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Cosa vediamo di fronte a uno specchio nero?

Ciao e benvenut* all'edizione numero 144 di Dylarama, l'appuntamento a cura di Siamomine, che ogni sabato raccoglie una selezione di link, storie e notizie su un tema che ha a che fare con tecnologia, scienza, comunicazione, lavoro creativo e culturale.
 
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Con l’occasione del primo trailer della nuova stagione di Black Mirror, abbiamo ripescato un testo del creatore della serie, Charlie Brooker. Ci spiega che lo specchio nero “è quello che si trova su ogni muro, su ogni scrivania, nel palmo di ogni mano: lo schermo freddo e lucido di un televisore, di un monitor, di uno smartphone.” In breve, quello in cui vediamo il lato distopico della tecnologia, ma anche - soprattutto - noi stessi.

I loghi dei nostri brand più famosi, per esempio, ci restituiscono un’immagine di noi per nulla inquietante. Anzi, a tratti è divertente, a tratti è molto sottile. Nascondono easter egg, giochi di parole e mine grafiche nascoste. Avete mai notato la stretta di mano nella “H” di Hyundai? O la Torre Eiffel nascosta nel logo delle Galeries Lafayette? The Branding Journal ce ne mostra quaranta. 

“L'uso di messaggi nascosti nei loghi può contribuire a creare una connessione più profonda tra il marchio e il suo pubblico, facendo risaltare il logo in un mercato affollato. Inoltre contribuisce a sviluppare un sensazione di curiosità e intrigo nel pubblico, aumentando il suo coinvolgimento con il marchio.”  


Ferdinando Cotugno su Il Tascabile analizza la maniera in cui la Cina racconta e mette in atto la propria transizione ecologica. È uno specchio particolare questo, a tratti deformante, in cui facciamo fatica a decodificare molti messaggi. Appare evidente che ci troviamo davanti a una guerriglia semiologica per far prevalere la propria visione di sostenibilità ambientale. Ammesso che questa sia una perifrasi condivisa per inquadrare il problema.

“Per trovare la formula giusta, locale e globale allo stesso tempo, ha pescato il concetto adatto da quell’ecologia agricola marxista che provava, senza grandi risultati, a imporsi nell’URSS al tramonto, negli anni Ottanta. Sono due parole: civilizzazione ecologica. Serviva un concetto autoctono al socialismo anche perché in Cina ogni cosa globale ha un suo doppio locale, con caratteristiche cinesi, motori di ricerca, social network, circuiti di pagamento, l’economia di mercato. Un mondo replicato e digerito, il partito e i tycoon cinesi sono come un uccello che mastica e rigurgita il pasto in bocca ai piccoli, adattandolo al contesto, alle circostanze e ai rischi. Lo stesso vale per lo sviluppo sostenibile.” 


Ci è sembrato anche interessante notare che i bordi dello specchio si allargano sempre di più. Per quanto riguarda la produzione di immaginario, Hollywood sembra aver perso definitivamente lo scettro. Anzi, possiamo sicuramente affermare che le “belle del reame” nascono ormai in ogni parte del mondo. A questo proposito vi suggeriamo la prefazione al nuovo libro di Fatima Bhutto che uscirà per Minimum Fax.

“Il soft power del pop made in USA è meno efficace. L’emergere di nuovi distretti produttivi è senz’altro conseguenza della fame di contenuti che la sola industria occidentale non è in grado di soddisfare, ma sarebbe un errore ridurre il successo mondiale di dizi e k-pop a una semplice questione di fabbisogno produttivo [... ]  Centinaia di milioni di persone si sentono perse, prive di punti di riferimento e di contatto tra la vita che conoscevano e quella che vivono. Questi dilemmi, appannaggio esclusivo di chi è giunto tardi alla modernità, non sono affrontati dalle signore esuberanti e promiscue di Sex and the City o dai coinquilini sarcastici di Friends, bensì dalle nuove industrie culturali che offrono soluzioni temporanee ma confortanti. Come si fa a dare il meglio di sé in un ambiente moderno e competitivo mantenendo i valori tradizionali? Come si fa a prendere parte a un mondo all’insegna del mors tua vita mea senza sacrificare la propria identità, la propria famiglia o la propria cultura?”

Infine, ecco il trailer della sesta stagione di Black Mirror.

Per questa settimana è tutto, Dylarama torna sabato prossimo!

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