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Fatti sentire contro la violenza!

Ciao <<First Name>> 
Ecco qualche spoiler sugli eventi a cui parteciperemo a giugno!

Mockup credit: www.freepik.com

#fattisentirecontrolaviolenza

Un hashtag contro la violenza sulle donne per ribadire l'importanza di parlarne. 

Abbiamo aderito alla campagna di comunicazione contro la violenza sulle donne lanciata da Confcooperative con estremo entusiasmo. Per un anno ci saranno incontri mensili su diverse tematiche legate alla violenza.

Questo mese parliamo di #stereotipidigenere#differenzedigenere senza #gabbiedigenere con la Prof. Priulla e il Dott. Tintori.

L'incontro si terrà giovedì 3 Giugno dalle 16 alle 17.

Per collegarsi basta cliccare sul link dell'evento

 

SIAMO ANDATE NELLE SCUOLE. ONLINE E OFFLINE

E abbiamo parlato di stereotipi e violenza
Con #ARYA abbiamo parlato di stereotipi di genere, rappresentazione delle figure maschili e femminili nei media (cinema, pubblicità, social etc) e di linguaggio, con un'attenzione specifica ai femminili professionali. 
Con #LOVE - Love deserves no violence, abbiamo parlato di contrasto alla violenza contro le donne. Tra i tanti argomenti, abbiamo affrontato il tema del carico mentale, del lavoro produttivo e riproduttivo, del gender pay gap, dei diversi tipi di violenza e del perchè denunciare è difficile.
In questo anno prevalentemente di DAD e mascherine, ci siamo dovute attrezzare per poter arrivare agli studenti e alle studentesse.

Abbiamo dovuto cambiare in corsa, essere capaci di venire incontro ad esigenze specifiche e utilizzare strumenti finora sconosciuti.

Questo anno scolastico è stato proprio faticoso!

Per le/gli insegnanti, per le formatrici di percorsi educativi ma soprattutto per chi sedeva dall’altro lato della telecamera

Come Cooperativa portiamo avanti progetti sul contrasto alla violenza e agli stereotipi di genere, e cerchiamo di farlo coinvolgendo il più possibile gli alunni e le alunne in discussioni costruttive.

Ecco alcuni temi che abbiamo affrontato nel corso degli incontri:
  • Carico mentale
  • Stereotipi di genere
  • Linguaggio inclusivo e femminili professionali
  • Rappresentazione dei ruoli femminili e maschili nei media (social, film, pubblicità etc)
  • Tipologie di violenze e ciclo della violenza

Il coinvolgimento è stato permesso (e allo stesso tempo limitato) da strumenti come google meet e zoom, ma abbiamo riscontrato una grande pazienza e disponibilità da parte dei ragazzi e delle ragazze.
Di ascoltare, di comprendere e di mettersi in gioco, anche con tutte le difficoltà di una connessione instabile e di situazioni complesse.

Gli incontri online erano costellati di momenti di silenzio. Silenzi a volte di riflessione, a volte di noia e difficoltà ad intervenire, a volte di attesa.

Questo silenzio si è notevolmente ridotto negli incontri in presenza. Le discussioni si sono fatte più vivaci e la relazione con le operatrici più salda.

Citiamo solo alcune tra le difficoltà riscontrate nel lavoro:
  1. le problematiche di uso delle piattaforme
  2. i ritardi tecnici
  3. le videocamere spente
  4. i collegamenti video con la classe (e non con i/le singoli/e studenti).
Ma anche le incomprensioni tra operatrici, scuole e professori/esse.

Tornare in presenza ha permesso di notare le sfumature e i dettagli, come nella scuola secondaria di I grado “Mazzini” di Mirano, in cui cartelloni e foto presenti nell’atrio e nelle classi rimandavano ad attività di sensibilizzazione pregresse sui temi della violenza contro le donne.
La Gazzetta dello studente della scuola "Mazzini" di Mirano - 
Il titolo si riferisce al caso di Sarah Everard che ha portato a proteste e manifestazioni in tutta Londra
C'era anche il loro giornalino scolastico, che analizzava fenomeni e tematiche “calde” come il catcalling e il fenomeno del victim blaming con un linguaggio estremamente specifico e riflessioni assolutamente coerenti e notevoli.

Siamo rimaste positivamente colpite da questo piccolo universo fatto di ragazzi e ragazze desiderosi/e di partecipare, capaci di esporsi e di dire la loro, anche contrastando opinioni diverse, magari popolari ma meno rispettose delle differenze di genere.

Non sono mancati anche problemi da risolvere all’ultimo minuto: in alcuni incontri la professionalità delle formatrici è stata messa alla prova da spiacevoli imprevisti per la gestione dell’emergenza Covid nel contesto scolastico comportando un veloce e creativo adattamento del lavoro.

Mettendo insieme gli innumerevoli incontri fatti quest’anno nelle diverse scuole della Regione abbiamo avuto l’impressione (e anche la speranza) che una nuova comunità scolastica più attenta alle tematiche che tanto ci stanno a cuore possa nascere/stia rinascendo!

Se vuoi conoscere il nostro lavoro nelle scuole e saperne di più, puoi contattarci a info@isidecoop.com

LA CASSAZIONE CONTRO LA PAS 

(cosiddetta sindrome da alienazione parentale)
 
La controversa sindrome da alienazione parentale viene spesso usata nei tribunali nei casi di conflitto tra coniugi (e spesso in casi di violenza domestica). Tendenzialmente viene evocata dai padri separati e mira a denigrare la figura genitoriale femminile.

Nonostante non vi siano basi scientifiche comuni che possano avallare la reale esistenza della sindrome, questa viene utilizzata molto spesso nei tribunali italiani.

La Cassazione ha finalmente messo un punto fermo alla questione. Se ne parla citando un «controverso fondamento scientifico della sindrome PAS cui le CTU hanno fatto riferimento senza alcuna riflessione sulle critiche emerse nella comunità scientifica circa l’effettiva sussumibilità della predetta sindrome nell’ambito delle patologie cliniche»

Qui trovate un articolo esaustivo sul tema e sulle motivazioni date dalla Cassazione
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