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the moony files #29

Buongiorno, bentornato nella fanzine digitale di Lunetta11.
The moony files è la newsletter dedicata alla nostra arte, ai nostri artisti e al nostro territorio.

 
ARTVERONA
14-16 OTTOBRE

LUNETTA11 PRESENTA
"POPOLO NUOVO"

PAD. 12 STAND G8

 

Dal 14 al 16 ottobre saremo ad ArtVerona con la nostra galleria. Porteremo un progetto a cui teniamo molto dal titolo POPOLO NUOVO, sarà un'esposizione dedicata a Francesco Menzio e alla nuova pittura contemporanea. Presenteremo sei giovani artisti accanto a sei quadri di Menzio, rintracciando quel filo che collega il Novecento ad oggi.

Saranno in mostra le opere di Brian Belott, Edoardo Manzoni, Ismaele NonesPierluigi Scandiuzzi, Simone Settimo, Solomostry e Francesco Menzio.


Anticipiamo qui il testo critico Un popolo nuovo che per questa occasione è stato scritto dallo storico dell'arte Leonardo T. Manera.

Un ringraziamento speciale a Eva Menzio, a Andrea Cane e a Giacinto Di Pietrantonio.

Francesco Menzio, "Autoritratto alla specchio", 1971

 

UN POPOLO NUOVO
 

Non c’è arte giovane, ci sono giovani artisti, l’arte non ha età, non può
avere età la pratica che ha sconfitto la storia, la dimensione,
il tempo, e che ha conquistato lo spazio. 


F. A. Miglietti 

Da cosa nasce cosa. Gli istanti entro i quali un nuovo popolo si manifesta non possono che essere spazi di condensazione. Ci occorre qualcuno che abbia già avuto le nostre stesse idee. Il raggiro del nuovo gusto farà scordare da dove esso è arrivato. È infatti solo allontanandosi dalle cose che queste appaiono più grandi alla nostra vista. L’occhio dei popoli vecchi era un organo intatto e sano. Il Novecento ha sminuzzato i bulbi oculari: i frammenti che ne sono derivati tessono la trama di un arazzo contemporaneo; il magnetismo dello sguardo scarica senza interruzioni un ordito elettrico che galvanizza realtà che si credevano sopite. Questa frammentarietà dell’occhio rende l’arte il luogo per eccellenza dove esercitare una complessità abissale. Un luogo in cui accostare tempi smarriti e spazi imprecisati, veglia e insieme cessazione della visione. Un accumulo di tensioni, di alterità, di impeti e di riflessioni, di iconoclastie selvagge, di dichiarate citazioni, di riforma di scenari collettivi e di identità frantumate e riapparecchiate secondo gli appetiti del popolo nuovo.
 

Pierluigi Scandiuzzi, "La macchina del tempo", 2022

 

Convocati qui ed ora, nuovi artisti ribelli, sul solco lasciato da Francesco Menzio, si apprestano a richiamare la nostra attenzione nei confronti del mondo che hanno costruito.
Le opere di Edoardo Manzoni (1993) si confrontano con l’immaginario potente della caccia, la cui violenza diventa valore estetizzante che svia e seduce. Le sue sono trappole che, manifestandosi nel tempo e nello spazio - una contraddizione -, perdono la loro funzione innata: diventano sculture totemiche che ci catturano grazie alla loro forma inusuale, di cui il nostro sguardo non ne riconosce l’origine. Se Ismaele Nones (1992) dalle icone, in mezzo alle quali è cresciuto, non riprende i soggetti religiosi, indubbiamente ne restituisce intatto fascino e mistero ad un occhio “cattolico”. La prospettiva distorta, che ne è peculiarità, trasferisce in un unico piano soggetto e spettatore; le sue pitture oltre il tempo fanno vedere, a prescindere dall’osservatore, qualcosa che è presente, il visibile: non tutto è negli occhi di chi guardaPierluigi Scandiuzzi (1993) mette in mostra la sensibilità del banale che irrompe nello spazio con frammenti che si fanno totalità: le immagini devono essere molteplici, il quotidiano si veste così d’arte. E a lacerare le tele sembrano pensarci gli acrilici e inchiostri iridescenti che utilizza, arrivando quasi a corrodere le superfici come un acido cangiante. Il gesto grafico di Solomostry (1988) vede e rivede nella strada i mostri nascosti che questa genera. Guardare con più attenzione quello che si è già visto, addentrarsi nei dedali delle sue linee - talvolta pulite talvolta gocciolanti -, che, governate da forze centripete, spesso convergono negli occhi di un mostro impenetrabile che ci scrutaNella pittura di Simone Settimo(1978) non si può prevedere che cosa sta succedendo, e nemmeno a causa di chi sta accadendo. Una scena che trova nella spontaneità naïf dei suoi personaggi il suo equilibrio, un concerto di stili e di colori vivaci, come quello che si può ascoltare attraversando un paesaggio uscito da una fiaba metropolitana. Conta solo l’Amore! (Nur die liebe zahlt).

 

Ismaele Nones, "Cervo", 2022

 

Anche Francesco Menzio (1899-1979) ha fatto parte a suo tempo di un popolo nuovo di straordinaria qualità. La sottigliezza raffinata e riservatamente misteriosa (C. Levi) ritorna in scena a dialogare con questi giovani artisti. Si tratta di un circuito carsico, dalle stanze chiuse ad uno spazio di condensazione - in fondo tutta la storia dell’arte lo è -, una partecipazione che ha tutto il sapore di un rinnovamento immaginifico del mondo. La forza del suo quadro Langhe(1968) ci invita a riconsiderare come un nuovo popolo non possa che manifestarsi nella geografia di un paesaggio, piuttosto che nell’avanzamento temporale della Storia.
 

Leonardo T. Manera
 

Solomostry, "Minimostry", 2014

 
Edoardo Manzoni, "Senza titolo (scena)", 2022

 
Simone Settimo, "Senza Titolo", 2008

 

ISMAELE NONES IN MOSTRA DA LASECONDALUNA A LAIVES (BZ)

"FORME IBRIDE"
ESPOSIZIONE A CURA DI GABRIELE SALVATERRA

 

L’Associazione culturale lasecondaluna riprende la stagione espositiva 2022 nella cornice del tema biennale dello “Spazio Umano – Human Space”. La quarta mostra, a cura di Gabriele Salvaterra, sarà “Forme ibride” che esporrà le opere pittoriche in stile neo-bizantino (ma non solo) dell’artista trentino Ismaele Nones. L’inaugurazione si terrà venerdì 7 ottobre alle ore 18:00 presso la Sala espositiva di via Pietralba 29 a Laives.

Riportiamo qui il comunicato stampa.

Le particolari opere di Ismaele Nones rappresentano soggetti contemporanei ed episodi personali dell’artista nello stile iconico neo-bizantino. Sottolinea il curatore Gabriele Salvaterra “All’interno del nitido trattamento iconico bizantino che molti di noi sono stati abituati a vedere tanto nelle tavole dipinte quanto nelle decorazioni delle chiese di tutti i tempi […], i personaggi di Nones, pur rispettosi di quello stile, si trovano affaccendati in occupazioni tutt’altro che sacre, piuttosto attuali, calati in ambienti molto prosaici. Imbarazzati ritrovi a bordo piscina, nudi femminili su poltrone di design, paesaggi urbani, tralicci elettrici, piastrelle da balconate di periferia, alberi di un anonimo lungomare ingabbiati in strutture di contenimento.” Pur essendo lo stile dei dipinti “iconico” e apparentemente collocabile in un’epoca lontana, attraverso di esso l’autore racconta diverse condizioni quotidiane, così come insicurezzeimbarazzi ed emarginazioni della vita moderna: l’accettazione da parte del proprio gruppo, la precarietà e la difficoltà nel trovare l’occupazione desiderata, il culto dell’immagine e il suo costruirsi per mezzo dello sguardo altrui, la vita artificiale in tristi monolocali di periferia.
Due mondi apparentemente distanti si fondono perfettamente sulla tela e danno origine a “forme ibride” in bilico tra passato e attualità, tra materialità e spirito, tra visibile e invisibile. “L’incontro di mondi così distanti e il loro stridere armoniosamente sullo stesso piano figurativo rende profondamente fluida la situazione estetica che si sta osservando.” aggiunge Gabriele Salvaterra. “Ma in fondo questa operazione non tradisce neppure la vera essenza dell’icona, da sempre organismo complesso in bilico tra materialità e spirito, tra immanenza e trascendenza, come dice Elio Franzini, vera 'forma ibrida' tra irraggiungibile pittura dell’assoluto e banale insegna dipinta.

L’inaugurazione della mostra “Forme ibride” si terrà venerdì 7 ottobre alle ore 18:00 presso la Sala Espositiva in via Pietralba 29 a Laives.

La mostra sarà visitabile fino a sabato 29 ottobre nei seguenti orari:
da martedì a giovedì: 16:00 – 19:00
venerdì e sabato: 10:00 – 12:00 e 16:00 – 19:00

Si segnala inoltre che mercoledì 19 ottobre alle ore 18:00 ci sarà una visita guidata alla mostra con il curatore Gabriele Salvaterra. L’ingresso all’evento è libero con prenotazione obbligatoria all’e-mail info@lasecondaluna.eu

 

LUNETTA11 CONSIGLIA

ISMAELE NONES DA ERCO A MILANO

A Milano nello splendido 
showroom di ERCO (Viale Sacra 336, edificio 16) è ancora possibile visitare la mostra di Ismaele Nones, esposizione a cura di Lunetta11.
Per maggiori informazioni chiamare il numero 
02 3658 7284


COMBAT PRIZE 2022

Ultimi giorni per vedere le ottanta opere finaliste del Combat Prize 2022 nelle sale del Museo Giovanni Fattori di Livorno. I premi saranno assegnati sabato 8 ottobre.
Per maggior informazioni qui.

 

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