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Le tante battaglie possibili
"Leggo che il principale tema di discussione di oggi sarebbe su circolari burocratiche interne, più o meno sbagliate, attorno al grande tema di come definire la prima donna Presidente del Consiglio. Fate pure. Io mi sto occupando di bollette, tasse, lavoro, certezza della pena, manovra di bilancio.
Per come la vedo io, potete chiamarmi come credete, anche Giorgia
”.

Questo è il testo di uno degli ultimi post della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a seguito del dibattito scaturito prima dalla sua scelta di declinare la carica che attualmente ricopre al maschile e poi dall'invio di una circolare che invita tutti i Ministeri ad utilizzare l'appellativo "Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri". 
Non siamo troppo sorprese dalla scelta fatta, anche perché chi l'ha operata è a capo di un partito che a luglio di quest'anno, grazie al voto segreto richiesto al Senato, non ha fatto passare l'emendamento per l'uso di un linguaggio di genere nelle comunicazioni istituzionali. Non siamo troppo sorprese della scelta fatta anche se chi l'ha operata si è presentata a gran voce negli ultimi anni come: "Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre".
Vorremmo però porre particolare attenzione al termine scelta.

Ogni lingua ha delle proprie regole grammaticali, ortografiche e sintattiche e si modifica nel tempo, sia per l'uso che se ne fa sia perché il linguaggio e i termini sono diretta espressione di concetti, valori, consuetudini, che possono ovviamente modificarsi con il tempo.
La lingua italiana, però, non prevede che il/la parlante possano scegliere a proprio piacimento come declinare i soggetti della frase. Una donna che di professione fa la maestra, non può scegliere di farsi chiamare "maestro", così come un uomo che di professione fa il maestro non si farà chiamare maestra (questo discorso si complessifica per chi non si riconosce e non si identifica col sesso assegnatogli/le alla nascita, ma ci sembra che non sia questo il caso).
Sembra però che questa regola grammaticale trovi delle difficoltà enormi nell'essere applicata ad alcuni termini: ministro, avvocato, chirurgo, assessore, ingegnere, direttore, sindaco etc etc... 
E sembra abbastanza evidente che le difficoltà a declinare correttamente il femminile nascano in concomitanza con quei termini che rimandano a posizioni di "potere", posizioni in cui le donne sono riuscite ad accedere solo negli ultimi 70 anni. 

Come abbiamo ricordato in qualche newsletter fa, fu proprio la Presidenza del Consiglio dei Ministri nell'ormai lontano 1982, ad incaricare la Commissione per la parità tra uomo e donna e la linguista Alma Sabatini ad un'analisi sulla lingua italiana (pubblicando poi il volume
 Il sessismo nella lingua italiana)E fu proprio grazie a questa analisi che nacque il dibattito in Italia e ci si rese conto che uno degli usi più discriminatori della lingua stesse nell'usare il maschile per indicare ruoli istituzionali o titoli professionali in riferimento a donne. Perché non nominare le donne significa non riconoscerle. Non riconoscerle significa farle sparire, insieme al loro ruolo, alle loro competenze, al loro potere.
E se è ancora necessario dover usare ed imporre l'uso del maschile per affermare la propria posizione, il proprio ruolo, il proprio prestigio perché l'uso del femminile potrebbe essere letto come svalutativo, beh, le battaglie da fare sono allora ancora molte.

Abbiamo scelto di intitolare questa newsletter "Le tante battaglie possibili" perché vorremmo ricordare a chi solleverà l'argomento "ci sono battaglie più importanti da fare" che siamo capaci di portarne avanti tante e tutte contemporaneamente. La questione linguistica non è un ornamento per noi, ma sta alla base delle discriminazioni e dell'uso costante di stereotipi di genere, che creano terreno fertile alla violenza maschile contro le donne, in tutte le sue forme più crude e cruenti che siamo solite vedere sui media e che siamo solite combattere accanto alle donne che le subiscono sulla propria pelle. 

Per riflettere sull'uso discriminatorio della lingua vi invitiamo a guardare il monologo che Paola Cortellesi recitò qualche anno fa durante i David di Donatello e che potete trovare cliccando qui.
E tra le tante battaglie da dover portare sempre avanti, ce n'è una particolarmente sentita, cioè quella di legiferare sul corpo e sulla libera scelta delle donne.
Sembra infatti strano che, nonostante tutti gli impegni, i grandi cambiamenti e le sfide che il nuovo Governo debba affrontare, il primo disegno di legge presentato alla Camera riguardi il corpo delle donne (anche se in maniera sottile ed ambigua). 
Il Senatore Gasparri non ha infatti depositato una modifica alla legge 194, che disciplina le modalità di accesso all'aborto, ma all'articolo 1 del codice civile, che identifica il momento in cui un individuo entra nel mondo del diritti:
"La capacità giuridica si acquista dal momento della nascita. I diritti che la legge riconosce  a favore del concepito sono subordinati all'evento della nascita."
Viene così minata alla radice la legge 194 del 1978, senza bisogno di abrogarla o modificarla. 

Non ci sorprende riconoscere quali siano gli scopi di questo governo sul tema dell'emancipazione delle donne  e dell'autodeterminazione anche dei nostri corpi, vista anche la scelta delle seconde cariche più importanti dello Stato, che hanno da sempre sostenuto apertamente posizioni ultraconservatrici, intolleranti verso i diritti delle minoranze e fermamente antiabortiste. 

Guardiamo con preoccupazione i passi che sta iniziando a muovere questo governo, ma "vigileremo e non accetteremo alcun passo indietro sui diritti umani e i diritti delle donne" [Antonella Veltri, Presidente della Rete D.i.Re]
Sono passati più di 40 giorni dalla uccisione di Mahsa Amini, la ragazza ventiduenne uccisa dopo essere stata arrestata dalla polizia iraniana per non aver indossato correttamente il velo islamico.
40 giorni sono simbolici per l’Iran, perché segnano la fine del periodo di lutto. E il 26 ottobre centinaia e centinaia di uomini e donne si sono riversate a Saqqez, città natale di Mahsa nel Kurdistan iraniano 
per continuare a manifestare contro il governo e la sua dittatura rischiando la propria libertà e la propria vita, visto che la polizia iraniana continua a sparare sulla folle.
Donne, ragazze, bambine iraniane siamo con voi in questa lotta per la libertà.
E continueremo gridare il nome di Mahsa e il vostro slogan
Donna, vita, libertà”.
Lottiamo con voi per la democrazia e per la libertà in Iran.
Quanta paura fanno le donne agli uomini piccoli
Vignetta di @bullx dalla pagina facebook di Labodif
Prossimi eventi
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne tanti saranno gli incontri e gli eventi.
Di seguito vi indichiamo quelli già organizzati, mentre per conoscere tutti gli altri che confermeremo a breve, seguiteci sulla nostra pagina Facebook!
Dal 14 al 24 novembre 2022
Vi invitiamo alla mostra “Lessici familiari”, che verrà esposta dal 14 al 24 novembre presso la Galleria del Centro Commerciale "I Giardini del Sole" a Castelfranco Veneto.
Lessici familiari” è una mostra realizzata da Cerchi d’Acqua con il sostegno del Comune di Milano, composta da 45 pannelli tra testi e immagini: un viaggio illustrato tra proverbi, detti popolari e modi dire sulle donne. Messaggi che, a forza di essere ripetuti, sono entrati a far parte del quotidiano, finendo per influire sul modo di pensare e di parlare delle persone. E che dimostrano che non sempre la cosiddetta "saggezza popolare" sia tale. 

È uno spunto per riflettere e parlare di discriminazioni, disuguaglianze e violenza di genere. Come da sempre sostengono i Centri Antiviolenza, ci troviamo di fronte a un problema di cultura, e il linguaggio ha un ruolo fondamentale. Il "viaggio metaforico” che abbiamo compiuto attraversa paesi, nazioni e latitudini a riconferma tra l'altro di quanto il problema delle discriminazioni e della violenza di genere abbia radici culturali profonde – ovunque nel mondo.

 
L'evento è promosso dalla Commissione Comunale per le Pari Opportunità, le Politiche di Genere e i Diritti Civili del Comune di Castelfranco Veneto in collaborazione con il Centro antiviolenza Nilde
Dal 20 al 30 novembre 2022
In occasione del 25 novembre, il Comune di Noale, insieme a Scorzè, Martellago e Spinea, coinvolgono le pasticcerie e i forni del loro territorio, nella bella iniziativa "Vinciamo la violenza con la dolcezza".
Dal 20 novembre al 30 novembre potrai acquistare una pastina solidale, caratterizzata da una decorazione rossa, presso uno dei negozi aderenti all'iniziativa. Parte del ricavato verrà donato al Centro Antiviolenza Sonia!
24 novembre 2022
Vi segnaliamo l''incontro formativo "Maltrattamento Istituzionale: criticità del sistema di garanzie dei diritti dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie" organizzato dall'Assessorato alle Pari Opportunità della Città di Noale con accreditamento dall'ordine degli Avvocati di Venezia. 
Interverrà la Prof.ssa Aurea Dissegna, sociologa, già Pubblico Tutore dei minori del Veneto, per approfondire un tema delicato e ancora poco discusso, quello della violenza istituzionale: un tipo di violenza perpetrato spesso dalle stesse istituzioni preposte alla cura, protezione e tutela dei minori. 

Vi aspettiamo giovedì 24 novembre alle ore 15.30
presso il Palazzo della Loggia a Noale (Ve). 
 
Per informazioni e prenotazioni:
noale@comune.noale.ve.it
041.5897275
26 novembre 2022
La CISL di Venezia vi invita sabato 26 novembre all'evento "I segni che piacciono" alle 17.30 presso il Teatro Elios a Scorzé. 

Da sempre sensibile alla tematica della violenza di genere, ha anche attivato una raccolta fondi che coinvolgerà tutte le categorie a favore della Cooperativa sociale Iside.

L'iniziativa partirà a novembre e si concluderà a marzo 2023.
Nella lotta alla violenza contro le donne #Noi siamo con te

In occasione del 25 novembre lo Sportello della Riviera del Brenta del Centro antiviolenza Estia in collaborazione con le amministrazioni comunali dei nove Comuni della Riviera del Brenta promuove l’iniziativa di sensibilizzazione 
Nella lotta alla violenza contro le donne #Noi siamo con te

Nel mese di novembre, gli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa esibiranno in vetrina lo slogan della campagna, la locandina dello Sportello antiviolenza della Riviera del Brenta e i segnalibri dedicati con i riferimenti dello Sportello antiviolenza.
Anche quest’anno riteniamo importante continuare a sensibilizzare tutta la popolazione sul tema della violenza contro le donne e far conoscere l’esistenza dello Sportello antiviolenza.
E’ importante che sempre più donne sappiano che sul loro territorio possono trovare uno spazio di ascolto e accoglienza, libero dal giudizio e tutelato dalla privacy, in cui potersi sentire ascoltate e accompagnate alla costruzione di un percorso individualizzato di uscita dalla violenza e dal maltrattamento.
L’iniziativa è realizzata con il contributo delle amministrazioni comunali dei Comuni di: Campagna Lupia, Camponogara, Dolo, Fiesso d'Artico, Fossò, Mira, Pianiga, Stra, Vigonovo.
Vi ricordiamo infine che il progetto Orphans of femicide. Invisible victims, prevede percorsi formativi rivolti a diverse figure professionali, per favorire la creazione di una rete di professionisti/e (legali, socio-sanitari e della scuola) competenti e con capacità relazionali ed empatiche. 

La prima formazione è aperta ad avvocate e avvocati e prevede un focus sulla legge 4/2018. Lo scopo è quello di indagare cosa questa legge garantisce alle orfane e agli orfani e di individuarne gli elementi di criticità. Sarà tenuta da l'avv. Salzer e la data sarà confermata a breve!

 
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