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Controra #0
La NL che rifugge il frastuono del giorno e i bollori degli algoritmi.

Ciao, che bello trovarti qui, accomodati.

Questa è Controra, e ora ti spiego perché si chiama così.

Nell’Italia contadina del sud, la parola “controra” indicava le ore del primo pomeriggio dedicate al riposo. Le imposte socchiuse e un gioco sapiente di correnti da una stanza all’altra lasciavano fuori calura e rumori, aiutando a staccare dalle faccende quotidiane e a ricaricare le energie. Una specie di seduta di mindfulness ante litteram.

Questa newsletter nasce ricordando quelle lunghe ore della mia infanzia pugliese, quando il corpo riposava e la mente era più leggera, libera di approfondire i pensieri, volare sulle idee, accarezzare emozioni e ricordi, lisci e freschi come le lenzuola nella penombra. Molti miei coetanei odiavano essere costretti a questo riposo forzato ma a me piaceva, perché il mondo da bambina era spesso un luogo pauroso da abitare e fonte di profondo malessere; all’ombra e nel silenzio ritrovavo un po’ di calma e tiravo il fiato.

Da tempo volevo trovare un modo diverso di coltivare la mia passione per la condivisione, costruendo un mio spazio fuori dai social, dove tutto è effimero e dove l’atmosfera è sempre più faticosa, come forse sai bene anche tu. Volevo che fosse un posto che mi somigliasse, dove parlare delle cose che mi incuriosiscono senza seguire l’argomento del giorno o, magari, ritornandoci dopo averci ragionato e avere approfondito. Un posto, anche, dove conservare le centinaia di spunti che raccolgo sulle note dello smartphone, nelle app, nei salvati di Instagram e nella galleria delle foto. Qui non si insegna nulla, non si fa divulgazione e non si vendono prodotti o servizi ma, semplicemente, ci si confronta e si condivide, con spirito sincero e consapevole che c'è tanto di cui preoccuparsi ma anche tanto di cui gioire, ridere e ricordare.

Quindi, vorrei che per te aprire questa newsletter fosse come entrare in una casa fresca e tranquilla. Qui non ci saranno le "cinque regole per" di Instagram, i balletti di Tik Tok, le regole assurde degli algoritmi che ti nascondono quello che ti interessa se non metti un like o non salvi un post, la musica che scompare e forse riappare, lo spam, le adv tutte uguali.  Ci troverai qualche mia riflessione, qualche consiglio e segnalazione di cose da sapere e vedere, qualche esempio di bellezza, sapienza, divertimento; insomma, qualcosa che secondo me devi assolutamente conoscere (se mi segui sui social sai già cosa aspettarti 😊).

Arriverà da te quando avrà senso farlo, senza fretta e senza impegno. Non rincorro la tua attenzione, ma poiché rispetto il tempo che vorrai dedicarmi me ne darò anche io per confezionare qualcosa al meglio delle mie capacità. 

Quello che però mi fa più piacere dirti è che qui troverai anche alcuni racconti di vite che cambiano direzione, di idee e di piani che, a un certo punto, hanno preso forma, di cambiamenti e di svolte: a loro sarà destinata una “stanza degli ospiti” (sto terminando di rassettare, è quasi tutto pronto per accogliere la prima storia...). Immagina questi racconti come se fossero una confidenza fatta da una persona che ha vissuto o sta vivendo un’esperienza che, forse, ti suonerà familiare. 

Perciò, trova un posto comodo e dimentica per qualche minuto gli affanni e gli impegni. Questo è uno spazio in cui entrare, uscire e tornare quando vuoi e quando sei dell’umore giusto, dove scoprire e appuntarsi cose e raccontarmene altre, se vuoi. C'è un progetto, una storia o un’esperienza che vuoi condividere o segnalare? Vuoi essere tu a raccontarmi la tua storia nella stanza degli ospiti? Scrivimi!

Questo è uno spazio per cose che meritano. 
Costruiamolo insieme. 
Buona lettura.

4 Chiacchiere (che inauguriamo parlando del tempo, come nella migliore tradizione)
Sottofondo: "Once there was a thing called spring..."

Aprile, quasi maggio. Il familiare verso delle tortore funziona da sveglia e mi conferma che non tutto è perduto: è primavera, qualcosa ancora resiste del vecchio ciclo delle stagioni. E’ primavera ma io ho già fatto il cambio armadi estivo per non farmi trovare impreparata (io preparo i vestiti per il giorno dopo da sempre, per dirti il livello di disagio): lo so che tra un attimo boccheggeremo, le prime avvisaglie sono all’orizzonte e avverto una leggera inquietudine come quando sento che sta arrivando una caldana (menopausa + Lombardia, combo terrificante). L’aria della Pianura Padana, già normalmente irrespirabile, inizia a odorare di afa, i capelli lavati si sporcano in cinque minuti, a breve rimpiangeremo sciarpe e guanti (peraltro, non so da te, ma qui usati pochissimo). Fossi ancora a Roma, mi rinfrancherei con uno spaghettino alle vongole a Fregene o una passeggiata al Teatro di Marcello sotto a un cielo più pulito e con l’arietta, MA INVECE.

Non fraintendermi, io amo la primavera, come amo l’autunno; sono stagioni che non remano contro, generose di colori e comodità, comprensive verso chi patisce gli eccessi. Il fatto è che durano il tempo di una piega ai capelli, e cioè zero. Non fai in tempo a comprare quella giacca che ti sembra risolverà ogni tuo problema di outfit, e un minuto dopo sei in sandali e canotta. Mica ti sarai fatta ingannare dal cliché Pasqua/Pasquetta/Primo Maggio al freddo? è sempre così da decenni, un enorme complotto ordito dagli Dei dell’Olimpo e dai Poteri Forti del marketing per indurci all’acquisto di capi inutilissimi. Quando dicevamo “non esiste più la mezza stagione!”, avremmo fatto meglio a morderci la lingua, perché ora non esiste più per davvero e veniamo punite* per la nostra abitudine alla lamentazione facile. Ti ricordi, vero, che la scorsa estate è durata sei mesi? Spero di sì. Dammi retta, non fare come me: investi i tuoi soldi in altro, resisti; tra poco le giacche torneranno nell’armadio a fare compagnia a quel trench che hai comprato 10 anni fa ed è ancora intonso.

Spero ti ricorderai anche dei titoli su giornali e tv che parlavano della neve che non era caduta, dei fiumi a secco, dell’acqua da razionare. Hai rimosso, consapevole che non è stato fatto granché e che forse non abbiamo più tempo per intervenire? Come non capirti. La lotta al cambiamento climatico e l’ecologismo sembra che si esauriscano in slogan, campagne promozionali, social-attivismo, promesse a vanvera. Qui già si parla di piscine forzosamente vuote, la stagionale irrigazione dei campi è stata rimandata, l'economia del Nord Italia è in grave sofferenza il sole scotta anche con la protezione 50, i pochi spazi verdi sono già quasi tutti secchi e desolati e le montagne in lontananza stanno già perdendo quel poco di bianco raccolto nei mesi scorsi. Per non parlare del resto del mondo: 

Io sono portatrice sana di pessimismo cosmico e della profonda e radicata convinzione che il genere umano si sveglia solo quando tocca il fondo. I giocatori d’anticipo sono merce rara, figuriamoci quando ci sono in ballo certi interessi. E di solito li si liquida come mitomani, ansiosi, esagerati. Eccomi qua: è quello che mi sento dire da sempre, “tu ti prepari prima perché sei ansiosa”. Verissimo, ma almeno io non sono mai arrivata in ritardo a un appuntamento, nemmeno quando vivevo a Roma (il che fa di me la candidata quantomeno a un Cavalierato della Repubblica).
Ma dicevamo del toccare il fondo. Nel caso specifico, purtroppo, quando ci arriveremo non ci saranno Rivoluzioni o Resistenze sufficienti per ripararci dalle conseguenze. Se sei cintura nera del genere post-apocalittico come me, forse conoscerai qualche trucchetto per non crepare male immediatamente in uno scenario come questo, per esempio, ma per il resto addio, è stato bello, speriamo nel frattempo di aver colonizzato almeno la Luna (l’equipaggio della prima missione del progetto Artemis è stato già individuato, incrociamo le dita). 

*femminile sovraesteso perché siete quasi tutte donne. I pochi uomini se ne faranno una ragione, come facciamo noi da secoli 😊 e comunque uso i generi a caso, come avrai visto. Da queste parti si ritiene che le battaglie per l'inclusività si possono combattere senza scannarsi sulle desinenze.   

Cose da cliccare, guardare, gustare, salvare (sempre mettendo la protezione solare)

A proposito di clima, ti lascio alcuni suggerimenti per approfondire, sperando che tu non ti deprima troppo:

  •  un articolo su Linkiesta dal titolo definitivo
  • questo thread di Ferdinando Cotugno   
  • la newsletter di Enrico Pitzianti che si chiama “Non scaldiamoci”, altro titolo stupendo
  • una risposta articolata e molto interessante alla domanda: e se fossimo noi, un giorno, i migranti climatici? Non è fantascienza, è uno scenario plausibile (stai pensando anche tu che ameresti sapere il Ministro Piantedosi vagante per l’Europa del Nord in cerca di rifugio?)
  • il podcast anti-ansia di Nicola Lozito

Comunque, torniamo alla primavera, che porta anche cose buone:

E infine, uno screenshot, a proposito della neve che non è caduta abbastanza e che rimpiangeremo amaramente a breve:

(ho l’iphone pieno di screenshot, perché non condividere pure quelli, mi sono detta!)

La poesia si intitola “La nevicata del 1985” e l’ho scelta perché io c’ero ed è andata proprio così. 
Be’, io per oggi ho finito, questa era una prova generale e spero che la lettura sia stata gradevole ma sono aperta anche alle critiche, scrivimi! (non è vero che sono aperta, sono permalosissima ed emotiva e non ci dormirò la notte, ma FAI COME SE NON TI AVESSI DETTO NIENTE). 

Alla prossima! 
Ma prima di lasciarci, due cose. Il mio nume tutelare e quindi protettore anche di questa newsletter: 

Mai più nessuno come lui. Spiace per tutti i bellocci vari. 
E poi, i ringraziamenti

Sono tante le persone che, magari senza saperlo, mi hanno portata fino a qui (forse una di queste sei anche tu!).

La strada per sfuggire alla sindrome dell’impostore (termine abusato ma in alcuni casi necessario) e decidere di avviare un progetto alla soglia della mezza età (sob) è lastricata da ogni parola gentile, di stima, supporto e ispirazione che ho ricevuto negli ultimi 5 anni di faticoso lavoro di ricerca, organizzazione e condivisione di contenuti su Instagram. Ma, come sempre accade, la scintilla che accende un progetto è una e unica.

La mia scintilla è stata Valentina Aversano che, proprio mentre stavo per soffocare l’istinto a “fare” sotto a un quintale di “ma ‘ndo vai, ma chi ti si fila”, è comparsa sui miei schermi parlando di newsletter, nel modo meraviglioso che è suo e solo suo. Le cose che devono trovarti alla fine ti trovano, ne sono sempre stata convinta, e così mi sono buttata e mi sono affidata a lei. Valentina è una che scioglie i nodi, lenisce l’affanno dell’incertezza, accende lampadine e coraggio. Fidati se ti dico che è LA persona che può aiutarti se hai un progetto di comunicazione bloccato tra la mente e lo stomaco.

Devo anche ringraziare Alice Fadda, che è stata la mia guida e la mia insegnante per tutte le questioni tecniche, la sua assistenza è stata fondamentale per costruire questo spazio (ed è sua anche l'illustrazione che trovi in cima!). Qualsiasi errore o intoppo dovesse capitare sarà solo colpa mia!

E infine ringrazio anche te: questo progetto parte nel mese del mio 51mo compleanno e non potevi farmi regalo migliore che essere qui ❤️.

“Sì, ma tu chi saresti?”
(l’illustrazione è di Marina Corsico Piccolini, che ringrazio per il regalo stupendo

Stefania Pecere, romana ascendente Puglia, trapiantata - ahimè - al Nord, superati i fatidici 40 realizzo che la missione di salvare la Pubblica Amministrazione fallirà (incredibile!); decido allora di provare a salvare quantomeno me stessa dai social, che frequento accanitamente da anni anche per distrarmi da un’emicrania altamente invalidante. Dopo aver rischiato di soccombere alla fuffa e ai para-guru che infestano l'Instagram, mollo quella zavorra e inizio a costruire una piccola barchetta dove possa rifugiarsi chi cerca cose da non farsi scappare, che divertano, insegnino, aprano prospettive e porte più o meno nascoste. 

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Copyright © 2023 Stefania Pecere

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