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Doping, scommesse e mega rosicate: una settimana che vale un Masters 1000 🚀


Insomma, abbiamo perso una Coppa Davis, il cui livello era talmente alto che a momenti arriviamo in finale con le riserve. La cosa divertente in tutto ciò è stato leggere nei giorni seguenti la vittoria del Canada l’insurrezione sovranista dei media di Stato, giornali, siti e giornalisti irregimentati nella narrazione della folgore tricolore derubata della Coppa Davis dai canadesi. Anzi, magari canadesi, visto che erano dei mezzi oriundi, tanto è vero che uno viene dal Togo e l’altro è metà russo e metà israeliano, una roba inaccettabile per i supporter dei tennisti a kilometro zero.

Il Canada era stato eliminato a marzo, perse con l’Olanda 4-0 ma ovviamente non c’erano né Aliassime né Shapovalov. Poi iniziò la guerra in Ucraina, la Russia venne esclusa e quindi l’ITF scelse il Canada seguendo proprio il ranking ITF, non crediamo la simpatia. La nazionale capitanata da Frank Dancevic era quella con il ranking più alto fra le squadre eliminati nelle qualificazioni. È andato tutto bene finché non ci abbiamo perso, con il Canada. E allora polemiche, inutili ovviamente, soprattutto ineleganti tanto è vero che anche nei post social di congratulazioni ai nordamericani non mancava la sottolineatura del ripescaggio. Nove mesi dopo.

E parliamo di uno sport che quando il torneo di singolare lo vince un lucky loser è una storia bellissima, che quando invece lo vince una wild card è una storia da caminetto (non avremmo Ivanisevic campione Slam, per dire la prima che ci è venuta in mente).

Rimanendo in tema di polemiche c’è stata quella legata alla formazione del doppio, e cioè all’ingresso di Berrettini al posto di Bolelli, il classico GIALLO oppure QUERELLE, come si può leggere nei giornali che hanno ancora l’accredito ai tornei FIT. L’occasione è stata propizia per il blitz di FuFo, al secolo Fulvio Fognini, già padre di Fabio, che negli anni d’oro del figlio presidiava Twitter insieme alla sorella per salvaguardare il buon nome della famiglia. Oltre a ciò, è pure interista. Nel nostro caso, considerato che Fabio ci aveva bloccati, quella dei FuFo’s era più una sorveglianza speciale. Ora FuFo è passato a Instagram, forse ha la fissa dei reel. Insomma Fognini senior ha insinuato che la Davis dovevamo vincerla e che Bolelli non era infortunato, per farvela breve. Volandri qualche giorno dopo ha detto che Simone aveva una lesione di 6 millimetri che gli ha impedito di giocare. Avrete letto o immaginerete le polemiche.  

Il punto, in questi casi, non è tanto scegliere di far giocare a Berrettini, ma come ci si arriva a questa scelta. La narrazione tricolore Federazione-Giornaloni dice che Sonego era tramortito dalle tre ore del singolare e che Musetti era scarico mentalmente, quindi doveva giocare Berrettini. "Sonego non si alzava dal lettino", abbiamo letto, sicuramente però Musetti è un ragazzo, figuriamoci se non si sarebbe gasato nel giocare il doppio decisivo trascinato da un gladiatore come Fabio. E comunque: hanno chiesto a Sonego e a Musetti se potevano/volevano giocare il doppio?

In questi casi, quando si arriva al doppio decisivo in una competizione a squadre, di solito il capitano riunisce i giocatori e chiede la disponibilità. E forse, oltre a parlare con Sonego e Musetti, bisognava anche domandare a Fognini con chi avrebbe preferito giocare, considerato che Matteo era assente dai tornei da un bel pezzo e questa è una cosa che conta moltissimo in situazioni del genere.

Questo è successo? Lo avrete capito oramai, per noi questo è il punto.

Quel che è certo è che vincere la Coppa Davis nuova è molto più facile, su questo non c’è dubbio. Non c’è proprio paragone con la vecchia formula, che richiedeva la presenza dei giocatori più forti per un periodo di tempo maggiore, anche negli stessi scontri diretti serviva impegnarsi molto di più.

Emblematico quanto scritto a commento dal direttore Scanagatta, uno che avrà visto dal vivo una 50ina di Davis e il cui articolo merita di essere letto più di altre volte. Ne citiamo un pezzo:

🗣 “Con la vecchia formula, vincendo quattro soli set in una finale una squadra non era neppure sicura di aver conquistato un punto, dei 3 che servivano per aggiudicarsi la Coppa Davis”.

Oggi con 4 set vinti si può alzare la Coppa Davis. Serve aggiungere altro?

Sempre rimanendo in tema di gente che ha rosicato, il capitano dell’Australia Hewitt ha fatto sapere di non aver gradito l’assenza di Kyrgios. Il suo amico-sostituto Kokkinakis, una specie di generico di Nick con meno principio attivo,  in singolo ha fatto un po’ pietà; il Canada ha vinto facilmente e quindi è partita l’accusa a Kyrgios, che era venuto alle Finals di doppio a Torino solamente per comprare la cioccolata da Gobetti e passare da El Becerin. Nick ha risposto ricordando le priorità della sua vita, che dovrebbero essere le stesse di ogni essere umano, ad averne la possibilità: “Sto solo passando tempo di qualità con i miei cari, andrò in Arabia Saudita con la mia fidanzata per un compenso a sei cifre”.

(Tanto il prossimo anno ci sarà Tomic, che ha vinto un altro Futures a Santo Domingo e ora dista solamente 410 posizioni dalla top 100).


Doping, scommesse, femminismo ed esperti di guerra

Onestamente, non sappiamo da dove partire tale è l’imbarazzo che proviamo per questa gente.

Hanno pizzicato Mardy Fish e Bob Bryan. Gli americani hanno promosso la causa delle scommesse sul tennis sui loro canali social, e questa cosa è vietata. Perché promuovere le scommesse va bene se a farlo sono i tornei, non gli allenatori o i giocatori. Tanto poi non succede mai niente, no? Comunque i due hanno patteggiato, faranno una specie di lavori socialmente utili sul tema. Siamo ai tempi di Al Capone, più o meno.

E veniamo al doping. Verdasco è risultato positivo al Metilfenidato, un farmaco che, perdonate la sintesi brutale, è uno stimolante che aiuta a rimanere concentrati. Una sorta di Adderall, quella roba che negli USA ha creato molta dipendenza fra gli studenti, che la usano per studiare senza dormire. Pare che Verdasco usi questa sostanza come terapia perché avrebbe un deficit “della capacità di attenzione e iperattivismo fisico”, cioè è rimasto alle elementari in pratica. Si è scordato di comunicare che usava questa sostanza, potendo quindi usufruire di una esenzione terapeutica (TUE), e quindi a febbraio è risultato positivo ad un test durante il torneo di Rio de Janeiro. Non gli è stata notificata l’accusa di negligenza grave, come di solito succede, perciò gli è stata proposta una pena di due mesi invece dei canonici due anni. Lui, pensate un po’, ha accettato. Farà Natale dai suoi cari e poi giocherà le qualificazioni in Australia, con la massima attenzione, si capisce.

Reilly Opelka non ha mancato di fare la talpa. Sono molti i giocatori che usano questa sostanza, dice lui. Il tema è controverso, o abbastanza semplice a seconda dei punti di vista. Legal doping direbbe qualcuno, questo tipo di sostanze se assunte senza problemi non danno benefici, sostengono altri. Non essendo medici, oltretutto medici del soggetto in questione perché ogni individuo è chiaramente diverso, non possiamo giudicare. Possiamo solo dire che per giocare a tennis noi non prenderemmo mai medicine con continuità, né faremmo trasfusioni od ossigenazioni in camere iperbariche e via dicendo. Doccia gelata per le gambe, al massimo. E infatti siamo sepolti in terza categoria. Parce sepulto.

Ma veniamo alla guerra in UcrainaStakhovsky ha pubblicato conversazioni private con Troicki, reo di essere andato a giocare esibizioni a San Pietroburgo. (Troicki e Tipsarevic) “Antepongono i soldi al dramma della guerra” ha detto. Uhm, e dove starebbe la novità? Partita la polemica, allora Viktor ha risposto dicendo che “quando la Nato bombardava il mio paese tutti zitti, eh?”, solo che ha omesso tutta la parte del Kosovo, che doveva sparire ricordiamo. Robetta insomma.  

Infine, per tornare a cose meno serie, Stefanos Tsitsipas si è messo a discutere di femminismo su Twitter. Nessuno lo aveva citato, lui si è tuffato in una conversazione dicendo che “il femminismo moderno è passato dall'uguaglianza di genere a un culto dell'indignazione che cerca di denigrare gli uomini”. Così, a buffo, senza molto senso. Una gli ha risposto, gli ha chiesto come si era fatto queste idee. Lui ha risposto che ne ha parlato con donne sia di famiglia che conoscenti. Immaginiamo che nessuna di queste viva in Iran, in Arabia Saudita o anche in Italia, dove ancora ci sono maschi che pretendono la cena pronta quando rincasano. Meglio quando parli di tennis, Stefanos.


ATP Awards

Vediamo le nomination di fine anno, utili solamente a tenere alto l’engagement delle pagine social dei media del tennis. Ve lo diciamo subito, non ci sono italiani. Quelli ci saranno nelle premiazioni che qualche giornale italiano farà, quelle cerimonie che sanno sempre di posticcio e nelle quali, chi va, si spera solo che il catering sia buono. Ah, c’è stata una mini polemica anche qui: Taylor Fritz ha tuittato dicendo che meritava almeno la nomination come Most Improved, dice che va bene così però insomma, non voleva vincere ma almeno una nomination. Non ha niente di meglio da fare anche lui, evidentemente.

Comeback Player of the Year
Borna Coric
Dominic Thiem
Stan Wawrinka
Wu Yibing

Chi si è ripreso meglio dopo un infortunio? Coric ha vinto un Masters 1000 dalle qualificazioni, Wawrinka sembra una band a fine carriera nell’ultimo tour, Thiem è protagonista della più lenta risalita della storia e poi c’è Wu, esatto. E chi è?

Most  Improved Player of the Year
Carlos Alcaraz
Maxime Cressy
Jack Draper
Holger Rune

Ma sì, premiamo Cressy day, oppure Draper, per quanto anche Rune…

Newcomer of the Year
Jack Draper
Jiri Lehecka
Ben Shelton
Chun-Hsin Tseng
Holger Rune

Anche qui: Rune è 10 del mondo e ha vinto un Masters 1000. Zero engagement.

Stefan Edberg Sportsmanship Award
Carlos Alcaraz
Felix Auger-Aliassime
Rafael Nadal
Casper Ruud
Frances Tiafoe

Il famoso premio che Federer vince da quando ha deciso di giocare a tennis e che, vedrete, sarà presto intitolato a lui. Chiaramente lo vince Nadal finché non smette.

Coach of the Year
Juan Carlos Ferrero (Carlos Alcaraz)
Frederic Fontang (Felix Auger-Aliassime)
Goran Ivanisevic (Novak Djokovic)
Michael Russell (Taylor Fritz)
Christian Ruud (Casper Ruud)

E qui è l’unica categoria per la quale non sapremmo indicare il vincitore in maniera così netta, noi lo daremmo a Ferrero, troppo grande il progresso di Alcaraz rispetto a tutti gli altri da come era iniziato l’anno.
La Race per Torino 2023, la riserva oggi sarebbe Gaston, al numero nove ma per noi ce la fa. Cominciate a comprare i biglietti.

CITAZIONE DELLA SETTIMANA

«Ad essere onesti, dovrei essere io il coach dell’anno: ho allenato me stesso per raggiungere la finale a Wimbledon»

NICK KYRGIOS

Detto anche “il migliore”.

2X50 ✅

50 edizioni alla settimana numero 48 dell’anno, potrei chiudere qui e sarei in pari considerata la sosta di Natale. E invece ecco un altro numero, ma forse la settimana prossima non potrò scrivere. Sarò in Spagna, ospite di un’accademia tennistica famosa per qualche giorno, sicuramente ci sarà un reportage sul sito, vediamo, anche perché poi inizia la Coppa Gabbiani, quindi tocca aggiornare la bio essendo campione in carica. Comunque per migliorare il mio tennis sarebbe molto più semplice emulare Verdasco. Cerco un medico, va.
Warning è a cura di Claudio Giuliani
Persona non grata. Romanista, l'heavy metal mi ha salvato la vita. Diplomato con fatica all'ITIS, ho studiato aggiustaggio e fatto il militare. Tennista di terza categoria ma con aspirazioni e risultati da quarta. "Uno degli Over 40 più belli di Roma", “giocatore più allenato del Lazio”, ma soprattutto persona modesta.
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