qual è il tuo intento?
Possiamo dimenticare il risultato e i mostri nel cassetto e semplicemente agire, il mondo deraglierà comunque e ci sarà sempre qualcuno pronto a ricordarci quanto facciamo schifo. Ma l’apprendimento implica quasi sempre l’incompetenza.
Se il nostro obiettivo è progredire dobbiamo concentrarci sull'intento, non su idee perfette, situazioni perfette, giornate perfette. Non c'è da dedicarsi alla prossima cosa che non abbiamo ancora risolto che ci allontana dalla nostra arte. C'è da dedicarsi a noi, nessuno e niente ce lo impedisce
L’obiettivo è diventare il migliore del mondo nell’essere voi.
[...] La sfida, quindi, è avere un superpotere. Tutto sbilanciato rispetto al resto del vostro essere. Se, nel corso del tempo, ne sviluppate qualcuno in più, va bene. Iniziate con uno
Fare del nostro meglio ha poco a che fare con il risultato. Ciò che possiamo controllare è il nostro impegno, è fare il miglior lavoro possibile, è dare il meglio di noi ed essere consapevoli che comunque non sarà mai abbastanza buono (per tutti).
La ricerca della certezza mina tutto ciò che abbiamo deciso di creare. La speranza non equivale alla rassicurazione. La speranza è fidarvi di voi stessi riguardo al fatto che avete un’opportunità di migliorare le cose. Possiamo sperare senza rassicurazioni.
Se desideriamo creare un cambiamento chiediamoci come possiamo realizzarlo e come possiamo perseverare? Sediamoci coi nostri strumenti e nient'altro. Sediamoci e facciamo spazio. Basta iniziare da una cosa piccola.
C’è sempre una lista di cose che gli altri vorrebbero da noi, e passiamo molto più tempo di quanto non ci rendiamo conto a smistare e soddisfare questa lista.
Ogni momento che ci sottraiamo, ci fa sentire più incapaci, con zero idee e forze, ci fa sentire fermi e senza nulla da offrire, preoccupati e ansiati di non aver fatto, detto, potuto.
Preoccupati di essere creativo e basta. (E fai mindfulness). [Corsivi da La pratica di Seth Godin]
Mi fermo qui. Se ti va, fammi sapere che ne pensi.
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