e che potranno aprire anche in zone residenziali della città. Per Berlino, che ha costruito attorno ai club parte della sua attrattiva turistica, e altre città tedesche è una boccata d'ossigeno.

Da tenere d’occhio

Dawer X Damper. (Camilo Mejía)

Nome: Dawer X Damper
Città: Cali, Colombia
Genere: rap, urbano, elettronica
Perché ascoltarli: questo duo colombiano è attivo da undici anni, ma solo da poco è cominciato a entrare nei radar occidentali. Ad aprile i Dawer X Damper sono stati ospiti dell’Afropunk festival, negli Stati Uniti, e da pochi giorni hanno firmato un contratto con la Warner music México, pubblicando subito il singolo Dulce.

La canzone

Fast Animals and Slow Kids e Willie Peyote. (Alessio Albi)

Il covid non ha fermato i Fast Animals and Slow Kids. La band di Perugia durante la pandemia ha continuato a pubblicare canzoni, in attesa di tornare sui palchi. La nuova uscita s’intitola Cosa ci direbbe ed è un brano rock dolce, con un bell’arpeggio di chitarra ad accompagnare la voce di Aimone Romizi. Nel pezzo è ospite il rapper torinese Willie Peyote. “La parte di chitarra che ha dato il via al resto del brano è nata nel 2019 alla fine del tour del nostro disco Animali notturni. Ho creato quell’arpeggio seguendo un ritmo molto dritto di batteria e poi è nato il riff principale”, racconta il chitarrista Alessandro Guercini.

Cosa ci direbbe è un brano che invita a guardarsi dentro, a curare le persone a noi vicine, invece che proiettare verso l’esterno le nostre frustrazioni, invece che osservare e giudicare le coppie in silenzio al ristorante. Il testo è stato costruito un passo alla volta. La prima parte è nata prima del lockdown, come una specie di analisi sociale. Dopo la chiusura sono nati i versi più introspettivi. Non ne siamo usciti migliori, ma sicuramente abbiamo avuto tempo di riflettere”, spiega Aimone Romizi. “L’ultima parte è nata con l’arrivo di Willie: avevamo voglia di fare qualcosa con lui, siamo amici e ci stimiamo. È il primo featuring della nostra carriera e ci sembrava giusto inaugurare le collaborazioni con lui. Lavorare al pezzo con lui è stato molto semplice. La sua voce tra l’altro entra in un momento del brano in cui non c’è la ritmica, è un momento delicato. Per fortuna, credo, abbiamo evitato l’effetto Walk this way, che per carità è un capolavoro ma è meglio cercare di non imitarla troppo”.

Quali sono i punti di riferimento in questo pezzo? “I soliti nostri. La ritmica mi fa pensare a certa musica on the road statunitense, come i War on Drugs. Noi da anni siamo fan di band come i Titus Andronicus, e ovviamente di Bruce Springsteen”, aggiunge Romizi, che sta mettendo da parte diversi brani per un nuovo album, al momento senza data di uscita.

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