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Dai che lo sapevamo tutti che a Torino vinceva Djokovic


​​Quindi alla fine siamo stati a Torino, città che non avevamo mai visto prima e che abbiamo finito di vedere in un giorno e mezzo, “con un giorno di anticipo peraltro”, come ci ha detto Matteo, un nostro amico che si è trasferito lì ad agosto e che ora teme per l’inverno. Auguri sinceri, ti manderemo una foto del cielo terso di Roma a dicembre, così ricordi com’è fatto.

Torino ci è parsa una città molto bella, maestosa, ottocentesca, un peccato che noi ci siamo andati solamente con la scusa dell’ultimo torneo dell’anno, ché poi la famiglia si è adirata ugualmente, tanto è vero che abbiamo passato le fasi finali del round robin a riguadagnare la qualificazione di membro della famiglia. Com'è finita? Abbiamo ripristinato con fatica il nostro status, moglie e figlio erano agguerriti tipo Djokovic a Wimbledon.

Alle ATP Finals giocano solo i top 10, quindi niente mezze-seghe che sono fuori da questo ranking, questo almeno è il pensiero del tifoso medio. Questa superlega del tennis non ha mai una partita trascurabile, anche quelle con l’esito già scritto servono comunque a qualcosa, e quindi godiamoci quel poco che resta del tennis maschile perché poi arriverà il grande stop dicembrino. Ci sarebbe la Coppa Davis, ma ci siamo capiti.

Nei nostri due giorni al Pala Alpitour abbiamo avuto modo di vedere dal vivo Djokovic e Nadal, il primo è al venerdì ancora più favorito per la vittoria, l’altro ha già lasciato il Piemonte e chissà se ci rimetterà mai piede.

Novak Djokovic ha giocato al lunedì sera contro Stefanos Tsitsipas e l’ha battuto usando le marce ridotte, il greco ha fatto almeno una decina di stecche francamente imbarazzanti. Il suo rovescio è oramai un problema noto, su quella diagonale non riesce mai a essere incisivo se non prendendo rischi eccessivi; chiaramente parliamo di quando si confronta con gente migliore di lui, perché pensiamo che abbia in mente di salire nel ranking, altrimenti per noi può continuare tranquillamente così, senza vittorie prestigiose. Nell’anno in cui Ruud diventa numero due ATP giocando due finali Slam, Tsitsipas può vantarsi al massimo di una vittoria 1000, quella di Monte Carlo. Come Coric e Carreno Busta. Ehm…

Rafael Nadal lo avevamo visto già perdere malamente contro Fritz in TV, dal vivo contro Auger Aliassime non è andata meglio: vedendolo giocare in questa maniera, con tanti errori ma soprattutto con tanti gesti di stizza, è difficile pensare che sia lo stesso giocatore che quest’anno ha vinto due Slam. In una interessante conferenza stampa, di quelle che si fanno quando succede qualcosa di clamoroso – tre sconfitte di fila di Nadal è qualcosa di questo genere – Rafa ha detto che comincerà subito a pensare al 2023. Ma che però si pone delle domande, perché sarebbe da stupidi non farlo, “sarebbe da arrogante non interrogarsi” ha detto. Ovviamente sono partite le speculazioni sul suo futuro, “vince il Roland Garros e si ritira”, cose del genere, le solite frasi buttate così, quel che è certo è che Nadal preparerà il suo 2023 con delle esibizioni in Sudamerica, quindi tante partite che non contano niente, molti eventi a cui presenziare, aerei da prendere e fusi orari da smaltire, l’ideale per preparare per bene una stagione tennistica. Ballano oltre dieci milioni di dollari a quanto pare, oltre alla voglia di salutare il caloroso pubblico sudamericano, si capisce. E poi si vola dai soliti emirati a dicembre.

Abbiamo poi visto la sfida fra Casper Ruud e Taylor Fritz, il norvegese sta giocando veramente bene. Più che altro sembra John Isner per come sta ottenendo molti punti facili dal servizio. Taylor è stato un po’ incostante, ha cercato più di Casper di fare il punto durante la partita. L’americano lo abbiamo visto spesso quest’anno e dal vivo ci ha impressionato la sua velocità di braccio: quando accelera di dritto incrociato è spaventoso per efficacia, la rotazione interna di polso-avambraccio ha effetti devastanti.

Ne sa qualcosa Auger Aliassime, che ha concesso la prima palla break a Fritz dopo 2 ore e 35 minuti di gioco, tanto è bastato per perdere. Fin lì, si erano spartiti i primi due parziali, entrambi finiti al tiebreak, e non avremmo saputo su che cavallo puntare tale era l’equilibrio. Ma arrivato il break, Taylor è andato dritto verso la vittoria accelerando e chiudendo con un netto 6-2. Ancora una volta, il suo dritto ha fatto la differenza, è stato nettamente il colpo migliore dei quattro da fondo campo dei due. Taylor giocherà contro Djokovic la semifinale, è 0-5 nei precedenti. Auguri.

Felix Auger Aliassime chiude il 2022 con 4 titoli vinti, i primi quarti di finale in uno Slam e un best ranking di numero 6. Ricordiamo che questo è quello che ha perso OTTO finali di fila prima di vincere un torneo, quest’anno a Rotterdam. Noi ci saremmo buttati dal ponte di Ariccia alla quarta e, in caso di sopravvivenza, sparati alla quinta. Lui invece ha superato questo trauma. Roba forte.

Chi ha deluso in queste Finals è Daniil Medvedev, che sembrava saldamente in cima al ranking e pronto a dominare la stagione quando poi è iniziata la guerra in Ucraina. E quindi il ban della bandiera vicino al suo nome, l’Inghilterra che non lo ha fatto entrare: qualcosa deve essergli rimasto in testa, altrimenti non si spiega una stagione così mesta. Quest’anno non ha vinto neanche un Masters 1000, ha perso la finale degli Australian Open contro un grande Nadal (ma con due set di vantaggio) e poi ha vinto solo a Los Cabos e Vienna. Insomma. A Torino ha perso una partita maratona contro Rublev, che era sotto 1-4 nei precedenti, e poi ha perso contro l’odiato Tsitsipas, e chissà quanto deve aver rosicato. Anche là: partita praticamente buttata, ha servito per il match sul 5-4 del terzo, ha giocato male e poi ha rovinosamente chiuso al tiebreak. Finisce le Finals con 3 sconfitte, però tutte e tre al tiebreak del terzo set, roba da andare al pub e ordinare da bere per diverse ore.

Andrey Rublev quindi, che ha giocato contro Djokovic e retto fino al 4-5 del primo set, quando Novak gli ha fatto notare le due, tre categorie di differenza fra i due. 6-4 6-1 e come direbbe Mourinho: ciao amigo. Il russo si gioca la qualificazione contro Stefanos Tsitsipas, stasera.

Questo è il nostro punto di vista sulla settimana. Due righe sulle semifinali. Djokovic giocherà contro Fritz, match dal pronostico scontato, però mentre lo scriviamo Djokovic ha appena finito un match tanto bello quanto inutile contro Medvedev, una partita che nessuno dei due vuole perdere. Novak, più di Daniil, voleva vincere, come ha detto al microfono “non ho mai pensato di ritirarmi, quando giochi contro un avversario del genere non pensi al fatto di essere già qualificato, volevo davvero vincere”. E ha vinto, 7-6 al terzo. Chissà che qualcosa di questa sfida non gli rimanga nelle gambe, Fritz arriva alla semifinale più riposato. Però è Djokovic e non è neanche uno Slam, non scherziamo dai.  

Uno fra Tsitsipas e Rublev sfiderà Casper Ruud, in finale ci sarà Casper Ruud.

E quindi si preannuncia un bel weekend, partite interessanti e speriamo avvincenti, soprattutto per chi sarà al Pala Alpitour, che è grande il giusto, ben posizionato e comodo, con un campo di allenamento situato nella zona dei palchi e delle lounge degli sponsor, accessibile non a tutti ma molto carino.

Le partite però saranno accessibili a tutti in televisione, e questa è la cosa che conta. Oltre alla copertura di Sky infatti, le semifinali si potranno vedere anche su Rai 2, e al commento ci sarà nientemeno che Adriano Panatta 🤩

Noi non lo sentiamo da un po’ al commento, era il 2015 quando seguivamo le partite che commentava per Eurosport più per lui che per il tennis, Adriano e Gianni Ocleppo riuscirono a stritolare in una morsa di goliardia, leggerezza e menefreghismo un professionista della telecronaca come Federico Ferrero. Scrivemmo un articolo a commento di quell’avventura, perchè certe cose non devono andare perse, specie quando in TV si commenta il tennis come al bar del circolo: Ci hanno levato pure Adriano Panatta.

Ci sarebbe da dire qualcosa sull’aumento del montepremi 2023 dei tornei da parte dell’ATP, della vittoria della Svizzera nel massimo torneo a squadre femminile che nessuno ha visto e di Carlos Alcaraz, che ha chiuso l’anno al numero 1 ATP, il più giovane di sempre, e che si è presentato a Torino per ritirare la coppa vestito da tennista, nel senso di vestito male al di fuori dal campo. E questo la dice lunga su ciò che ci aspetta.

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Approfitto di questo spazio, anche perché lo gestisco io, per ringraziare un amico di un nostro amico, Graziano, che in una chat di amici nella quale una volta si decidevano le sorti del calciotto romano ha pensato bene di infarmarci con questa storiella:

Oggi incontro un tipo che mi dice che gioca a tennis in quarta categoria, gli dico "ah magari tra qualche anno ti chiamo, un po' giochicchio, livelli bassissimi, ho una racchetta che mi ha regalato un amico, uno che non so in che categoria gioca, di tennis scrive pure... E lui: "come si chiama?". Io: "Claudio...". Lui: "Giuliani? Maddai, è un GRANDE! Seguo la sua newsletter, prima seguivo [oddio, non so se mi ha detto ubitennis, tennispotting, boh], ma è un MITO". Io: "Ah allora non so, forse non è la stessa persona. Quello che conosco io è un coglione".

Ringrazio l’amico di Graziano, magari un giorno ci vedremo in campo, dove non vedremo sicuramente più proprio Graziano, cui ho regalato anche una delle mie vecchie Wilson Blade 93 K-Factor e che mi ha costretto un paio di volte a giocare. Giocare insomma, tirargli le palline, come facciamo con il cane nell’area cani.
Ecco, l’abilità è quella 😎
Warning è a cura di Claudio Giuliani
Persona non grata. Romanista, l'heavy metal mi ha salvato la vita. Diplomato con fatica all'ITIS, ho studiato aggiustaggio e fatto il militare. Tennista di periferia dal rovescio rigorosamente a una mano, campione in carica 2022 della Coppa Gabbiani a squadre limitata 3.3 (grazie alla panchina fatta in finale), "uno degli Over 40 più belli di Roma", persona modesta.
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