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LE NUOVE FRONTIERE DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

28/02/2023

L’intelligenza artificiale è una disciplina che sta contribuendo a dare origine a numerosissime tecnologie in grado, potenzialmente, di rivoluzionare interi settori e attività (comprese quelle della professione giornalistica e di crea contenuti di qualsiasi natura).

A partire dall’ambito medico-sanitario, terreno fertile per l’applicazione delle tecnologie emergenti, fino ad arrivare alla produzione di energia pulita, passando per nuove forme di agricoltura e moltissimi altri ambiti applicativi, l’intelligenza artificiale sta contribuendo ad accelerare (spesso anche troppo velocemente) il progresso tecnologico e il nostro modo di “viverlo”, come esseri umani.

In questa newsletter, offriamo un piccolo assaggio di quelle che sono le infinite possibilità applicative delle soluzioni tecnologiche basate sull’intelligenza artificiale. Una serie di approfondimenti volti a far conoscere le sue potenzialità in ambiti differenti tra loro, sperando di poter stimolare quello spirito critico necessario per comprenderne, da più prospettive differenti, gli impatti.

Grazie per il tuo tempo.

Buona lettura.

Nicoletta Boldrini, Direttrice di Tech4Future

 TECH 

Dall’esperienza di una startup italiana, un modulo automatizzato basato su robotica e intelligenza artificiale per coltivazioni indoor.

TAKEWAY

  • Un modo alternativo all’agricoltura tradizionale passa dalla vertical farming, il cui mercato è in forte crescita: le previsioni dicono che supererà i 24 miliardi di dollari nel 2030, rispetto ai 3 miliardi circa del 2020. 
  • Tra gli approcci più innovativi c’è quello di una startup italiana che ha ideato e brevettato una struttura modulare dove possono venire coltivate diverse specie vegetali. Ogni modulo è gestito con tecniche di intelligenza artificiale, combinando anche meccatronica e robotica.
  • I pregi della coltivazione modulare sono legati al risparmio di acqua, energia e nutrienti, offrendo risultati interessanti in termini di resa. Le prospettive che apre questa metodologia agricola comprendono anche applicazioni medicali e biotecnologiche.
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 TECH 

Dall’Università di Cambridge, un metodo che impiega tecniche di deep learning per prevedere l’indice VO2max della popolazione.

TAKEWAY

  • Uno studio inglese sui modelli di previsione dell’idoneità cardiorespiratoria (espressa nell’indice VO2max) che utilizzano l’intelligenza artificiale applicata ai dispositivi indossabili, si propone la misurazione del benessere cuore-polmoni su larga scala in contesti non clinici.
  • Addestrato per mezzo della vastissima mole di dati raccolti nell’ambito dello studio longitudinale Fenland, la valutazione del modello AI sviluppato ha visto le sue stime di VO2max in linea con quelle rilevate dall’ECG indossabile durante un test da sforzo, dimostrandosi anche in grado di monitorare i cambiamenti dei parametri nel tempo.
  • Tra gli obiettivi della ricerca futura, anche un focus sulle rappresentazioni – da parte del sistema di intelligenza artificiale – di tutti quei dati collegati a patologie cuore-polmoni che sono emersi durante i lavori, ma che sono rimasti a margine, a favore del calcolo del volume massimo di ossigeno consumato per minuto.
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PER ALTRI APPROFONDIMENTI SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, SUGGERIAMO LA LETTURA DEI SEGUENTI ARTICOLI: 

01 DEEP LEARNING E IOT PER L'INDUSTRIA: FOCUS SU INNOVAZIONE E SICUREZZA DEI SITI PRODUTTIVI

L’industria 5.0 è una meta verso cui si guarda con interesse. Per raggiungerla, è necessario combinare al meglio intelligenza artificiale e Internet of Things, gestendo l’immane quantità di dati generati. Per riuscire a conciliare questi aspetti, è possibile impiegare algoritmi di deep learning distribuiti in tutto il continuum IoT. È lo scopo del progetto europeo VEDLIoT, che vuol mettere a punto una piattaforma da applicare in contesti industriali e non solo.

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02 ENERGIA PULITA DAI BATTERI: LA NUOVA FRONTIERA DELL'IDROGENO VERDE E DEL FOTOVOLTAICO 

Produrre energia pulita impiegando i batteri è una delle frontiere più avanzate della ricerca. Questi microrgnaismi rappresentano la prima forma di clean technology esistente in natura. In particolare, i cianobatteri, circa due miliardi di anni, fa hanno trovato il modo di accumulare l’energia luminosa proveniente dal sole convertendola in energia chimica di legame, grazie all’ “invenzione” della fotosintesi ossigenasica, processo successivamente “ereditato” dalle piante. Su questo particolare phylum di batteri fotosintetici produttori di ossigeno sono attive diverse comunità scientifiche nel mondo.

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